Giusi Princi, oggi vice Presidente della Regione Calabria, è particolarmente sensibile al tema: da dirigente scolastico è molto consapevole della gravità della situazione e dei rischi che il consumo di alcool comporta nei ragazzini. Oggi commenta ai microfoni di StrettoWeb l’ultimo e più recente episodio accaduto sul Lungomare nella notte tra sabato e domenica: “è molto grave – specifica Princi – non possiamo normalizzare comportamenti adolescenziali che oltrepassano i confini della decenza e oltrepassano il rispetto della dignità propria e altrui. Sono comportamenti da stigmatizzare, forse a qualcuno sfugge che gli adolescenti sono personalità in fieri e quindi devono essere formati ed educati al rispetto delle regole che richiamano una responsabilità sociale condivisa”.
Quali sono i rischi per i minorenni che consumano alcool?
“La scienza e la medicina hanno pareri unanimi: le conseguenze sono drammatiche. Quella è un’età delicatissima, gli adolescenti hanno molto sviluppata la parte che afferisce alle emozioni, quindi rincorrono il bisogno di sensazioni veloci come quelle che facilmente arrivano da alcolici e stupefacenti. Ma in quella stessa età non è ancora sviluppata un’area della corteccia prefrontale del cervello che funge da controllo delle emozioni e completa la propria crescita solo tra i 25 e i 30 anni. Se non imponiamo il rispetto delle regole a quell’età, assisteremo poi alla deriva della dipendenza da droghe e alcool dovuta proprio alla leggerezza avuta in età adolescenziale. E ci pentiremmo di non essere intervenuti prima, come e quando si doveva. Le regole hanno una funzione sociale e civile che diventa basilare per la formazione dei giovani. Da dirigente scolastica ho più volte denunciato i gestori che vendevano alcolici ai minorenni”.
Come si può spiegare che domenica mattina c’erano decine di giovani in catalessi alle 07:30 sul Lungomare? C’è anche una responsabilità delle famiglie secondo lei?
“Questa è una vera e propria emergenza che non scopriamo oggi ma ci trasciniamo da ormai molto, troppo tempo. E c’è una corresponsabilità sistemica: le famiglie, ma anche la scuola, le istituzioni, le forze dell’ordine. La cosa più importante è che nessuno tenti di banalizzare o provi a banalizzare queste derive, giustificandole. Forse a questi sfugge che c’è un numero enorme e crescente di giovanissimi che finiscono al pronto soccorso in coma etilico. C’è soprattutto un numero spropositato di ragazzine che fanno abuso di alcool. Da donna di scuola sono indignata di fronte a questi episodi perché conosco bene la portata del fenomeno”.
Oltre ai rischi enormi nell’immediato, dal consumo di alcool ci sono anche gravi ricadute sul lungo termine.
“Questo fenomeno alimenta una fascia deviata di giovani che non studiano, non lavorano e hanno il futuro negato. Sarebbe gravissimo se le istituzioni rimanessero indifferenti di fronte a tutto questo. Dobbiamo intervenire in chiave sistemica, nessuno deve pensare di essere deresponsabilizzato. Io mi pongo il problema prima di tutto da genitore, da mamma. Ho la responsabilità di mio figlio, anche se lui è maggiorenne, se so che non beve, ma se rientra dopo un certo orario mi faccio qualche domanda. Gli chiedo sempre dov’è, con chi è, chi frequenta e cosa fa, non vado a letto finché non rientra e quando rientra verifico in che condizioni è per evitare che magari a quell’età, pur avendo sani principi, possa farsi trascinare da qualche altro. Tra l’altro molti di questi ragazzini, anche minorenni, sappiamo bene che ormai utilizzano le automobili e in quel caso il problema dell’alcool è ancora più grave. Oltre alla loro, mettono a repentaglio anche la vita altrui”.
Nello specifico, cosa pensa di quanto accaduto sul Lungomare?
“E’ qualcosa che mi dispiace e addolora moltissimo. I Lidi e i Gazebo del Lungomare dovrebbero essere spazi di aggregazione e condivisione, è assurdo che si possano trasformare in luoghi invivibili. Abbiamo la fortuna di avere un Lungomare tra i più belli, frequentati e gettonati. Avrebbe un potenziale straordinario per il turismo e lo sviluppo della città, e invece diventa un luogo di degrado con scenari come quelli di domenica che fanno il male della città. Questa è un’emergenza sociale e allo stesso tempo un’emergenza educativa: non possiamo rimanere ignari, dobbiamo prendere atto di questo problema che purtroppo è comune a molte altre città perché è una deriva di questa generazione, ma questo non significa che dobbiamo giustificarlo facendo finta di niente. Dobbiamo assumerci tutti insieme una responsabilità istituzionale, sociale, educativa per dare dignità ai giovani e dignità alla città”.
Eppure i giovani devono anche divertirsi.
“Ma ci mancherebbe pure. Purché lo facciano però in modo sano. Nessuno pensi di negargli alcun diritto: i giovani devono vivere in modo tranquillo e sereno la loro età, purché quella spensieratezza non arrivi agli abusi degradanti che abbiamo visto nei giorni scorsi. Per divertirsi non bisogna ubriacarsi, per stare bene in compagnia non si deve bere. Non si può negare l’evidenza di un fenomeno così grave: dobbiamo andare in fondo ai problemi e trovare una soluzione condivisa con tutti gli attori in campo”.
Quale potrebbe essere una soluzione e cosa pensa di fare da vice Presidente della Regione?
“Tramite la Regione, per quanto di mia competenza, sono molto impegnata su questo. Sto lavorando con la dott.ssa Straface, Presidente della Commissione Sanità in Consiglio Regionale, per utilizzare nel modo migliore possibile il milione di euro disponibile per fare prevenzione su questi temi. Faremo percorsi mirati nelle istituzioni scolastiche, coinvolgeremo le vittime che faranno da testimonial, persone che purtroppo hanno vissuto la dipendenza da alcool e testimoniano quanto sia delicato il passaggio adolescenziale, e coinvolgeremo esperti del settore. Nel caso specifico di Reggio, poi, che è anche la mia città, cercherò di coinvolgere gli enti locali: non è qualcosa di mia competenza, in ogni caso sono certa che il Questore Megale, conoscendo molto bene la sua serietà, avrà già disposto una fitta rete di controlli in vista della stagione estiva e a maggior ragione dopo l’episodio di questa domenica, per evitare che si possano ripetere situazioni analoghe”.