La Varia di Palmi: storia e origini di un patrimonio UNESCO, orgoglio calabrese

La Festa della Varia di Palmi è una manifestazione religiosa che affonda le sue origine alla fine 1500: scopriamone le origini

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Torna la tanto attesa Varia di Palmi, l’evento tradizionale diventato ormai noto a livello internazionale grazie all’UNESCO. Venerdì 30 giugno dalle ore 18.00 alle 20.00 si terrà la conferenza stampa di presentazione della Varia 2023, presso il Cinema Teatro Nicola Antonio Manfroce, a Palmi. Nel corso dell’evento si farà una panoramica completa del programma di eventi, dal 28 luglio al 27 agosto, del Food Village e del team di lavoro impegnato nell’organizzazione della manifestazione. Saranno inoltre presentati approfondimenti sulle tematiche di innovazione e salvaguardia delle tradizioni.

La Varia di Palmi: storia e tradizione

Come spiega la Presidenza del Comitato permanente per la Festa della Madonna della Sacra Lettera e della Varia, “conoscere la Festa della Varia significa amare la Festa della Madonna della Sacra Lettera e della Varia di Palmi”. La Festa della Varia è una manifestazione religiosa che affonda le sue origine alla fine 1500. In quel periodo, in pieno medioevo, in Europa centrale nacquero numerose feste religiose. Il loro scopo era quello di far avvicinare sempre più il popolo a Dio. Proprio per questo motivo venivano costruite macchine trasportate a spalla, in cima alle quali venivano poste icone, immagini o statue della Vergine Maria o dei Santi Apostoli. Queste macchine a spalla hanno assunto poi una forma conica e tendevano tutte ad essere il più alte possibile: “più in alto si andava più si era vicini a Dio“.

Dalla Vara di Messina alla Varia di Palmi

Sono documentate, dal 1582 al 1900, numerose Varie, Bare o Vare realizzate in paesi del Sud Italia. Basti pensare a Messina, Seminara, Polistena, Rosarno, giusto per citarne alcune. La Varia di Palmi, nello specifico, discende direttamente dalla “Vara” di Messina, “tant’è vero che una tradizionale leggenda – si spiega ancora -, narra di un aiuto che i Palmesi diedero ai Messinesi, in occasione di una grave pestilenza; allorquando i marinai di Palmi hanno avuto notizia dello stato di bisogno in cui versavano i Messinesi, accorsero portando viveri e medicinali, il Senato di Messina in segno di profonda gratitudine ha inteso donare alla Città di Palmi uno dei tre Sacri Capelli della Vergine Maria, che un’ambasceria Messinese ebbe in dono in Terra Santa“.

Palmi e Messina, proprio per questo motivo, sono accomunate dal culto e dalla venerazione per la Madonna della Sacra Lettera Patrona della Città di Palmi.

Varia di Palmi – Edizione del 2013

Cos’è la Varia

Concretamente la “Varia è una nuvola a forma conica irregolare che rappresenta l’assunzione al Cielo della Vergine Maria in corpo ed anima“.  La sua struttura è composta da un carro sacro costruito su una base di legno di quercia, l’ormai noto “Ccippu”. Alla base viene montata una struttura in ferro con ingranaggi girevoli. Questi ultimi rappresentano il roteare degli astri. Si tratta di un’opera imponente, alta 16 metri per duecento quintali di peso.

La gigantesca macchina viene trainata a spalla da 200 giovani, i cosiddetti “mbuttaturi”, scelti tra gli appartenenti alle cinque tradizionali corporazioni nate dai vecchi mestieri della città: contadini, carrettieri, bovari, artigiani e marinai. Ogni corporazione viene schierata sotto una delle cinque travi del “Ccippu”. Ad aiutare gli ‘mbuttaturi c’è un folto gruppo di cittadini, posizionati a reggere due grosse corde lunghe 150 metri che servono per il traino della struttura.

Varia di Palmi – Animella sulla portantina

Personaggi e figuranti

La particolarità della Varia di Palmi è che si tratta dell’unica che coinvolge esseri viventi nei ruoli di figuranti, posti sul carro sacro. Anche in questo caso il comitato spiega chi sono:

  • Sul “Ccippu” trovano posto i 12 apostoli;
  • Sui lati della nuvola a varie altezze troviamo gli angioletti che sono bambine di età compresa tra i sette e gli 11 anni;
  • In alto alla Varia un giovane forte e coraggioso rappresenta il Padreterno;
  • In cima alla Varia una bambina detta “Animella” (di età compresa tra i 10 ed i 12 anni scelta con votazione popolare), rappresenta la Vergine Assunta in Cielo.

La festa

I festeggiamenti hanno inizio il 16 agosto, giorno della Festa di San Rocco. In quest’occasione “U Ccippu cala all’arangiara”, ovvero viene trasportata nel sito dove sarà costruita la Varia. Da qui partirà con la spettacolare “scasata” alle 18.00 dell’ultima domenica di agosto. “Dalla mattina del 16 agosto le sapienti mani degli artigiani lavoreranno incessantemente per costruire, allestire ed abbellire la complessa e maestosa struttura” si spiega ancora.

Poi, dal 16 al 31 agosto, vi sono diversi appuntamenti di natura religiosa, artistica, culturale ed antropologica in un programma ricco di festeggiamenti. Tra questi “la Processione della Madonna e del Sacro Capello, la scelta dell’Animella e del Padreterno, l’offerta delle travi, la prova di coraggio, il rituale della benedizione a tutti i partecipanti, la sfilata del corteo storico con i gonfaloni delle Città gemellate, il trionfale trasporto della Varia“.

La Varia patrimonio UNESCO

La Varia di Palmi è Patrimonio UNESCO dal 4 dicembre 2013. E’ inserita nella Rete delle Grandi Macchine a Spalla Italiane. Si tratta del primo elemento “tematico” o seriale al mondo candidato al riconoscimento UNESCO nella forma di network. “Anche per questo – spiega la Regione Calabria -, nel corso dell’VIII Comitato Intergovernativo UNESCO riunito a Baku, la proposta di candidatura è stata votata all’unanimità da tutti gli Stati parte aderenti ed è stata indicata dall’UNESCO come “modello, esempio e fonte di ispirazione”. L’elemento fa infatti parte della speciale lista di 30 riconoscimenti sulla totalità dei 677 patrimoni immateriali UNESCO a potersi fregiare dello status di modello di buona pratica, unica candidatura italiana“.

In Calabria, la Varia di Palmi è dunque l’unico riconoscimento nella Lista del Patrimonio culturale immateriale ad avere le peculiarità di cui sopra, in quanto “modello” UNESCO.

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