“25 luglio 2023 una data che gli abitanti di Mosorrofa non dimenticheranno facilmente. Già dalla mattinata il fuoco aveva devastato Sala di Mosorrofa e zone limitrofe. Tirava un forte vento e le fiamme si sono propagate velocemente fino a raggiungere il centro abitato di Mosorrofa avvolgendolo in una morsa di fuoco“, è quanto scrivono in una nota i cittadini di Mosorrofa. “La pericolosità dell’incendio che ha messo a rischio tutta la popolazione ha avuto il suo apice verso le 14.00 quando hanno preso fuoco due palazzi in pieno centro. I cittadini di Mosorrofa si chiedono come è possibile che un centro abitato è stato lasciato bruciare. Due giorno dopo si è svolto un incontro tra gli abitanti per una riflessione sul pericolo incendio ma soprattutto si è cercato di analizzare le cause della mancata
protezione che sono evidenziate in questo comunicato. Innanzitutto vogliamo far sentire la nostra vicinanza alle famiglie che hanno perso la casa, frutto di sacrifici e anni di lavoro, e far arrivare la nostra solidarietà ai vicini di Cardeto che hanno pagato, in modo assurdo i danni dell’incendio, anche con una vita umana e due ustionati gravi”, aggiunge la nota.
“Vogliamo esprimere il nostro sentito ringraziamento ai Vigili del Fuoco, arrivati anche da fuori provincia e regione; ai Carabinieri della caserma di Cataforio, che non si sono tirati indietro nel duro lavoro per arginare il fuoco; ed anche agli uomini di Calabria verde. Soprattutto un plauso va ai tanti volontari, ai giovani, del paese che si sono spesi per salvare non solo le loro proprietà ma anche quella degli altri. In questo frangente è venuta fuori ancora una volta la generosità e il senso di comunità e solidarietà che si vive a Mosorrofa. Ringraziamo il nostro Arcivescovo Mons. Fortunato Morrone che, con una telefonata al parroco don Mimmo Labella, ha manifestato la sua vicinanza a tutto il popolo di Mosorrofa. Le testimonianze raccolte, indicano alcune mancanze ed inadempienze gravissime che, se fossero state ottemperate dagli amministratori a tutti i livelli, avrebbero potuto indirizzare il triste e pericoloso evento in una direzione diversa e, sicuramente, meno grave. Innanzitutto è stata gravissima la mancanza d’acqua. Già da quasi un mese Mosorrofa ha l’acqua razionata,
un paio d’ore al giorno. Paradossalmente, però, c’è, in contrada Placa, da parecchi mesi o forse da sempre, una enorme perdita dovuta al “troppo pieno” nella vasca di passaggio nella risalita dell’acqua dai pozzi all’acquedotto che nessuno, chi di dovere, si è preoccupato a riparare, nonostante le varie denunce fatte anche da una famiglia che abita vicino è sta vedendo erodere il terreno sotto i propri muri di sostegno. La cosa però che ci lascia esterrefatti è stato che, durante l’incendio, i pompieri hanno attaccato le pompe alle colonnine di emergenza non trovando acqua. Sono andati all’acquedotto,sito a Sella San Giovanni, e non c’era acqua! Questa incredibile situazione, come si può ben capire, ha causato evidenti e pericolosi ritardi nell’opera di spegnimento dei Vigili del Fuoco poiché dovevano fare la spola da e verso la città di Reggio Calabria per rifornirsi d’acqua”, prosegue la nota.
“Sono state richieste autobotti ma, a quanto racconta un cittadino, ne è arrivata una alle 14.30 circa, l’altra è arrivata dopo più di 4-5 ore! Un altro cittadino racconta che è stato chiesto l’intervento della Croce Rossa per far mettere un posto di soccorso; la responsabile della Croce Rossa si è detta disponibile ma necessitava l’attivazione da parte della prefettura che non è arrivata o ha tardato ad arrivare. Nei palazzi che si sono bruciati, il fuoco è arrivato dalla località Bufano, già nota a tutti perché lì doveva nascere un campo sportivo prima e un centro ludico e polifunzionale dopo, ma, oltre il danno la beffa: non solo non abbiamo mai avuto un’area da fruire e da volano per far crescere il paese ma, dove prima c’era un rigoglioso uliveto secolare, adesso, dopo l’esproprio del Comune, vi era una selva di arbusti, erbacce, canneti
che ha alimentato, ravvivato e ingigantito il fuoco e lo ha portato a lambire la strada principale del paese fin dentro le case. Stesso discorso si può fare per l’ex campo sportivo: da quando è tornato nella disponibilità dell’amministrazione comunale è diventato una foresta con enormi alberi e arbusti, anche questo fonte di pericolosità che ha veicolato il fuoco che per fortuna, grazie ai volontari è stato fermato alle porte delle abitazioni“, sottolinea la nota.
