Berlusconi: l’eredità a Marta e a Dell’Utri in un terzo testamento scritto a mano e consegnato dalla stessa Fascina

E' stata Marta Fascina, ieri, a consegnare al notaio il terzo testamento scritto a mano da Silvio Berlusconi mentre veniva ricoverato al San Raffaele

StrettoWeb

Dopo l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi sono tante le notizie che si susseguono, una dopo l’altra. Quel che è certo è che non si trattava di un solo documento. Il terzo testamento del Cav, riguardante il lascito a Marta Fascina, è stato aperto ieri ad Arcore, alla presenza della compagna dell’ex premier. Erano presenti due testimoni, Antonino Battaglia e Stefania Gaiani.

E’ stata la stessa Marta Fascina a consegnare di persona ad Arcore al notaio Arrigo Roveda l’ultimo testamento di Berlusconi, in cui è contenuto il lascito per Marcello Dell’Utri e per la compagna dell’ex premier. Marta Fascina, si legge nel documento del notaio, “alla presenza dei testimoni mi consegna un busta non sigillata recante la scritta ‘ai miei figli’ e la firma ‘S. Berlusconi’ contenente un foglio di carta intestata composto da due facciate scritto con inchiostro nero, apparentemente da un’unica persona… che ritiene essere il testamento olografo del signor Silvio Berlusconi e che mi chiede di pubblicare“.

Silvio Berlusconi, dunque, ha scritto il testamento a mano mentre stava andando al San Raffaele il 19 gennaio 2022. “Cara Marina, Pier Silvio, Barbara e Eleonora, sto andando al San Raffaele, se non dovessi tornare vi prego di prendere atto di quanto segue“, scrive l’ex premier indicando le donazioni al fratello, a Fascina e a Dell’Utri “per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me“. E conclude: “Grazie, tanto amore a tutti voi, il vostro papà“.

Al fratello Paolo e a Marta Fascina è andato un lascito di 100 milioni ciascuno. A Marcello Dell’Utri, amico di sempre, 30 milioni. Marta e il Cav non erano sposati e questo ha fatto pensare che la compagna di Berlusconi, di Melito di Porto Salvo, potesse non prendere posto tra i destinatari dell’eredità. Ma come era prevedibile, l’ex premier aveva pensato a tutto.

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