“Si è svolto presso la Cittadella regionale di Catanzaro il 10° Comitato di Sorveglianza del POR Calabria 2014-2020. Il punto saliente all’ordine del giorno era l’approvazione della proposta di rimodulazione del programma. Ha aperto i lavori il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che ha posto in evidenza le principali sfide e criticità relative all’attuazione del Programma“. È quanto si legge in una nota della Regione Calabria.
“In particolare il governatore ha focalizzato l’attenzione sui temi del nuovo programma SAFE evidenziando che “Il 27 febbraio scorso è stato approvato, dalla Commissione europea e dal Parlamento, il Regolamento 435 che ha previsto la possibilità, per le Regioni, di riconoscere aiuti alle imprese e alle famiglie che hanno risentito degli effetti dell’incremento dei costi dell’energia, in seguito al conflitto russo-ucraino”, e, ancora, dando rilievo alla necessità di continuare nell’impegno verso la soluzione delle maggiori criticità ambientali. A riguardo ha infatti sottolineato che “nell’ottica di una chiusura qualitativa del Programma, nonché una corretta attuazione del 21-27, è nostro intento garantire la chiusura di tutte le procedure di infrazione in materia di depurazione ancora in essere nei nostri confronti, e per questo stiamo lavorando”, rimarca la nota
“La sfida che abbiamo davanti è una sfida complessa ma sono sicuro che, grazie alla sinergia di intenti di tutto il personale coinvolto, sarà alla nostra portata”. Il presidente ha, inoltre, formulato l’intenzione di dare immediato avvio, per il ciclo 21-27, all’attuazione delle Strategie Territoriali, al fine di evitare i ritardi e le criticità registrate nella programmazione in corso. I rappresentanti dei Servizi della Commissione hanno, da parte loro, ribadito come il lavoro di riprogrammazione della Regione sia il frutto di una attività costante di confronto e che, quindi, si tratta di un documento già maturo e oggetto di preventivo negoziato“, prosegue la nota.
“I prossimi passi da fare sono quelli di dare effettiva attuazione ai fondi SAFE e completare la spesa negli ambiti della Sanità e della tutela ambientale. Al netto della dotazione SAFE (al 100% a carico della UE) rimangono ancora da certificare circa 320 milioni di fondi UE, che corrispondono a poco più di 400 milioni di euro di spesa complessiva. Un lavoro che si preannuncia delicato e complesso, ma che deve essere fatto con la massima solerzia e la massima dedizione”, conclude la nota.