Ricoveri psichiatrici: il dramma dei posti bloccati nel reggino

Il blocco dei ricoveri, attuato sin dal 2015, è una violazione dei diritti dei malati psichiatrici del reggino

StrettoWeb

Si è tenuta stamani davanti l’ingresso di Palazzo Campanella la conferenza stampa convocata da USB e CooLaP per illustrare la proposta emendativa inviata al Presidente Occhiuto e a tutti i consiglieri regionali, e finalizzata a creare le condizioni per poter attuare lo sblocco dei ricoveri psichiatrici nella provincia reggina.

Il blocco dei ricoveri, attuato sin dal 2015, non solo rappresenta una violazione dei diritti dei malati psichiatrici del reggino e fonte di gravi disagi per i loro familiari, ma anche quella goccia cinese che lentamente sta portando al collasso le cooperative che attualmente gestiscono il servizio.

La proposta vuole essere uno stimolo alla discussione, con la speranza che si arrivi a una rapida soluzione per una situazione che va avanti da troppi anni e che ormai rischia di produrre effetti insanabili per decine e decine di operatori che da trent’anni si impegnano in questo delicatissimo settore.

Lo spiega USB Reggio Calabria – CooLaP in una nota.

Ricordiamo brevemente che le strutture residenziali dell’Asp 5, nate alle fine degni anni ‘80 dopo la chiusura del manicomio cittadino, sono tutto gestite attraverso una forma mista: il servizio sanitario è in capo all’Asp, mentre il servizio di riabilitazione e residenziale in capo a cooperative private”, scrive il Responsabile Legale di USB Confederazione regionale Calabria, Giuseppe Marra

Quando nel 2008 la Regione Calabria approvò la L.R. 24/2008, con la quale viene regolamentato l’accreditamento delle strutture sanitarie private, queste strutture a gestione mista vennero sostanzialmente dimenticate, diventando così “fuorilegge”, tanto da arrivare nel 2015 a uno scellerato blocco dei ricoveri per i pazienti psichiatrici nel reggino. 

“Questo blocco, tuttora in vigore, ha prodotto e produce gravissime conseguenze sulle famiglie e sugli utenti, costretti ad “emigrare” in cerca di assistenza oppure ad affrontare la malattia tra le mura domestiche. 

“Il percorso di transito delle strutture reggine dalla gestione mista al nuovo regime di accreditamento è iniziato nel 2012 e ancora, purtroppo, non si è concluso. E sebbene siamo consapevoli dell’impegno profuso negli ultimi tempi per arrivare alla fine di questo processo, siamo purtroppo altrettanto coscienti del fatto che difficilmente le attuali strutture potranno arrivare a questo traguardo. Otto anni di blocco dei ricoveri non hanno causato enormi disagi solo ai malati psichiatrici e ai loro familiari, ma anche alle stesse cooperative che hanno visto nel tempo ridurre l’utenza a fronte di esborsi per stipendi e affitti costanti. Siamo di fronte quindi al pericolo di un collasso del sistema con gravi rischi per utenti e operatori. 

“Lo sblocco dei ricoveri permetterebbe di curare i pazienti reggini in strutture dove, ricordiamo, l’assistenza sanitaria è competenza dell’Asp, rappresentando anche quella soluzione immediata che consentirebbe di dare sollievo a utenti e strutture. Nonostante tutti gli sforzi e i confronti con Regione e Asp, tale soluzione si scontra però con la normativa vigente“.

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