Reddito di cittadinanza, chi ne ha davvero bisogno ne usufruirà ancora: l’Inps sbugiarda l’opposizione al governo

"Le persone che versano in un particolare stato di bisogni complessi" potranno ancora usufruire del Reddito di cittadinanza

StrettoWeb

Il capitolo “Reddito di cittadinanza” sta per chiudersi per migliaia di italiani. Le polemiche, le critiche, gli attacchi al governo, sono stati molteplici, ma la verità è che il Rdc così come è stato pensato e messo in atto non funziona. Percettori indebiti, persone che ricevendo il sussidio non si preoccupavano minimamente di cercare lavoro (cosa che invece era stata garantita dal governo grillino che aveva introdotto la misura), spreco di denaro pubblico per sostenere cittadini in età lavorativa, pienamente in grado di sostenersi con le proprie forze e non alle spalle dello Stato.

Questo è il quadro che il Reddito di cittadinanza ci ha restituito, a discapito di tutti i cittadini ma soprattutto di coloro che, di quel sussidio, avevamo estremamente bisogno. E proprio questi ultimi saranno gli unici a poterne ancora usufruire, come spiega di seguito una nota diffusa dall’Inps.

La nota di Inps sul Reddito di cittadinanza

In occasione del pagamento dell’ultima rata di Reddito di cittadinanza ai percettori che hanno già fruito di 7 mensilità nel 2023, l’Istituto, con un SMS o e-mail, ha informato gli interessati della sospensione del beneficio come previsto dalla norma.
In particolare, nella sintetica comunicazione, è stato anche ricordato che, nell’eventualità della presa in carico dei servizi sociali, la sospensione sarà revocata“. Lo fa sapere l’Inps con una nota stampa diffusa oggi.

Si precisa che questa eventualità riguarda esclusivamente le persone che versano in un particolare stato di bisogni complessi e di difficoltà di inserimento sociale o lavorativo.
La presa in carico chiaramente non potrà quindi riguardare tutti i soggetti che sono già stati o potranno essere indirizzati proficuamente ai servizi per l’impiego per intraprendere percorsi lavorativi e per i quali lo stesso decreto-legge 4 maggio 2023 n. 48 (convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85) ha previsto l’accesso alla nuova misura del Supporto formazione e lavoro a partire da settembre“, conclude la nota dell’Inps.

Dunque no, non è come dice Conte: questa non è “una guerra ideologica condotta sulle spalle dei più poveri“, perché a loro, e solo loro, spetterà d’ora in poi il sussidio.

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