Da Reggio Calabria il messaggio AntiRacket di tutta Italia: “questa gentaglia deve marcire in galera”

L'importante evento di questa mattina a Reggio Calabria, alla presenza di imprenditori nazionali ed istituzioni, per lanciare un messaggio AntiRacket

  • Assemblea Nazionale delle Associazioni AntiRacket aderenti alla FAI Reggio Calabria
    Foto StrettoWeb
  • Assemblea Nazionali Associazioni Antiracket aderenti alla FAI Reggio Calabria
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Mattinata importante, oggi, a Reggio Calabria. Presso l’azienda Tecnoappalti Italia Srl di Gallina, infatti, si è svolta l’Assemblea Nazionale delle Associazioni AntiRacket aderenti alla Fai. Tantissime le personalità importanti presenti, dal Prefetto Mariani al Procuratore Bombardieri passando per il sottosegretario Wanda Ferro e per il Presidente della Commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo. Ospiti, ma senza intervenire, i due Sindaci f.f., gli Onorevoli Irto e Cannizzaro, l’Assessore Regionale Giovanni Calabrese.

“Abbiamo scelto di svolgere qui l’Assemblea perché questo è il luogo in cui lo scorso dicembre si è verificato un atto intimidatorio. In pieno giorno, due molotov piovvero dall’alto, mentre gli operatori lavoravano. Per fortuna l’incendio è stato spento in poco tempo. La notizia non è uscita fuori, per scelta, di concerto col Prefetto, ma oggi siamo qui simbolicamente per mostrare la vicinanza al titolare, Herbert Catalano”. Esordisce così il Presidente Onorario Tano Grasso, che apre il tavolo dei relatori.

La palla passa poi al Prefetto Massimo Mariani: “sono gli imprenditori ad aver creato le Associazioni. Coloro che scelgono di aderire alla FAI fanno una scelta di vita, di libertà. Non può esserci attività economica se si deve pagare il dazio a chi vuole comprimerla, la libertà. Sto lavorando con il Ministro dell’Interno per quanto riguarda i lavori del Museo del Mare, il cui cantiere aprirà tra qualche settimana. Sto lavorando per l’imprenditoria sana. Noi oggi celebriamo la libertà di impresa”.

Testimonianza ai lavoratori. Parla un imprenditore di Castelvolturno che tanti anni fa è finito sotto le minacce dei Casalesi ma che ha avuto il coraggio di denunciare. Ora lui, Luigi Ferrucci, è Presidente Nazionale della Fai. “Gli imprenditori che denunciano la mafia ci sono sempre stati, anche se in minima parte rispetto alla grande platea esistente. Molti sono anche testimoni di Giustizia. Siamo anche vittime che convincono altre vittime a denunciare”.

Le testimonianze degli imprenditori

La Fai di Reggio Calabria è rappresentata da Francesco Siclari, definito “motore vero di questa Associazione” da Grasso. “Sono onorato del ruolo che ricopro oggi, orgoglioso per via dei risultati che stiamo ottenendo. Nessuno di noi 4 anni fa pensava di poter discutere di come affrontare questa gentaglia. Loro dovrebbero capire che il dispetto non lo hanno fatto solo a Herbert, ma a tutti questi lavoratori. Forse avrebbero fatto un dispetto a loro, agli operatori, ma gli operatori sono qui, oggi. Insieme facciamo meglio e bene. Sono già uscite fuori le prime condanne in primo grado in seguito alle nostre denunce. Mi auguro che questa gente marcisca in galera. A Reggio Calabria non vogliamo fare gli imprenditori sani, ma gli imprenditori. In passato abbiamo sbagliato, abbiamo accettato qualche compromesso, ma ora non più, è finita. Siamo stati nelle scuole e abbiamo raccontato la nostra storia. La Preside mi ha detto: ‘di solito in queste conferenze i ragazzi giocano coi cellulari, invece stavolta sono stati attentissimi’. Qualcuno mi ha anche fatto qualche domanda. Gli ho spiegato che i segnali partono già dai piccoli soprusi del compagno o dall’amico”.

Al fianco delle Associazioni c’è anche il Presidente di ANCE Reggio Calabria, Michele Laganà, a capo di un’impresa edile. Laganà elenca alcuni punti del Codice degli Appalti. “Uno strumento moderno con il Pnrr sullo sfondo, uno strumento a servizio della comunità e dell’Unione Europea”. 

Gli interventi proseguono con Herbert Catalano, l’imprenditore proprietario dell’azienda TecnoAppalti oggetto dell’atto intimidatorio: “ci si avvicina all’AntiRacket per la nostra dignità, per garantire un futuro ai nostri figli. E’ da loro, dai giovani, che dobbiamo costruire una rete di sensibilizzazione, aumentare il dialogo”. Emozionato e visibilmente commosso, Catalano ringrazia tutti, tra cui anche e soprattutto i suoi dipendenti.

Commovente l’intervento di un imprenditore agricolo pugliese: “pensavo di fare il bene, denunciando, ma in questi casi succede anche che qualche fornitore si allontani, e poi le banche, alcuni operatori”, dice. “Però – e si commuove, fermandosi per qualche secondo, tra gli applausi dei presenti – i miei dipendenti mi hanno aiutato e hanno anche rinunciato a due mesi di stipendio, perché i primi tempi sono i più difficili”.

