Giustizia, il dado è tratto: Conte sbraita e si dimena, ma il giustizialismo ha le ore contate

La riforma Giustizia è finalmente ai nastri di partenza: il governo ha in questo momento il compito di riparare a 30 anni di soprusi

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In tema giustizia, finalmente, l’Italia rialza la testa. E lo fa nel migliore dei modi: facendo rumore e mettendo finalmente, dopo trent’anni di soprusi, i punti sulle i.  “Devo dire che soprattutto il centrosinistra pensa di poter utilizzare le indagini della magistratura per danneggiare i propri avversari politici“. E’ quanto spiegato dal filosofo Massimo Cacciari, al Giornale.

Sicuramente – aggiunge – c’è un rapporto perverso, ma non c’è una responsabilità di una parte o dell’altra. Da un lato c’è una politica impotente, dall’altro c’è un’amministrazione della giustizia che tende a funzionare in maniera autoreferenziale. Ogni volta che si prova a prendere qualche decisione ci sono spinte conservatrici che bloccano ogni tentativo di riforma – sottolinea –. Poi c’è il discorso della strumentalizzazione politica, che significa che ogni volta che c’è un’iniziativa penale contro la destra insorge la sinistra e viceversa. In sintesi, quando si cerca di combinare qualcosa la magistratura reagisce“.

Il riferimento è alla riforma della giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio. “Sì, ad esempio non è ammissibile che la pratica delle intercettazioni prosegua nel casino degli ultimi decenni, determinando una violazione della privacy clamorosa e facendo sì che l’indagato diventi subito condannato, con la complicità dei giornali – afferma -. Il fatto è che su un tema così difficile bisognerebbe intervenire su una base culturale comune e invece, soprattutto il centrosinistra, pensa sempre di poter utilizzare le indagini per danneggiare i propri avversari politici. Sicuramente c’è una strumentalizzazione delle inchieste“, ribadisce Cacciari.

Tajani, “andremo avanti sulle carriere separate”

Mi limito a dire che trovo singolare l’imputazione coatta di Delmastro. Il Gup non può diventare un nuovo Pm. Anche per questo come Forza Italia e come governo andremo avanti sulla riforma della separazione delle carriere che è uno dei pilastri storici del nostro programma fin dal 1994 ed era un sogno irrealizzato di Berlusconi“. E’ quanto dichiarato, in un’intervista al Messaggero, dal ministro degli Esteri, esponente di Fi, Antonio Tajani.

Non vedo alcun attacco contro i magistrati – precisa –. Andremo avanti con la riforma della Giustizia che è un preciso impegno preso di fronte agli elettori“. “Il ministro Nordio è un magistrato, è evidente che nessuno cerca vendette contro i magistrati – risponde il ministro -. Le riforme possono piacere o meno, per noi è importante distinguere i ruoli costituzionali. Il Parlamento fa le leggi, i magistrati le applicano“. Parlando del caso Santanchè, Tajani precisa che “fanno fede le parole del ministro e per noi il caso è chiuso. È una questione di principio: siamo garantisti, non si è colpevoli fino al terzo grado di giudizio“.

Foti (FdI): “è l’Anm a ricercare lo scontro”

Vedo dal comunicato dell’Anm che c’è la ricerca di uno scontro. Condivido quando si dice che ognuno deve rispettare i ruoli dell’altro, ma quando Nordio ha presentato la riforma della Giustizia c’è stata un’alzata di scudi sulla base di indiscrezioni che francamente ha poco senso. Sono partiti in quarta“. Lo dice Tommaso Foti, capogruppo di FdI, in un’intervista a La Stampa. “Sulla critica deve valere un principio di reciprocità, non di esclusività. Altrimenti un potere sarebbe più potere dell’altro“, aggiunge Foti.

Con questo clima tra governo e magistrati non le sembra di tornare all’epoca berlusconiana? “È questo che vogliamo evitare e non si capisce perché si debbano utilizzare parole ed espressioni che hanno un unico fine, quello di esacerbare gli animi. Si può anche non essere d’accordo, ma nella ripartizione dei poteri c’è qualcuno che le riforme le fa e qualcuno che le applica – sottolinea -. Non è mica un reato presentare una riforma della Giustizia in Parlamento“.

