Lecco, così il Sindaco ha preso per mano la squadra. A Reggio invece…

Reggina e Lecco, trova le differenze: lì il Sindaco scende in campo e "ringrazia". Qui, invece...

StrettoWeb

La Reggina ha buone chance di essere riammessa in Serie B al Tar. Lo abbiamo scritto in altro articolo, evidenziando le buone impressioni a dispetto invece di quelle negative che accompagnavano i precedenti gradi di giudizio, sportivi. Se così sarà, e lo speriamo tutti, il merito non è di certo delle istituzioni locali, leggasi Sindaci (perché a Reggio ormai ne abbiamo più di uno).

In ogni città del mondo, il primo cittadino (che solitamente è uno solo) si spende per salvaguardare il patrimonio del proprio territorio. In ogni città normale, ovviamente. Pulizia, decoro, servizi essenziali, economia, turismo e tanto altro, tra cui la principale squadra cittadina. Tutto questo va salvaguardato e il compito è affidato a chi amministra la città.

Non scomodandoci troppo, andando oltre i confini nazionali, basta fermarsi all’Italia, all’altra estremità della penisola: Lecco. La storia è ben nota: promozione in B, domanda per un nuovo impianto (quello della città non è pronto per la cadetteria) non arrivata in tempo, iscrizione non concessa, riammissione della Figc, nuovo semaforo rosso dal Coni. Ora, come per la Reggina, ci sarà il Tar. Ma, lì, cosa fanno le istituzioni? Cosa fanno i Sindaci? Anzi, il Sindaco? Scende in campo, si impegna, si muove, interloquisce, mantiene i rapporti.

Il Sindaco di Lecco Mauro Gattinoni ringrazia Balata

Mauro Gattinoni, Sindaco della città lombarda, ha parlato a LeccoChannelNews: “Ci saremmo spesi in favore di chiunque per qualcosa che non sta in piedi. Ringrazio il presidente della Lega Serie B Mauro Balata che si sta spendendo come un leone per i principi e questo vale anche per il presidente federale Gabriele Gravina. Forse un accenno di ammissione da parte del presidente della Lega Pro, visto lo spostamento delle date, sarebbe stato un atto di verità da fare.

“Trattare in modo diseguale il termine perentorio è sbagliato, ci sono dei criteri di proporzionalità da rispettare così come insegnava Alessandro Manzoni. La città sta vivendo qualcosa di importante, entrare in un circuito come quello della Serie B è un avvenimento storico. Intorno alla Calcio Lecco c’è stata compattezza. L’obiettivo è quello di giocare sin da subito al Rigamonti-Ceppi: un epilogo diverso rispetto a quello uscito dal campo sarebbe inaccettabile”.

Gattinoni ringrazia Balata: non lo attacca, non lo accusa, non lancia frecciate al sistema, a chi brucia faldoni, non usa l’arma del vittimismo tanto diffusa qui al Sud; ma, soprattutto, si fa vedere, incontra, discute, non scrive di certo lettere a distanza ai vertici, rimanendo a Reggio a presenziare alle iniziative dei tifosi. Perché questo, e lo abbiamo visto tutti, è ciò che è successo a Reggio Calabria. E’ doveroso ribadire che, se la situazione attuale è questa – e il riferimento è anche alle ultime proprietà succedutesi – il “(de)merito” è anche di chi doveva rappresentare la città a livello istituzionale (e rappresentare non significa di certo assegnare la cittadinanza onoraria). Una città ad oggi morta, senza nulla da offrire, non potrà mai essere “appetibile” per nessuno. E chi aveva il compito di renderla tale? Gli stessi che non hanno mosso un dito per tutelare la Reggina in queste settimane.

Scopelliti e il precedente del Sindaco di Catanzaro

E’ anche in questa direzione che va letto il ragionamento di Giuseppe Scopelliti nel corso della presentazione del libro dell’altra sera a Villa San Giovanni. Ha parlato di “abbandono delle Istituzioni”, citando il precedente del Catanzaro quando lui era Governatore calabrese. Il Sindaco di allora, Traversa, fu accompagnato di persona dal Presidente Federale da Scopelliti. Fece le valige, partì, lasciò la Calabria per andare a Roma a farsi vedere, a parlare, a “rappresentare” la propria città”. La frecciata dell’ex Sindaco e Governatore è chiaramente rivolta ai Sindaci, i primi a dover rappresentare la propria città.

Qui a Reggio invece, anziché prendercela con chi ha combinato un disastro dietro l’altro negli ultimi mesi, facciamo le vittime. E il riferimento non è (o quantomeno non solo) ai tifosi, bensì proprio alle Istituzioni. Loro dovrebbero ricucire i rapporti, farsi vedere, dare autorevolezza. Non per niente fu accolto bene dalla piazza il mancato ricorso al Coni di maggio, che significava “quiete dopo la tempesta”.

Insomma, a Lecco si fanno vedere, discutono, ringraziano. A Reggio sono tutti scomparsi, non vanno a Roma, parlano poco e quando lo fanno combinano danni, con comunicati inutili pieni zeppi di attacchi e vittimismo nonché lettere senza alcun tipo di consistenza. Ma d’altronde l’inconsistenza politica, qui a Reggio, ormai è normalità…

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