Parola alle Istituzioni

Dopo le testimonianze delle imprese, la palla passa nuovamente alle Istituzioni, con le dichiarazioni del Procuratore Bombardieri: “oggi è un giorno importante, perché percepiamo la vicinanza delle Istituzioni anche nazionali, una vicinanza che per il nostro territorio è fondamentale. L’errore più grosso della società civile è quello di lasciare da solo l’imprenditore che denuncia. Purtroppo è vero che all’inizio clienti e fornitori si allontanano da chi denuncia, ma questo è un errore”.

“Mi è rimasta impressa, in una delle prime uscite, la reazione degli imprenditori alla vista di quel cartello simbolo. Io non analizzo fascicoli, ma storie umane”, evidenzia il Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Prefetto Maria Grazia Nicolò.

Gli interventi finali sono quelli del sottosegretario Wanda Ferro e del Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Chiara Colosimo, in una delle sue prime uscite pubbliche. Le due donne sono anche intervenute a margine dell’Assemblea.

“Denunciare – rivela Colosimo – vuol dire non solo non aver paura, ma dimostrare a chi pensa che con le intimidazioni si possa ottenere qualcosa che questo non si può ottenere. Dire no al racket delle estorsioni, dire no all’usura vuol dire innanzitutto dire no alla mafia. È un onere, ancora prima che un onore, poter rappresentare tutti coloro i quali combattono contro la criminalità organizzata. La Commissione antimafia ha la necessità innanzitutto di stare in questi posti in cui il coraggio vince la paura e in cui le imprese fanno ancora più e ancora prima delle istituzioni”.

Colosimo ha ribadito l’importanza della presenza della Commissione in città come Reggio Calabria: “È necessario ascoltare. Le audizioni – ha detto – sono fondamentali, ma le missioni lo sono di più. Credo che andare nei posti, portare lo Stato nelle zone dove spesso lo Stato sembra mancare, sia il mio primo e principale obiettivo. È evidente che questo va fatto con una grande conoscenza del territorio, con le forze di polizia, con tutti i procuratori, tutte le forze che sono impegnate in questa lotta senza quartiere alla mafia. Aggiungo che soprattutto in Calabria, dove la ‘Ndrangheta cammina ma viene anche fermata dalle inchieste che danno un segnale ancora più forte rispetto alla forza della ‘ndrangheta, noi abbiamo la necessità di starci ancora di più. E vi dirò di più: questa credo sia soltanto la mia prima visita ma sarà una delle tante tantissime volte della Commissione antimafia”.

“Non farò nomi – ha poi detto Chiara Colosimo – ma in queste settimane ho ascoltato diversi imprenditori calabresi, alcuni mi hanno scritto, altri li ho incontrati di persona. Quello che mi viene da dirvi è che loro sono la speranza. La loro speranza deve essere contagiosa. La capacità della denuncia, ma soprattutto del lavoro pulito è l’unica possibilità che ha questa terra per dimostrarsi per quella che davvero è, una terra stupenda dove la mafia può essere sconfitta e la ‘ndrangheta può finire”.

Il pensiero dei due Sindaci facente funzioni

“Un clima positivo, un messaggio di speranza che infonde fiducia e coraggio. L’Assemblea nazionale delle Associazioni aderenti alla Fai, Federazione nazionale delle Associazioni antiracket e antiusura italiane, che decide di riunirsi simbolicamente a Reggio Calabria, alla presenza di autorevoli espressioni dello Stato, è un segnale di attenzione nei confronti del nostro territorio. In particolare dei tanti imprenditori che lavorano ogni giorno onestamente andando a costituire l’ossatura di un tessuto produttivo sano, che vuole liberarsi dai tentacoli della ‘ndrangheta che per lungo tempo hanno asfissiato economicamente e socialmente la nostra comunità”. Si esprimono così i sindaci facenti funzioni della Città Metropolitana, Carmelo Versace, e del Comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, a margine dell’odierna iniziativa.

“La nostra solidarietà e la nostra vicinanza – affermano ancora Versace e Brunetti – va alla comunità di Tecnoappalti e tutte le imprese che sul nostro territorio hanno deciso di schierarsi in maniera aperta e convinta dalla parte della legalità, denunciando i tentativi estorsivi e rischiando la propria attività pur di stare dalla parte giusta. Una vicinanza che va espressa nei confronti dei titolari di queste imprese, ma anche dei loro collaboratori, che subito dopo la denuncia si ritrovano a dover fronteggiare, a volte senza meccanismi di protezione e premialità del tutto efficaci, condizioni di difficoltà dovute al venir meno di clienti e fornitori. E’ importante che su questi aspetti siano le istituzioni a metterci la faccia, con la presenza certamente, che senza dubbio va considerata come un fatto positivo, ma anche attraverso strumenti normativi che diano sostegno e vicinanza a chi decide di denunciare. In questo senso l’attività pubblica promossa dalla Fai e l’attenzione della Commissione parlamentare antimafia possono costituire un segnale certamente positivo, in grado di dare sostegno e vicinanza alle tantissime imprese oneste del nostro territorio”.

Il sottosegretario Wanda Ferro a Reggio Calabria per l'Assemblea Nazionale AntiRacket
Il Presidente Antimafia Colosimo a Reggio Calabria per l'evento AntiRacket
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