“I cittadini del rione Strapunti che si affaccia sulla enorme discarica a cielo aperto in località Puzzu si sono recati dai Carabinieri chiedendo consiglio sul da farsi perché il rogo che ha interessato questa discarica ha prodotto e continua a produrre rilascio di fumi (diossina?) che sta intossicando tutti. Per questa discarica è da anni che chiediamo la bonifica. Il sindaco Falcomatà, il f.f. Brunetti, che ha fatto pure un sopralluogo, e il Prefetto sono a conoscenza dell’enorme rischio ecologico che portava con sé ma non si è fatto niente! Anni fa il gruppo Attivamente con Libera aveva presentato una denuncia alla Procura della Repubblica ma se ne sono perse le tracce. Ora ci ha pensato il fuoco a bonificarla della parte combustibile, ma rimane tutto il resto, mettendo a serio pericolo sanitario tutta la popolazione. Noi chiediamo che venga immediatamente ripulita e che vengano messe in campo le forze necessarie per impedire ai delinquenti che sversavano là i loro rifiuti di reiterare il reato“, evidenza la nota.
“Il comandante della caserma dei Carabinieri di Cataforio si è solertemente attivato inviando subito un sopralluogo dei Carabinieri Forestali che hanno valutato la situazione e il da farsi. Sono stati accompagnati sul posto da quasi tutti i giovani che vivono in quel rione. Chiediamo a chi di dovere (ARPACAL o ASL) di attivarsi per la valutazione del rischio di inquinamento post incendio, stimare il livello di potenziale intossicazione e qualità dell’aria. Chiediamo altresì, un monitoraggio per eventuali, prossimi smottamenti e frane che sicuramente ci saranno alle prime piogge. Ma la riflessione sull’incendio è andata oltre: è mancato l’ordine pubblico! Il Comune ha mandato la Polizia Municipale con notevole ritardo. Siamo ben consci, ovviamente, che le colpe non stanno solo in loco, la Regione Calabria in primis è responsabile della protezione antincendi, della gestione degli ex forestali, dell’assetto sanitario e dalla salubrità dell’area. Si farà qualcosa di concreto? La pulizia dei bordi delle strade campestre e mulattiere, oltre che di quelle principali; La sistemazione e la gestione dei terreni demaniali boschivi… si può fare oppure no? Gli incendi e la salvaguardia delle popolazioni è anche un problema nazionale, del quale i vari governi che si sono succeduti non hanno mai considerato in modo razionale in quanto è evidente il numero ridotto dei vigili, la non trasparente gestione dei Canadair e altro“, rimarca la nota.
“Il sindaco f.f. Brunetti ha dato solidarietà a tutta la popolazione e ha chiesto, con voto unanime di maggioranza e minoranza, lo stato di calamità naturale. Mosorrofa non si accontenta della solidarietà, sono anni che subisce soprusi e torti da tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute, vuole rinascere, ridiventare la terra rigogliosa e bella di un tempo quando dai paesi vicini e a volte anche dalla città venivano a vedere il cinema, a gustare un ottimo gelato e a fare le gite fuori porta. Pertanto, la popolazione ha deciso di indire una manifestazione in Piazza San Demetrio a Mosorrofa mercoledì 2 agosto alle ore 18.30. Tutti sono invitati a partecipare, ci saranno testimonianze di chi ha vissuto il dramma, riflessioni per lo sviluppo futuro ma soprattutto sarà un modo per testimoniare il grande desiderio che ha il mosorrofano di rimboccarsi le maniche e lavorare per la rinascita. Chiediamo a tutte le autorità, a tutti i livelli, di mettersi una mano sulla coscienza e di contribuire fattivamente con atti amministrativi seri e puntuali a questa rinascita. A testimoniare la voglia di rinascita e lo spirito indomito dei mosorrofani ci ha pensato stamattina la Banda Musicale del Paese che ha fatto il giro dei luoghi interessati dal rogo facendo dei mini concerti”, conclude la nota.