Reggina, crescono le speranze di riammissione al Tar ma intanto il Sant’Agata si ferma

Reggina, aumenta la fiducia per l'esito del ricorso al TAR: si avvicina la riammissione in serie B, ma il problema è cosa succederà dopo. Intanto la situazione è così critica che la squadra ha avuto il via libera: il Centro Sportivo chiude per tre giorni

StrettoWeb

Avete mai visto una squadra di calcio in ritiro pre-campionato con i calciatori che la sera tornano a casa loro per dormire? E il weekend escono la sera con gli amici nei locali? E che poi si fermano, per più di tre giorni, e partono per il weekend come succede durante la stagione dopo una partita prima di una sosta per le nazionali? Ebbene, è questo lo stato delle cose in casa Reggina: dopo l’ultimo allenamento di questa mattina, il Centro Sportivo ha chiuso i battenti. Almeno per tre giorni e mezzo: liberi tutti, ci vediamo martedì 1 agosto. Chi vorrà potrà tornare a casa, dalla famiglia. Qualcuno rimarrà in città (a casa propria) per godersi il mare. Di fatto il ritiro si ferma: una realtà senza precedenti nella storia del calcio. Ma pretendere che i calciatori rimanessero al Sant’Agata anche il weekend in questo scenario sarebbe disumano.

La situazione al Centro Sportivo è sempre più difficile: ne avevamo già parlato nei giorni scorsi quando scrivevamo che il ritiro rischiava di saltare. E infatti adesso è saltato, almeno per tre giorni abbondanti. Ma i problemi non sono solo quelli della squadra, bensì di tutta la struttura. I condizionatori non funzionano, gli uffici sono diventati un forno. Le stanze della foresteria vengono pulite solo per disperazione quando non se ne può proprio più fare a meno. Non ci sono più i soldi neanche per sostituire gli irrigatori dei campi che si sono guastati, così come la squadra sta lavorando senza medico e fisioterapista: sono senza contratto, presenziano al Sant’Agata soltanto per amore della maglia e di questi ragazzi a cui si sono affezionati dopo una stagione di grandi emozioni vissuta fianco a fianco.

E in città c’è ancora qualcuno che è convinto che tutto vada bene. Il Centro Sportivo si è spento lentamente: dei circa 30 dipendenti e impiegati che lavoravano regolarmente durante la stagione, oggi ne sono rimasti quattro. Stoici, coraggiosi, appassionati. Ma pur sempre quattro. Senza contratto o senza stipendio da cinque mesi. Nell’ultimo mese si sono dimessi il Presidente, poi l’intero Consiglio di Amministrazione, poi il Responsabile Comunicazione e il Responsabile Social Media che sono andati alla Sampdoria, poi il Segretario Generale che è andato al Catanzaro, poi il Responsabile del Settore Giovanile che è andato al Rimini.

Di mister Pippo Inzaghi l’abbiamo già scritto: il suo addio è già deciso, si tratta soltanto di una formalità (sempre più vicina). L’allenatore che è stato artefice di un vero e proprio miracolo sportivo centrando i playoff a maggio dopo mesi di lavoro in condizioni drammatiche sta soffrendo molto questa situazione per le condizioni del suo staff, che non sa neanche con chi discutere la rescissione del contratto triennale (a cui Inzaghi ha già deciso di rinunciare).

I calciatori si stanno allenando consapevoli che poi giocheranno altrove: molti hanno già l’accordo con altri club, che però aspettano di poterli eventualmente prendere da svincolati prima di formalizzare. E così rimangono nel limbo, mentre hanno eroicamente affrontato i +43°C di Reggio Calabria allenandosi sotto il sole dell’anticiclone africano mentre tutti i loro colleghi sono al fresco in montagna e gli mandano le foto delle corse nei boschi, della grandine e dei letti con i piumoni per la notte. Inoltre gli stessi calciatori non hanno ancora ricevuto il pagamento dello stipendio di giugno, che – trattandosi di tesserati federali – se non arriverà entro martedì 1 agosto comporterà una penalizzazione certa nel prossimo campionato. Ad oggi nessuno ha intenzione di pagare il dovuto (un milione e 250 mila euro).