Vedo però un’aggressività da parte delle opposizioni che mi lascia molto perplesso: un atteggiamento ossessivo compulsivo che troverebbe ragione di studio non in ambienti politici, ma in altri della scienza“, dice ancora.. E in merito alle accuse di stupro rivolte al figlio di La Russa: “Le denunce si possono presentare a carico di tutti, ciò che mi ha stupito è che sia diventata di dominio pubblico in piena fase di indagine. Mi ha disgustato, a prescindere dalla parti in causa“, ribadisce.

Paita (Iv): “Nordio vada avanti”

Questo paese da più di 30 anni ha la necessità di vedere ristabiliti garantismo e separazione dei poteri. Il ministro Nordio deve andare avanti con la riforma, il problema è la lentezza con cui il governo sta operando. Va bene l’abolizione dell’abuso d’ufficio, ma serve una riforma complessiva, che tenga insieme la separazione delle carriere, l’uso distorto delle intercettazioni, la lunghezza dei processi“. Lo dice a Tgcom 24 la coordinatrice nazionale di Italia Viva Raffaella Paita.

Ci fa sorridere che oggi la destra si ritrovi improvvisamente garantista – aggiunge – perché nel passato, su tante vicende, da Renzi a Boschi a Bibbiano, a tanti ministri dei governi precedenti, la destra non ha mai avuto un approccio garantista. Se sono cambiati bene, ma allora si vada speditamente avanti verso la presentazione di una riforma organica della Giustizia, e con un confronto che si svilupperà nelle aule parlamentari. La posizione di Italia Viva sarà fermamente e orgogliosamente garantista“, conclude Paita.

E poi c’è Conte che non se ne fa una ragione

È l’ennesima provocazione di un governo inadeguato e pericoloso. Le uscite complottiste dei giorni scorsi di Palazzo Chigi e Via Arenula, con cui Giorgia Meloni ha sfidato l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, sono la dimostrazione di quei tratti reazionari che questo esecutivo ha evidenziato sin dal primo decreto sul rave party. L’attacco alla magistratura per trovare un salvacondotto ai suoi “fratelli d’Italia” Delmastro e Santanchè non è tollerabile“. Sono queste le dichiarazioni del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in merito alla riforma della giustizia “chiamiamola per quello che è: una controriforma, che non potrà soddisfare i cittadini che chiedono la riparazione delle ingiustizie subite – prosegue –. Il centrodestra persegue un disegno che compromette l’autonoma capacità investigativa e punitiva della magistratura, mettendo la mordacchia alla stampa“.

E ovviamente, come sempre, la caccia alle streghe è l’attività preferita da grillini and co. Sulla Santanchè andrete avanti con la mozione di sfiducia? “Assolutamente sì e ne abbiamo depositata una anche alla Camera, dove la ministra ha deciso di non presentarsi – precisa Conte –. Non vogliamo portare il procedimento giudiziario in Parlamento, ma non possiamo tacere“, dice il pentastellato che poi aggiunge: “Mi auguro che Meloni si mostri coerente con quanto diceva dall’opposizione, quando invocava le dimissioni dei ministri di altri governi per tutelare la credibilità delle istituzioni“.

La vicenda del figlio del presidente La Russa mostra da un lato un aspetto giudiziario su cui la politica non deve pronunciarsi, evitando strumentalizzazioni e lasciando che la magistratura prosegua nelle sue indagini – afferma Conte –. Le sue dichiarazioni di padre, però, non hanno tenuto conto delle responsabilità che competono alla seconda carica dello Stato e in ogni caso sono state formulate senza alcun rispetto che andrebbe riservato alla presunta vittima della violenza“. Bizzarre queste dichiarazione da parte del leader di un partito il cui fondatore, Beppe Grillo, è ancora in ballo con un caso simile, se non peggiore, che riguarda il figlio, e che nel corso delle indagini ha detto molto, molto di peggio rispetto a La Russa.

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