Sgarbi: “restituiamo l’onore a Berlusconi, si indaghi sulla persecuzione”

"Istituire una Commissione d'inchiesta sulle storture della magistratura in tutte le indagini che hanno riguardato" Silvio Berlusconi

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Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla cultura, ha chiesto oggi a gran voce l’istituzione di una Commissione d’inchiesta che verifichi tutti gli atti della “persecuzione giudiziaria” subita in questi anni dal leader di Forza Italia. “In questo momento doloroso e dopo le ingiurie e le diffamazioni della stampa di parte – spiega Sgarbi – è necessario restituire l’onore a Silvio Berlusconi. E’ un dovere, oltre che il primo obiettivo non solo di tutti i parlamentari di FI, ma degli alleati, o semplicemente degli amici, come io sono sempre stato, istituire una Commissione d’inchiesta sulle storture della magistratura in tutte le indagini che hanno riguardato l’ex presidente del Consiglio, talvolta rendendolo responsabile anche di quello di cui era palesemente estraneo“.

Il merito di questa magistratura politica – aggiunge Sgarbi – è stato chiaro nei processi di tangentopoli che hanno colpito alcuni leader politici e risparmiato altri, e in molti processi per mafia, da Giulio Andreotti fino a Calogero Mannino, in modo violento e iniquo. Lo stesso si può dire per il processo a Dell’Utri, il cui significato era lambire e macchiare Berlusconi, trasformandolo da vittima della mafia a complice, fino all’incredibile inchiesta in corso sulle stragi di mafia del 1993″.

“La sopravvivenza per anni di queste inchieste fino all’ultimo fango sparso con le dichiarazioni di Baiardo – sottolinea Sgarbi – era una continua minaccia per tenere Berlusconi sotto scacco, come una pistola puntata. Non si può concepire in questo modo un’indagine giudiziaria. Occorre fare chiarezza con la certezza delle carte, che solo una commissione d’inchiesta può conoscere. Lo dobbiamo a Silvio Berlusconi per tutti quelli che hanno visto la sostanziale forza di diffamazione e non di garanzia di questi ricorrenti ‘avvisi’ o annunci. Trent’anni di sospetti – conclude Sgarbi – sono l’opposto della giustizia”.

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