Tre cose che i No Ponte devono imparare, dalla matematica alla democrazia

Tante le polemiche e le notizie che si sono susseguite da ieri in merito alla manifestazione contro il Ponte sullo Stretto che si è svolta a Messina

StrettoWeb

Che nella vita tutto sia relativo, è cosa ovvia. Ma, fino a prova contraria, la matematica non è ancora diventata opinione, sebbene in questi tempi dove chiunque esprima un parere tende a farlo diventare verbo, ci si può aspettare di tutto. Ieri, a Messina, si è svolta la manifestazione dei No Ponte. Noi, come molti altri giornali, ne abbiamo dato notizia, specificando che, a differenza di ciò che si pensava, l’evento è stato un fallimento in termini assoluti.

Ovviamente, come sempre quando si esprime una verità che molti vorrebbero nascondere, siamo stati mira di polemiche, insulti et similia. Tutto ciò, nonostante noi abbiamo messo a corredo dei nostri articoli le foto dei manifestanti, postati dagli stessi sui social, a riprova del fatto che non abbiamo timore di essere smentiti. Ed è questa la ragione per cui oggi, nonostante la bella domenica di sole, siamo qui a prenderci la briga di insegnare ai No Ponte la prima cosa: la matematica non è un’opinione.

I No Ponte, quei quattro gatti che si auto-moltiplicano

Fino a 15 anni fa le manifestazioni contrarie al Ponte sullo Stretto arrivavano a contare decine di migliaia di persone, nonostante l’opera fosse ancora lontana nel tempo. Ora, che l’inizio dei lavori è vicino, un evento organizzato non solo dai vari comitati ma anche dai partiti storicamente contrari al ponte, come Pd, Movimento 5 stelle e tutti i vari partiti ambientalisti, ha avuto una risposta irrisoria, ai limiti del ridicolo. Parliamo di migliaia e migliaia di iscritti a questi partiti, tutti chiamati “alle armi”, per prendere parte alla manifestazione di ieri. Peccato, però, che ad aver risposto siano stati poco più che un migliaio di persone. E non, come proclamano i No Ponte, da tre a cinquemila partecipanti.

Che poi basti pensare che la sola Sicilia conta quasi cinque milioni di abitanti. Se a questi sommiamo anche i calabresi, limitandoci solo a quelli delle zone interessate alla costruzione del ponte, ecco che scopriamo come 1500 persone circa sono non solo una minoranza, ma oseremmo dire una goccia nell’oceano.

Elezioni e democrazia

Il secondo punto, cruciale, di questa vicenda che vogliamo insegnare ai “no tutto” per partito preso, riguarda una verità incontrovertibile, ma che molti sembrano aver dimenticato, o non aver preso nemmeno in considerazione: gli italiani, siciliani e calabresi compresi, hanno deciso cosa vogliono in merito al ponte con le elezioni. Già, perché siamo in democrazia, questo parolone di cui tutti si riempiono la bocca e di cui molti sembrano non conoscere il significato.

Democrazia significa maggioranza. Significa che per decidere su un qualsiasi tema si fa affidamento a ciò che la maggior parte dei cittadini vuole. E qui, subentra la logica: se al governo abbiamo partiti di destra che tra i principali punti dei loro programmi politici avevano la costruzione del Ponte sullo Stretto, cosa significa? Significa che gli italiani, avendoli eletti a maggioranza, vogliono il ponte. Che piaccia o meno. E lo stesso vale per le amministrazioni locali. Se dopo anni di Accorinti alla guida di Messina, i messinesi lo hanno silurato preferendo a lui chi il Ponte sullo Stretto lo vuole e lo promuove, cosa se ne deduce? La maggior parte dei messinesi vogliono il ponte.

No Ponte o no legge?

Veniamo ora all’ultima lezioncina di oggi per i ‘nopontisti’. La costruzione del Ponte sullo Stretto non è più la proposta di questo o quel gruppo politico. Non è un fatto su cui continuare a discutere in merito al Sì o al No. E’ legge. E’ una legge approvata dallo Stato in cui viviamo. Dire no, dunque, ad una legge, equivale ad essere dei fuorilegge. Salvo il diritto a manifestare pacificamente. E a questo proposito vi facciamo una previsione, come fossimo una moderna Cassandra: quando inizieranno i lavori ne vedremo delle belle. Come per la Tav o per il Mose (che come sappiamo ha letteralmente salvato Venezia), vedremo gli antidemocratici No Ponte manifestare con violenza contro un’opera voluta dalla legge, dallo stato, dal popolo. E dovremo vedere forze dell’ordine in assetto antisommossa fronteggiarli come fosse i peggiori dei criminali. E dovremo sorbirci la solita solfa delle “guardie violente“, quando invece i fuorilegge sono loro.

Il Ponte sullo Stretto si farà. Bisogna solo scegliere se accettare democraticamente una legge di Stato o se scalpitare e morire pazzi perché non si condivide l’idea di progresso e sviluppo del territorio che il ponte stesso rappresenta.

Condividi