L’Espresso è tornato ad approfondire il caso Reggina a qualche mese di distanza dall’articolo scritto in piena tempesta giuridica, con le attese sentenze. In questo caso, ovvero il numero di domenica scorsa, 4 giugno, l’interesse si è spostato di più sulla Juventus e sul sistema calcio in generale, verso cui non sono mancate le critiche. “Il calcio continua a farsi giustizia da sé”, è il titolo delle 8 pagine di testo. “Sentenze contraddittorie. Tempi imprevedibili. Contrasti con i tribunali sportivi ordinari. La giurisdizione andrebbe riformata. Ma il sistema è troppo potente e non permette interventi esterni”, si legge ancora.
Il caso Reggina
E dopo il lungo intervento sulla Juve, si passa alla Reggina. “In quanto a premi – si legge – il neoproprietario della Reggina Felice Saladini ha rischiato di essere espulso dal sistema per avere sottratto la società calabrese a un fallimento certo servendosi di una legge dello Stato, il decreto Salva Imprese, ed è stata penalizzata con cinque punti per i
mancati pagamenti. Il ricorso alla legge ordinaria ha scatenato gli organi della Figc che hanno legiferato in modo da rendere impossibile che altre società facciano lo stesso. In particolare, è stato imposto il divieto di operare sul calciomercato.
Le parole del Presidente Cardona
“Il problema – dice il presidente della Reggina, l’ex prefetto Marcello Cardona – è che oggi i giudici sportivi sono nominati dalle federazioni. Non si tratta di discuterne l’autorevolezza di chi giudica, consiglieri di Stato o magistrati contabili, ma mancano i presupposti dell’autonomia, che ci sarebbe se il Coni si occupasse della giustizia sportiva fin dai primi due gradi di giudizio”.
“Nel frattempo – continua l’Espresso – il processo sportivo ha procurato a Saladini qualche danno collaterale. Il titolo della sua società Meglioquesto, quotata al mercato Euronext growth, ha una performance negli ultimi sei mesi di -55 per cento. Come accade in tutte le attività economiche, ci si lamenta che il calcio mette in fuga gli investitori e che bisogna mettere mano a una riforma Cartabia anche nello sport. Già fatto, in verità”.