Reggina ostaggio di Saladini: oggi il ricorso, speranze ridotte al lumicino

Reggina, Saladini non paga e non cede alla Federazione: così il ricorso contro l'esclusione dalla serie B non ha speranze. Scenario drammatico per la gloriosa società amaranto

StrettoWeb

La Reggina è letteralmente ostaggio di Felice Saladini. L’ottimismo che nelle scorse ore alimentava le speranze della città non ha trovato alcun riscontro concreto: il proprietario del club non ha ancora disposto il pagamento dell’F24 con i 757 mila euro di tasse allo Stato previsti dal piano di ristrutturazione del debito approvato dal Tribunale che, in base alle norme federali, doveva essere onorato entro il 20 giugno scorso, né cambiato idea rispetto alla possibilità di incontrare Gravina, recarsi in Federazione e riporre l’ascia di guerra.

Difficile comprendere come Saladini possa pensare, da solo, di vincere una battaglia giudiziaria e politica all’interno della FIGC dove persino la potentissima Juventus è stata di recente sconfitta e umiliata: il Presidente Andrea Agnelli è stato addirittura costretto a dimettersi e scomparire, la società ha perso la Champions League che aveva conquistato sul campo e ha dovuto patteggiare, ammettendo la propria colpevolezza, pagando 718 mila euro di ammenda e rinunciando ad ogni tipo di ricorso.

Eppure la Reggina aveva già trovato un compromesso con la FIGC per venire incontro alle esigenze comuni quando, meno di due mesi fa, ha deciso di accettare la penalizzazione di 5 punti senza procedere fino in fondo con ulteriori ricorsi, al contrario di quanto annunciato in precedenza. Cos’è accaduto in queste ultime settimane deliranti è difficile da comprendere, e quindi figuriamoci da raccontare. Una situazione surreale che tiene la città con il fiato sospeso, talmente tanto che ancora in molti non ne hanno compreso la gravità. In una città che fino a dieci anni fa storceva il muso per la cessione di questo o dell’altro calciatore necessaria a far quadrare i conti e mantenere il club ad altissimi livelli, oggi invece sta scomparendo nel silenzio e nell’indifferenza generale.

Oggi è l’ultimo giorno per presentare ricorso contro la decisione della Covisoc che venerdì scorso ha escluso ufficialmente la Reggina dalla serie B. Per presentare ricorso c’è tempo fino alle ore 19:00 e Saladini ha incaricato gli avvocati Paolo Rodella ed Enrico Lubrano, gli stessi che hanno già gestito tutto l’iter per le penalizzazioni nel corso della primavera. Il ricorso non è stato ancora presentato, ma con ogni probabilità verrà depositato prima del gong di questa sera. Poi il Consiglio Federale deciderà dopodomani, venerdì 7 luglio, nella riunione convocata per le 10:00 del mattino. La situazione per la Reggina è drammatica, forse tifosi e istituzioni non ne hanno piena consapevolezza. Al momento la Reggina è ufficialmente esclusa dal campionato e soltanto il Consiglio Federale di venerdì può riammettere il club in serie B accogliendo il ricorso ribaltando la decisione della Covisoc. Ma senza il pagamento dei 757 mila euro e un incontro chiarificatore in Federazione non ci sono speranze. Il tempo stringe. E Saladini insiste sulla linea dura, che però lo porterà a sbattere. Portando drammaticamente con sè tutta la città e un club glorioso con 109 anni di storia, simbolo di un’identità comune non solo per Reggio Calabria ma anche per un’intera comunità di centinaia di migliaia di persone sparse ovunque in giro per il mondo.

Osservatori interessati della vicenda sono Brescia, Perugia e Foggia: in ballo c’è anche il caso del Lecco che molto fa discutere il calcio italiano. La squadra lombarda è una piccola matricola che fa simpatia, ma effettivamente la sua dirigenza si è dimenticata di presentare la documentazione per lo stadio nei modi e nei tempi previsti dai regolamenti federali. La Federazione ha le sue regole e consentire a qualcuno di violarle significherebbe che da quel momento non varrebbero più per nessuno. E’ facile sparare a zero sul sistema-calcio in base agli umori e alle simpatie del momento, ma se ci sono delle regole e se c’è qualcuno che non le ha rispettate il discorso dovrebbe chiudersi semplicemente lì. Ecco perchè Brescia, Perugia e Foggia seguono da vicino tutta la vicenda: è probabile che da venerdì si apra una nuova partita per capire quali saranno le squadre ripescate.

L’ipotesi di rinviare la decisione fino al Collegio di Garanzia dello Sport del CONI, che si esprimerà il 20 o il 21 luglio, è sempre più concreta. Significherebbe che il Consiglio Federale non deciderà quali saranno le squadre ripescate, ma confermerà l’esclusione di Reggina e Lecco, dando la palla al CONI che poi dovrà decidere chi disputerà la serie B. In questo caso, i calendari verranno sorteggiati con “X” e “Y” al posto di Reggina e Lecco, e poi queste caselle verranno riempite con le squadre che deciderà il CONI.

Uno scenario comunque molto pericoloso per tutti, perchè arrivare fino al 20/21 luglio senza conoscere la composizione degli organici comporterà un decisivo ritardo di preparazione, organizzazione e mercato per tutte le società coinvolte, oltre che per gli accoppiamenti della Coppa Italia, dove la Reggina avrebbe dovuto esordire nella prima uscita stagionale in programma il 13 agosto sul campo della Cremonese nel trentaduesimo di finale. Ma adesso è fuori, e giocherà questa partita – come anche poi tutte le altre – soltanto se riuscirà ad essere riammessa in serie B.

Nel caso della Reggina, nessuno in Federazione contesta la legalità del piano di ristrutturazione del debito operato dal club con il Tribunale ordinario. Il punto è il conflitto con le norme federali, che pure si sono adeguate nel corso della stagione alla nuova legge dello Stato, prevedendo però dettagliatamente che tutti gli adempimenti dovuti alle iscrizioni fossero completati entro il 20 giugno. Compresi i pagamenti delle tasse previsti dai concordati. La Reggina non l’ha fatto e continua a non farlo anche adesso, dopo l’esclusione decisa dalla Covisoc, perseverando nell’errore. La Federazione ha la comprensibile necessità di mantenere la propria autonomia, per rispetto dell’esigenza di tempi molto più brevi e ristretti – a differenza della giustizia ordinaria – proprio per consentire il regolare svolgimento dei campionati. Ognuno, poi, è libero di rispettare le leggi dello Stato senza però partecipare ad un campionato che ha il suo regolamento: io posso anche usare le scarpe rosse perchè lo Stato mi consente di scegliere qualsiasi colore di scarpe per uscire di casa, ma se domani volessi partecipare ad un torneo il cui regolamento prevede l’obbligo di indossare le scarpe blu non potrò certo appellarmi alla norma dello Stato che mi consente di avere le scarpe rosse. Sarò libero di continuare ad usare le mie scarpe rosse, ma senza partecipare a quel torneo. E così la Reggina sarà nella perfetta e assoluta legalità dello Stato, ma fuori dalla serie B perchè non ha rispettato i sacrosanti regolamenti federali.

Perché Saladini non abbia disposto questo pagamento entro il 20 giugno (quando ha versato una cifra di oltre sette volte più grande per onorare tutti gli altri adempimenti dovuti per l’iscrizione) e continui tutt’ora in questa battaglia già persa in partenza nonostante i consigli che gli arrivino in tal senso, quasi supplicanti, da parte di tutti coloro che amano la Reggina, è difficile da capire.

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