Don Ciotti, Salvini e il razzismo al contrario: dateci questo Ponte e fatela finita

No, caro don Ciotti: il Ponte sullo Stretto, se verrà costruito, non unirà due cosche, ma due regioni che ne hanno diritto

StrettoWeb

Chi dice che il Ponte sullo Stretto collegherà due cosche e non due coste è un razzista, senza sé e senza ma. E vi dirò di più: se a dirlo è proprio chi da anni si fregia del titolo di “antimafia“, il fatto è alquanto grave. Perché a questo punto mi spiego il motivo per cui, nonostante i tanti proclami di chi dice di combattere la mafia, questa sia ancora presente e sempre più radicata su TUTTO il territorio nazionale.

Che poi Salvini abbia i suoi modi, discutibili o meno, per dire le cose potremmo anche essere d’accordo, ma don Ciotti l’ha fatta fuori dal vaso e ha dimostrato perché, nel 2023, la mafia è ancora invitta: finché la si combatte pensando che sia un fenomeno locale fatto di gente con la lupara e i pedi ‘ncritati, potete stare tranquilli che lei si alimenterà sempre più.

E se la si combatte pensando che vietare lo sviluppo dei nostri territori, tenuti nell’arretratezza con la scusa delle infiltrazioni mafiose, lei continuerà a proliferare ancora, e ancora, e ancora.

Dunque no, caro don Ciotti: il Ponte sullo Stretto, se verrà costruito, non unirà due cosche, ma due regioni che hanno tutto il diritto di vedere un miglioramento dei propri collegamenti e delle proprie infrastrutture. Due regioni che non possono e non devono più pagare le colpe ataviche di pochi.
Siamo stanchi di questa ghettizzazione.
Dateci questi Ponte e non usate altri alibi, voi che sedete su comodi scranni perbenisti e benpensanti: la mafia è ovunque. Anche in casa vostra.

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