Il Circolo “L’Agorà” organizza una nuova conversazione sui Moti di Reggio Calabria

Il 14 luglio di 53 anni fa scoppiava in riva allo Stretto, nella parte più meridionale della Penisola italiana, la rivolta urbana più lunga del novecento nel vecchio continente europeo

StrettoWeb

Il prossimo 14 luglio sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la seconda conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, sul tema “Alle origini della Rivolta di Reggio”. Il 14 luglio di 53 anni fa scoppiava in riva allo Stretto, nella parte più meridionale della Penisola italiana, la rivolta urbana più lunga del novecento nel vecchio continente europeo. Ma ciò che accadde a Reggio ha origini più antiche, quando a seguito di incursioni turchesche e vari terremoti che sconvolsero il territorio della provincia, diversi uffici vennero trasferiti altrove e non ritornarono in riva allo Stretto. Il problema del capoluogo di Regione fu posto per la prima volta con la pubblicazione di un opuscolo redatto dall’avvocato Paolino Malavenda in una pubblicazione del 1947, poi ripresa l’anno successivo in un altro saggio avente come titolo “Reggio Capitale della Calabria” ed il prefetto S.E. Disma Zanetti ne sostenne la divulgazione presso tutti i Comuni della Provincia reggina.Nell’ottobre del 1948 venne presentato un disegno di legge che indicava Reggio Calabria come “capitale”, cui, non fu dato seguito a seguito dello scioglimento della Commissione Affari Interni della Camera, presieduta dall’on. Achille Marazza, che doveva valutarne i contenuti e, successivamente esprimersi, rimandando così quelle argomentazioni che poi scoppiarono nel 1970. Nel biennio 1948-1949 la questione venne affrontata dal democristiano Giuseppe Romeo, sindaco del periodo di Reggio Calabria, che rimase in carica per un arco di tempo di circa dieci anni: dal 1947 al 1956. Militò nei gruppi giovanili dell’Azione Cattolica prima del regime fascista ed era conosciuto come uomo di forte personalità e rispettoso degli avversari. Il suo fu un periodo di grande stabilità, necessario per affrontare la crisi del dopoguerra ed i problemi dei quartieri periferici. Successivamente alle sollecitazioni del primo cittadino Giuseppe Romeo venne costituito un Comitato di agitazione presieduto dall’ex sindaco Diego Andiloro. Il 21 ottobre del 1948 la problematica venne affrontata con un apposito ordine del giorno che venne votato nel Consiglio Comunale di Reggio Calabria, non fu da meno l’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria che affrontò la questione in diverse occasioni.

Secondo un rapporto prefettizio al Ministero dell’Interno datato 25 gennaio 1950 a Reggio Calabria si registrò una rottura «fra Comitato cittadino di agitazione ed esponenti della sinistra che fino ad allora erano stati fianco a fianco. E dieci giorni dopo, in un comizio a Piazza Duomo di Reggio, un giovane Luigi Gullo, figlio dell’ex ministro Fausto, attribuì alla DC e al governo la responsabilità delle agitazioni sia in Calabria sia in Abruzzo: secondo l’esponente comunista puntavano a “distogliere i lavoratori dalla lotta per il raggiungimento degli obiettivi di classe”.Queste alcune delle cifre che saranno oggetto di analisi da parte di Gianni Aiello (Presidente del sodalizio culturale reggino). La conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 14 luglio.

moti reggio

Condividi