Il più grande paradosso di tutta questa situazione è che nelle ultime ore crescono le speranze di ottenere la riammissione in serie B tramite il ricorso presentato al TAR, che si esprimerà mercoledì 2 agosto. Se per tutti i precedenti gradi di giudizio l’impressione era molto negativa con speranze ridotte al lumicino e infatti poi tutti i ricorsi sono stati puntualmente bocciati, stavolta lo scenario è diverso e il verdetto potrebbe davvero essere ribaltato. Un’ottima notizia per la Reggina, ma il problema sarà cosa succederà dopo. Ad oggi la squadra è esclusa dalla serie B ma non sostituita, con una forte speranza di rientrare (in ogni caso bisognerà poi superare lo scoglio del Consiglio di Stato dove ricorreranno gli altri club se la Reggina davvero verrà riammessa dal TAR). Far ripartire il Sant’Agata, però, sarà impresa più difficile anche perchè mancano le figure strategiche per mandare avanti il club. In modo particolare il ruolo di Salvatore Conti (Segretario Generale) era determinante per consentire alla società di rispettare tutte le scadenze, che ad agosto saranno numerose. Chi sarà il nuovo Segretario Generale e soprattutto chi lo nominerà? Anche volendo pensare che una squadra di giovani, a partire dal nuovo allenatore (con cui Taibi ha già l’accordo), si possa fare in extremis con l’obiettivo di raggiungere il playout (significherebbe mettersene tre sotto!) e inseguire una disperata salvezza, chi si occuperà di tutto ciò che c’è a monte e che è molto più importante affinché la squadra possa esistere e scendere regolarmente in campo?

Intanto la Reggina è stata ufficialmente e definitivamente esclusa dalla Coppa Italia: avrebbe dovuto giocare il 13 Agosto a Cremona dove invece andrà il Crotone, e la Reggina – anche in caso di riammissione – non potrà più partecipare alla prestigiosa competizione nazionale (era successo una sola volta in 109 anni di storia, dopo il fallimento).

Le dimissioni dei dirigenti non sono neanche state comunicate sul sito ufficiale, in barba di chi ancora dà credito agli annunci pubblicati sul sito ufficiale al punto da eccitarsi leggendo i faraonici (e fasulli) annunci di Saladini, prima, e Ilari poi. Senza gli articoli di StrettoWeb (mai smentiti da alcuno, anche solo di una virgola), i tifosi neanche avrebbero saputo cosa sta succedendo davvero. Così come non avrebbero mai saputo del ritiro sospeso: dall’inizio è tutto a porte chiuse, e non c’è neanche un briciolo di aggiornamento. Se non ci fosse la stampa, i tifosi sarebbero completamente all’oscuro di tutto. Altro che “trasparenza e legalità”.

Inoltre nel comunicato stampa di nove giorni fa il club annunciava la cessione del 100% delle quote sociali da Saladini/Ferraro a tale Ilari promettendo che “a breve sarà convocata una conferenza stampa”. Dopo 9 giorni non è stata convocata alcuna conferenza stampa e il fantomatico nuovo proprietario non si è mai visto a Reggio, non solo per parlare con i giornalisti e con i tifosi, ma neanche con i dipendenti, i dirigenti e i calciatori. Viene il dubbio che esista davvero, anche se martedì ha mandato una brava persona come Maurizio Pellegrino a prendere atto della situazione, ma l’esperto dirigente sportivo non ha preso alcun impegno e infatti dopo tre giorni non è arrivata alcuna risposta. La dirigenza continua a rimanere in silenzio, nell’ombra, lontana da Reggio e dalla Reggina.

Siamo ormai ad Agosto e tra cinque giorni la Reggina ha buone probabilità di essere riammessa in serie B, ma il problema più grande è che non sta facendo nulla per farsi trovare pronta e il vero disastro potrebbe iniziare proprio dopo la riammissione. Ad ennesima riprova che non c’è nessun complotto contro il club amaranto, non c’è nessun potere forte che trama contro la Reggina, non ci sono chissà quali lobby che operano nelle Istituzioni per penalizzare la squadra di Reggio Calabria, non ci sono i cattivoni a Brescia o in Federazione o al Ministero (improbabili alibi di chi tenta di continuare ad incantare gli allocchi scaricando su altri le proprie responsabilità), ma, al contrario, tutti i problemi della Reggina sono nati e si stanno aggravando esclusivamente all’interno della Reggina.

Condividi