In adunanza urgente il Consiglio comunale ha approvato, con voto unanime dei presenti la proposta del sindaco Pippo Midili di “non adesione alla costituenda società a partecipazione mista pubblica-privata “MessinaAcque Spa” per la gestione del servizio idrico integrato dell’Ato Messina”. Si è giunti al voto a conclusione di un acceso dibattito sviluppatosi dopo la lettura della proposta, ritenuta tardiva dal consigliere di opposizione Damiano Maisano, il quale chiedeva se fosse possibile adottare un provvedimento di gestione in autonomia.
La segretaria Andreina Mazzù chiariva che si era ancora in tempo per deliberare, ma riscontrando una sorta di anomalia nel proporre una società mista pubblica-privata quando già l’assemblea dei sindaci nel 2022 si era pronunciata per una gestione totalmente pubblica. Perplessità venne manifestata da Foti ricordando che nel 2011, con un referendum, la popolazione si era dichiarata contro la privatizzazione dell’acqua, e che c’era in atto pure il pronunciamento dell’assemblea dei sindaci. La delibera da adottare, ad avviso di Giuseppe Crisafulli riguardava la gestione della società e non la manifestazione di contrarietà alla società mista, già decisa con un’azione politica calata dall’alto.
In effetti Nino Italiano considerava l’operazione politica, un seguito al carrozzone dell’Ato rifiuti, che comporterà prevedibilmente un rincaro dell’acqua e problemi di gestione. Per lui è il momento di scendere in piazza ed iniziare a protestare contro una politica che ha rovinato
le famiglie. Assurdo secondo Ficarra disattendere l’esito del referendum popolare contro la privatizzazione dell’acqua proponendo una società mista e chiamare al voto il consiglio per l’adesione alla costituenda società mista pubblica-privata. “La verità è che la politica vuole privatizzare l’acqua – ha sostenuto Alessio Andaloro– creando un altro carrozzone politico dopo quello dei rifiuti”.
Con questo abbandonava l’aula, e con lui il collega Maisano, mentre l’assessore Roberto Mellina riferiva dei previsti Piani d’ambito, “ma siamo contrari che la società sia mista e la proposta di delibera è di diniego, sulla quale tutti sono stati d’accordo approvandola.” Mellina ha poi illustrato il “regolamento per la definizione agevolata delle entrate non riscosse a seguito d’ingiunzioni e accertamenti esecutivi” e 4 emendamenti.
Alla ripresa, riscontrati 14 presenti che approvavano, con 13 voti favorevoli e 1 astenuto (Foti) gli emendamenti, la proposta, la dichiarazione di immediata esecutività, e con lo stesso esito anche la proposta di Assestamento generale per l’esercizio 2023.