Felice Saladini esce allo scoperto. Dopo l’intervento ufficiale di qualche giorno fa, con le dimissioni di Cardona e di tutto il CdA, nonché con la conferma delle volontà di cedere il club, il patron della Reggina ha concesso un’intervista al Corriere dello Sport. Ha parlato dei temi più caldi: passaggio di quote, iscrizione, futuro Inzaghi.
“La Reggina è una squadra straordinaria. Lo scorso anno ho deciso di salvare la società dal fallimento e ce l’abbiamo fatta – ha esordito – Un club calcistico è un tipo di società molto particolare, soggetto a molteplici interessi economici e anche politici come abbiamo visto in queste settimane. Il mio compito era risanare il dub. Ho costruito un progetto concreto con una visione di lungo periodo. Ora devo concentrarmi sul mio gruppo”.
La cessione della Reggina: chi sono i nuovi acquirenti?
Ma quali sono questi acquirenti? L’imprenditore lametino non si sbilancia: “Proprio per l’affetto che ho nella squadra trovare l’acquirente migliore non è facile. Deve avere anche le capacità di affermare sempre di più questo grande dub. Per questo motivo stiamo lavorando su più tavoli, in totale trasparenza con tutti, ma valutando anche le finalità e le competenze di chi si sta proponendo. Soggetti seri? Stiamo valutando solo gli interlocutori seri e competenti. Ci rendiamo sempre disponibili a valutare nuove proposte”.
“Prima di tutto un ringraziamento ai tantissimi che hanno sempre sostenuto me e il club, anche con critiche costruttive. Siamo una grande squadra. A loro dico che devono stare sereni perché a gestire questa fase c’è la stessa persona che lo scorso anno ha salvato la Reggina dal fallimento e dalla retrocessione, che ha portato un grande allenatore alla squadra e un presidente di alto profilo, ridato il prestigio che meritavamo portando per la prima volta in Calabria la presentazione del calendario della Serie B. E risanato il debito. Abbiamo fatto tutti questi passi insieme e continuerà a sostenere la crescita del club per il futuro anche se passerò il testimone”.
Il bilancio della stagione: quei debiti che crescevano giorno dopo giorno
“Quando la Reggina rischiava il fallimento ho fatto quello che normalmente si fa con una società: ho chiesto di vedere i conti. Conti disastrosi, ma che con il cuore e il portafoglio in mano si potevano gestire. Quindi abbiamo rilevato la società e ci siamo messi al lavoro. Poi sono arrivate le sorprese. Quei conti non erano veri. I debiti erano molti di più. E nelle settimane successive si sono presentati alla porta creditori di cui non sapevamo nulla. Il debito pregresso è cresciuto in modo enorme. Dovevamo porre un punto fermo. Per cui abbiamo applicato la legge fallimentare e chiesto la ristrutturazione del debito. In questo modo, tutti coloro che avevano dei crediti dovevano presentarli e la situazione sarebbe stata chiara. E qui le cifre sono cresciute ancora. Nel rigore della legge abbiamo sviluppato il piano di ristrutturazione che poi è stato omologato. Vorrei che fosse chiaro un fatto: ci siamo trovati di fronte a conti che erano un multiplo dei debiti iniziali e avevamo due scelte: metterci sotto e fare un piano per salvare ancora la squadra, oppure arrenderei davanti a una situazione economica molto più disastrosa di quanto ci era stato presentato. Abbiamo di nuovo scelto l’impegno, e l’ho fatto con garanzie personali. Mi creda che è stato più difficile di quando abbiamo rilevato il club. Noi sappiamo di avere fatto tutto con grande rigore, e il Tribunale ci ha dato ragione. Tutti hanno rispettato i tempi di legge, solo che non combaciavano con quelli sportivi”.
L’iscrizione della Reggina, tra preoccupazioni dei vertici del calcio e “pressioni” di altri club
“Le preoccupazioni di Balata? Balata è una persona che stimo molto e comprendo il suo ruolo istituzionale ma non ha motivo di preoccuparsi perché la Reggina è un club solido, sano che vuole continuare ad essere un esempio per il mondo sportivo. L’atteggiamento di alcuni club? Noi abbiamo presentato tutta la documentazione necessaria. Non ho motivo di ritenere che ci siano problemi. Poi che ci sia invece chi confida nelle disgrazie degli altri, ecco non è proprio il mio modo di pensare. Per evitare di creare turbative allo svolgimento dei playoff a beneficio di tutti i dub, abbiamo accettato la penalizzazione e ce la siamo giocata sul campo. Questo è il modo di pensare ai valori dello sport per noi della Reggina: rispetto per tutti”.
Reggina e Inzaghi: quale futuro?
“Con Inzaghi abbiamo un accordo triennale e non ci sono motivi per metterlo in discussione. Ci stiamo per avviare alla prossima stagione e credo che per la sostenibilità del club e il suo futuro si debba puntare sui giovani”.
Il bilancio di quest’anno
“E’ stata una esperienza straordinaria che mi ha fatto toccare con mano i valori delle persone dalla mia terra. Ho compagni di viaggio meravigliosi, dai tifosi allo staff, ai miei soci e posso contare sul sostegno dei rappresentanti regionali nelle istituzioni Inali e nazionali Credo che assieme abbiamo fatto delle cose importanti per la città, perla squadra, dando segnali di quanto si possa fare attraverso lo sport per i territori. Penso ai tanti giovani che hanno trovato nel nostro dub un luogo di aggregazione e formazione, all’accordo con la Prefettura per la messa in prova dei minori responsabili di reati, Insomma alle tante cose che hanno dato un contributo positivo al territorio. Giovani che io ritengo saranno anche al centro del futuro sportivo della squadra. Sto facendo rutto quello che posso e ritengo giusto per il dub”, si chiude l’intervista.