Truffe e mega villa di lusso con i fondi del Pnrr. E la ‘ndrangheta è in prima fila

Uno degli arrestati, collegato alla 'ndrangheta, era in possesso di una mega villa di lusso da oltre due milioni di euro

StrettoWeb

Scoperta una presunta truffa da oltre un milione di euro. Circa 500mila euro sono stati incassati, su fondi del Pnrr, ai danni di Simest. Si tratta di una società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti che supporta la crescita delle imprese italiane all’estero. La truffa è tra i casi al centro di un’indagine, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, coordinata dal pm della Dda Stefano Civardi.

L’indagine ha portato oggi a 4 arresti (3 in carcere e uno ai domiciliari). Tra i reati contestati anche bancarotta fraudolenta e trasferimento fraudolento di beni. L’inchiesta ha fatto emergere oltre ad una serie di operazioni immobiliari illecite, con l’uso di prestanome, anche contatti con la ‘ndrangheta. E’ stato arrestato, tra gli altri, su ordinanza del gip Giulio Fanales, un manager residente in Svizzera, già finito in manette nel 2016 in un’altra inchiesta. All’epoca la GdF, coordinata dal pm Eugenio Fusco, indagava su una maxi truffa finanziaria. L’indagine, ribattezzata ‘El Cartero‘, vedeva protagonista la St.James Finanziaria e una vendita abusiva di obbligazioni di JpMorgan per 42 milioni di dollari.

Tra i sequestri effettuati nelle scorse ore nella nuova indagine, per un totale di circa 5 milioni di euro, anche quello di una maxi villa. L’abitazione di lusso si trova a Casatenovo (Lecco) in Brianza. Si tratta di una dimora a due piani di 700 metri quadri, circondata da un ampio giardino di 5.000 metri quadri. Il suo valore è di oltre 2 milioni di euro.

Per due dei soggetti indagati è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Truffa Pnrr: le dichiarazioni della Finanza

I finanzieri hanno eseguito “un sequestro preventivo dell’intero capitale sociale di una società che possiede un immobile del valore di 2,8 milioni di euro“. E un altro sequestro, riferito “ai beni nella disponibilità di uno degli indagati tratti in arresto, di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati“, sulla maxi villa all’interno di un residence. L’inchiesta vede al centro due persone con “numerosi precedenti per reati economico-finanziari di natura fraudolenta (bancarotta, frode fiscale, riciclaggio, abusivismo finanziario) e in contatto con soggetti appartenenti a consorterie di ‘ndrangheta“.

Il frequente ricorso, spiegano gli investigatori, “da parte degli indagati a prestanome, veicoli societari fittizi ed articolati negozi giuridici” era “finalizzato a riciclare capitali illeciti provenienti da plurimi reati tributari e fallimentari e ad eludere le misure di prevenzione patrimoniale previste dalla normativa antimafia“. La presunta “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” sarebbe stata messa in atto con una delle società “riconducibili agli indagati“, che aveva richiesto “una contribuzione pubblica erogata da Simest spa, del valore di oltre un milione di euro, per la metà circa già incassati, in relazione ad attività di internazionalizzazione“, ossia partecipazione a fiere, “in Ucraina, Russia e Albania”. Attività che sarebbero “risultate fittizie“.

Sono state effettuate perquisizioni nelle province di Milano, Torino, La Spezia, Monza e Brianza, Napoli e Lecce che vedono impiegate anche “unità cinofile del Corpo per la ricerca di denaro contante (cash-dog)“.

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