Consiglio regionale della Calabria: approva la mozione sull’età del consenso

Età del consenso, Neri: "intervento legislativo a favore dell’infanzia per tutelare l’integrità psico-fisica, l’equilibrio del minore nella prospettiva di un corretto sviluppo della sua personalità"

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“Intervento legislativo a favore dell’infanzia per tutelare l’integrità psico-fisica, l’equilibrio del minore nella prospettiva di un corretto sviluppo della sua personalità“. Questo l’obiettivo primario della mozione n.59 /12 presentata dal Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Giuseppe Neri ed approvata durante la seduta consiliare odierna, atta “a preservare la condizione di fragilità, il benessere e l’interesse superiore dei bambini, valori fondamentali condivisi da tutti gli Stati membri e che devono essere promossi senza alcuna discriminazione”.

“Per età del consenso si intende, nel linguaggio giuridico, l’età a partire dalla quale una persona può essere considerata capace di dare un comportamento informato a condotte disciplinate dalla legge e in particolare, nel linguaggio colloquiale, per quel che riguarda i rapporti sessuali. In Italia, l’età del consenso è fissata a 14 anni, uno dei limiti più bassi al mondo, tuttavia, esistono Paesi che annoverano un limite ancora più basso – spiega il consigliere Neri -. In Nigeria, ad esempio, il limite è fissato a 11 anni, nelle Filippine e in Angola l’età del consenso si raggiunge a 12 anni mentre, in Giappone il limite è fissato a 13 anni. In molti Paesi poi, come l’Italia, si dibatte addirittura dell’opportunità di abolire la legge sull’età del consenso, nel rispetto di una presunta assoluta libertà di autodeterminazione del minore che aprirebbe ancora di più la strada verso possibili abusi, con tutte le gravi ripercussioni che una condotta abusante può avere sulla formazione della personalità e sessualità di questi. Essendo la sfera sessuale, come sede dei valori più intimi della persona, un tema molto delicato quando coinvolge una personalità fragile e ancora in fase di evoluzione come quella di un minore, è necessario sviluppare un programma di azione che miri a costruire un mondo più a misura di bambino. A tal fine, occorre predisporre una maglia di protezione che tuteli il corretto e non precoce sviluppo psico-fisico del minore, risiedendo tale tutela nella immaturità anche sessuale di esso, nel rispetto dovuto all’infanzia e alla prima adolescenza – continua il Capogruppo di FdI -.  La maturità del soggetto deve riguardare non solo l’aspetto fisico ma, anche e soprattutto quello psichico, posto che un minore difetta di quelle capacità di giudizio che gli consentano di valutare le implicazioni, specialmente di carattere etico, connaturate ai comportamenti sessuali”.

Da qui, la necessità e il dovere di impegnare la Giunta regionale ad intraprendere, presso le competenti sedi nazionali, comunitarie ed internazionali, avvalendosi del supporto e delle funzioni istituzionali del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, le opportune interlocuzioni affinché i governi e le assemblee legislative rispettino quanto convenzionalmente contemplato dalla dichiarazione ONU, che fissa nei 18 anni il raggiungimento della maggiore età.

“Il bambino, proiettato violentemente in una realtà che non gli appartiene perché non è propria della sua età biologica, viene violentato anche nella sua dignità di essere umano – conclude il Capogruppo di FdI -. Non considerato più come persona, ma come oggetto, rimane paralizzato nella violenza che poi lo accompagnerà nella crescita e nello sviluppo della personalità con conseguenze nella socializzazione. Per questo, è fondamentale intervenire con leggi ancora più severe per coloro che abusano di minori ma anche, individuare preventivamente quelle situazioni a rischio e creare i presupposti affinché lo sviluppo del minore possa essere garantito nella sua integrità”.

La soddisfazione del Garante Marziale

“L’approvazione della mozione sull’età del consenso, presentata dal consigliere Giuseppe Neri e votata dal Consiglio Regionale della Calabria, segna un momento importante nella storia dei diritti dei minori”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria.

“Non mi risulta che governi ed assemblee legislative, a livello locale o globale, siano impegnati a difendere il diritto dei minori ad essere riconosciuti come tali – continua Marziale – mi risulta piuttosto che troppe sono le istituzioni legislative preoccupate di abbassare la soglia del consenso, allontanandosi pericolosamente dal limite dei 18 anni contemplati dalla Dichiarazione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Fra queste l’Italia, la cui soglia anagrafica del consenso sessuale è scesa fino a 14 anni, collocandosi fra le più basse del mondo occidentale”.

“Il Consiglio Regionale della Calabria ha dimostrato oggi di volersi assumere coraggiosamente il compito di andare in controtendenza, facendosi carico della responsabilità di incidere anche sul piano culturale, oltre che politico, nel difficile compito di ricostruire la percezione dei minori, che sottostà ad ogni provvedimento legislativo: essere minorenni è un diritto inalienabile, fatto di bisogni e rivendicazioni – evidenzia il garante – il cui riconoscimento ha segnato lunghi secoli di lotte, oggi minate alla base da una cultura adultocentrica e mirante all’adultizzazione precoce dei più piccoli, per svariati e deprecabili motivi”.

“Sento il dovere di ringraziare il consigliere Giuseppe Neri, il presidente del Consiglio Regionale Filippo Mancuso e indistintamente tutti i consiglieri – continua Marziale – per avere recepito le istanze di quanti a vario titolo sono dediti alla tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, gettando le basi per un cambiamento di rotta e diventando di fatto capitale mondiale dei diritti dei minori, oltre ogni steccato politico e ideologico”.

“Porterò la mozione all’attenzione della Conferenza nazionale dei garanti per l’infanzia e l’adolescenza – conclude il garante –  affinché si facciano carico di spronare i loro rispettivi consigli regionali e dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia della presidenza del Consiglio dei Ministri, del quale sono componente, nella certezza che un documento di siffatta portata possa, anzi debba necessariamente, ridare ai bambini e agli adolescenti diritti e dignità”.

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