La bellezza di essere simili

Sarà anche il Premier d'Italia, sarà anche "la Meloni di Fratelli d'Italia", ma Giorgia è umana e ce lo ha dimostrato alla conferenza stampa della Nato: "malissimo ai piedi" per i tacchi vertiginosi ed ecco che il Primo Ministro diventa uguale a noi

StrettoWeb

Il pezzo che segue non è politico. Se sperate in una ovazione o in una critica nei confronti del Governo italiano siete allora nel posto sbagliato. Questo è il pezzo di una donna, che scrive per una testata giornalistica, che parla di un’altra donna, Giorgia Meloni. Lasciamo fuori per un attimo la bagarre politica, non tiriamo in mezzo la destra, la sinistra, il ritorno alla monarchia e gli anarchici. Potrei scrivere fiumi di righe sulle scelte governative fatte finora, positive o meno che siano, degli incontri nazionali e non, degli impegni istituzionali, delle nuova Riforma Fiscale o di quella della Giustizia. Potrei denigrare la sua figura, fare satira, lodarla e compiacermene. Ma non è questo l’intento che mi porta a scrivere questo pezzo.

Oggi voglio parlare di Giorgia, non del Primo Ministro, non del Primo Premier donna italiano, neanche “della Meloni”, ma soltanto della donna. Giorgia, per certi versi, mi ricorda molte di noi. E lo ha fatto ieri, durante la conferenza stampa alla Nato quando, pensando di essere fuori onda, si è lasciata andare ad un gesto di sofferenza: la colpa è delle scarpe, tacchi vertiginosi che, a fine giornata, hanno cominciato a torturarla. Giorgia sta rispondendo alle domande della stampa e, in un momento di cedimento, si gira verso qualcuno e chiede: “quanti ne mancano?” riferito al numero di giornalisti. “Abbiamo chiuso” le rispondono e, quasi sollevata, stringe i denti e incalza con un “buonasera” sorridente e si scusa: “non mi sono stufata di voi, è per le scarpe”. E fa una pausa, a sottolineare quanto quei tacchi le stiano dando fastidio.

Una giornata intensa quella di ieri, a Vilnius al vertice Nato, di cui Giorgia ha risentito alla fine. E di questo sì, mi compiaccio. Perché Giorgia è umana, è una di noi, è una donna che sta lavorando e che alla sera, per quanto il ruolo che ricopre sia di estrema importanza, è stanca. Giorgia mi ha ricordato le tante donne impiegate, vestite di tutto punto per andare in azienda, “costrette” sui tacchi per apparire formali ed eleganti di fronte ai clienti. Ma Giorgia potrebbe essere anche un uomo, di quelli inamidati in giacca e cravatta anche con 40 gradi all’ombra, sudati sotto la camicia ma che devono mantenere la compostezza che, da loro, ci si aspetta.

Questo è il lato di Giorgia che mi piace: una donna che, in fin dei conti, si ritrova a fare il suo lavoro e che alla fine della giornata, come tutti, vuole solo buttarsi sul divano e rilassarsi. O, nel suo caso, scendere dal tacco 12 e mettere un paio di ciabatte. In fin dei conti, tutti sono Giorgia. E non pensate ai soldi, alla carica e ai privilegi, Giorgia è una persona e, come tutti, si sforza, cede, ma ci riprova. Chi più, chi meno, in fondo siamo tutti come lei. O meglio, in fondo è Giorgia ad essere come noi.

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