Reggina, “cronache surreali dal Sant’Agata”: lo stato d’animo della squadra nelle parole di Giusva Branca

L'intervento sui social del Team Manager della Reggina Giusva Branca

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Qualcuno, tra i tifosi della Reggina, ha storto il muso, qualche giorno fa, quando abbiamo parlato di squadra triste e abbandonata al rientro al Sant’Agata. Al piacere di ritrovare i compagni, infatti, si mescola ovviamente l’assenza di Saladini e l’incertezza sul futuro.

A ribadire uno stato d’animo spaesato è chi il Sant’Agata lo ha vissuto e lo vive tutt’ora da dentro, nonostante abbia il contratto scaduto. Il riferimento è al Team Manager Giusva Branca, che su Facebook ha descritto i momenti del ritrovo dei calciatori per le visite mediche, incontrati per la volontà di stargli vicino visto il momento. Riproponiamo integralmente l’intervento, commentato poi anche da mister Inzaghi con dei cuori.

“CRONACHE SURREALI DAL “S.AGATA”
Sorrisi tristi.
Pacche sulle spalle.
Abbracci tra reduci. Veri. Sinceri. Solo nostri.
Paura.
Paure.
Caldo, caldissimo.
Tv a guardare le altre squadre già al lavoro.
Ma che ci hanno fatto?
E perchè?
E ora?
E domani?
E quando tornerà l’inverno?
Dammi un consiglio.
Caldo, caldissimo.
La testa alta di chi ha fatto l’impresa in silenzio, muti.
La voglia di riprovarci, la paura di non esserci.
Soldati.
Soldati e generali.
Soldati e generali di un esercito senza più nemico, senza più campo di battaglia
Caldo, caldissimo.
Cazzo, quanto sei abbronzato.
Però, ogni anno con sta panza…
Risate. Risate complici. Risate complici…ma che ne sanno?
Risate amare.
Solidarietà verso i più deboli.
E ti ricordi quante gliene ho dette a quel guardalinee?
Si, però, potevi fare il fenomeno e passare la palla.
Oh, hai visto Giovannino, ha fatto il primo gol della stagione.
E chiama, chiama quell’altro, facciamogli una videochiamata, così ci facciamo quattro risate.
Caldo, caldissimo.
Non dimenticare la scheda chè non ci apre nessuno.
Di sto regolamento non ci ho capito un cazzo.
E tu pensa a giocare al pallone chè quello sai fare (forse).
Eh si, e io volevo solo giocare al pallone, appunto.
Ma poi quell’esame lo hai fatto, tu che studi?
Incredulità
Angoscia.
Sudore.
Verità urlate tra noi.
Ma non sei senza contratto? E che ci fai qua?
E vi lasciavo soli? Senza di me manco alla porta arrivate.
E che si fa?
E che notizie hai?
E un tuo parere?
E cosa rispondo al mio agente?
Caldo, caldissimo.
Domani a che ora?
A mille gradi?
Si, a mille gradi. Domani si comincia. Cazzuti, come sempre.
Qui S.Agata, noi siamo ancora qua.
Non so, ciascuno, fino a quando, ma noi siamo ancora qua…
Caldo, caldissimo”.

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