Il mega progetto per l’alta velocità ferroviaria adriatica: costa 5 volte il Ponte sullo Stretto e nessuno dice che è inutile

Il Ministero ha incaricato Rfi di realizzare uno studio di fattibilità per l'alta velocità ferroviaria adriatica: un progetto grandioso che costa 50 miliardi di euro ma trova il consenso del Pd: a differenza del Ponte sullo Stretto, nessuno dice che è inutile

StrettoWeb

Rfi sta realizzando per conto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti uno studio di fattibilità sulla realizzazione di una nuova linea ad alta velocità ferroviaria lungo l’Italia adriatica, da Bologna a Bari. Il progetto, richiesto dal ministro Matteo Salvini con l’intenzione di velocizzare i trasporti anche dell’altra Italia rispetto a quella Tirrenica dove l’alta velocità ha rivoluzionato l’economia e la mobilità negli ultimi 20 anni, verrà completato entro fine anno e sarà al vaglio degli esperti del Ministero.

L’idea di unire Bologna a Bari con una linea ad alta velocità ferroviaria ha un costo stimato in circa 50 miliardi di euro e i tempi di realizzazione sono stimati in 13 anni di lavori: si tratta di un’opera eccezionale, che costerebbe cinque volte quanto il Ponte sullo Stretto e con il doppio del tempo necessario per completarla. Eppure nessuno è contrario, nessuno sbraita che sarebbe una spesa “inutile” o che “non serve a nulla”, come i soliti idioti fanno per il Ponte sullo Stretto. Anzi. Il vice ministro alle Infrastrutture Galeazzi Bignami, ha spiegato che “a fine 2023 inizio 2024, appena i documenti di fattibilità delle alternative progettuali verranno elaborati da Rfii, li valuteremo e ci confronteremo con le istituzioni al fine di stabilire la soluzione più sostenibile o più conveniente per portare l’Alta velocità nelle Marche, in Abruzzo, in Molise e in Puglia, su tutta l’Adriatica“. Nel Partito Democratico non c’è alcuna opposizione all’idea, tanto che a maggio 2020 l’allora ministro della Cultura Dario Franceschini in una intervista al Corriere della Sera sottolineava come l’infrastruttura adriatica dovesse rientrare in una “grandiosa Ricostruzione” per rilanciare il Sud.

Confindustria di Ancona ha già elaborato un’analisi secondo cui l’opera genererebbe 95 miliardi di Pil (oltre a notevoli benefici anche per turismo, industria, inquinamento e qualità della vita), con la creazione di 144 mila posti di lavoro. Insomma, l’Italia che vuole progredire c’è e il Ponte sullo Stretto non è un investimento isolato, basti pensare ai lavori in corso per le nuove linee ad alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria e Messina-Catania-Palermo. Il sogno di un Centro/Sud finalmente infrastrutturato in modo adeguato alle esigenze di sviluppo economico e sociale sta diventando realtà.

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