Raddoppio del traffico ordinario all’aeroporto di Trapani Birgi, dopo l’inizio dell’emergenza che ha colpito l’aeroporto di Fontanarossa di Catania. Uno sforzo notevole, da parte del personale e di tutti gli operatori collegati, per mantenere l’ordine. Da lunedì sono transitati all’aeroporto di Trapani circa 58.000 passeggeri, con 455 movimenti e un aumento percentuale del 152% rispetto al traffico ordinario. Sono serviti più di 100 pullman per trasportare quotidianamente a Catania i passeggeri.
Ieri l’assessore regionale ai Trasporti Alessandro Aricò si è recato a Birgi per constatare il buon funzionamento del coordinamento dei Trasporti e per ringraziare gli operatori dello scalo e il management di Airgest:
“Siamo venuti a Birgi per ringraziare i vertici ed esprimere il nostro riconoscimento nei confronti di una struttura e del suo personale – ha affermato Aricò – in prima linea nell’emergenza che ha colpito lo scalo catanese. Abbiamo trovato una aerostazione viva ma senza disordini e lamentele. Gli spazi sono stati ottimizzati per l’accoglienza dei passeggeri, anche grazie al supporto degli uomini e delle strutture della Protezione Civile e ai gate le file scorrono. Anche la logistica e il coordinamento per il trasporto dei passeggeri funzionano. La rete coordinata dall’assessorato Trasporti sta dando i suoi frutti, siamo fiduciosi che nel perdurare dell’emergenza, la situazione resti sotto controllo”.
La parziale chiusura dell’aeroporto etneo di Fontanarossa ha provocato, tra l’altro, danni enormi per l’economia del territorio. Per Salvo Politino, presidente Assoesercenti Sicilia “si stima una perdita di circa 40 milioni di euro al giorno. A essere coinvolti non saranno solo i turisti, ma soprattutto l’indotto con le imprese del trasporto, ncc, bus, taxi, la filiera turistica in generale, con particolare riferimento a hotel, b&b, bar, ristoranti, agenzie di viaggio. Il danno riguarda non solo gli arrivi ma anche le partenze. Catania, nel centro storico e non solo, sembra avvolta da una certa desertificazione per il mancato arrivo dei turisti, fatto questo che ha totalmente stravolto le aspettative economiche degli operatori della filiera turistica”.
“Sorge spontaneo il quesito: chi pagherà per i mancati introiti agli operatori economici? – continua – Può un aeroporto internazionale come quello di Catania entrare in crisi per un incendio circoscritto? Gli investimenti sulla sicurezza, sotto il profilo professionale, sono all’altezza delle esigenze di una infrastruttura strategica? Come mai la governance della Sac che gestisce anche l’aeroporto di Comiso non ha subito dirottato i voli proprio sullo scalo del Ragusano evitando disagi? Forse farebbe bene la governance della Sac – conclude Politino – a destinare gli utili di gestione come risarcimento per gli operatori danneggiati. Aspettiamo una risposta”.