Il ministero della Difesa ucraino ha riconosciuto per la prima volta la responsabilità di Kiev nell’attacco al ponte di Crimea che risale all’8 ottobre 2022. L’ammissione di colpevolezza arriva nel 500° giorno della guerra. A farla è il vice ministro della Difesa Hanna Malyar, che ha pubblicato su Telegram un elenco delle azioni più importanti messe a segno dall’esercito. Fra queste figura l’attacco al ponte: “273 giorni da quando è stato effettuato il primo attacco sul ponte di Crimea per interrompere la logistica dei russi“, ha scritto. Il ponte di Crimea fu fatto saltare in aria con esplosivo portato da un camion bomba.
Berlino punta a rinviare l’ingresso dell’Ucrana nella Nato
Intanto, al vertice Nato di Vilnius la prossima settimana, la Germania intende insistere per rinviare l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza. Lo scrive il Telegraph citando fonti Nato. “Berlino è reticente sulla possibilità di offrire l’adesione immediata“, riporta il quotidiano britannico, sottolineando che la Germania preferisce spingere gli alleati a concentrarsi sullo sviluppo di garanzie di sicurezza per Kiev. Secondo le fonti del Telegraph, “Berlino non vuole che Vladimir Putin testi l’articolo 5“. Quest’ultimo prevede che qualsiasi stato membro della Nato attaccato abbia il diritto di chiedere l’intervento militare degli alleati.
Kiev sarà in grado di diventare un membro della Nato grazie al suo successo nel contrastare la Russia. Lo ha dichiarato ieri sera il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov. “Se la Russia è la principale minaccia per la Nato – ha detto Reznikov –, ho una semplice domanda per i miei colleghi ministri della Difesa: se solo un Paese al mondo ha un’esperienza moderna, efficace e di successo nel contrastare l’esercito russo, di quali altri argomenti avete bisogno per invitare l’Ucraina nell’Alleanza? Sono convinto – ha concluso il ministro di Kiev – che l’Ucraina è un paese Nato de facto e diventerà un paese Nato de iure“.