Anche il TomTom vuole il Ponte sullo Stretto: che mondo sarebbe…

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Anche il TomTom vuole il Ponte sullo Stretto. Non appena il livello della benzina diminuisce al valore indicato (inferiore agli 80km di percorrenza) e ci si trova nell’area dello Stretto di Messina, ecco che appaiono automaticamente sul navigatore i suggerimenti delle stazioni di servizio più vicine e convenienti. Se ci si trova a Reggio, ci sono anche quelle di Messina e viceversa. Ovviamente oggi nessuno sarebbe così folle da uscire dall’autostrada, fare la fila per i traghetti, traghettare, fare di nuovo la fila per scendere, fare il pieno e ripetere l’operazione: nella migliore delle ipotesi, senza traffico e senza code, ci vorrebbero due ore e mezza di tempo. Altro che benzina: avremmo caricato prima l’auto elettrica!

Con il Ponte sullo Stretto, invece, si potrà anche fare benzina dall’altro lato. Con l’inevitabile calo dei prezzi, perchè ci sarebbe quel virtuoso meccanismo di concorrenza interregionale che farebbe a gara di ribasso per procacciarsi nuovi clienti. Quello della benzina è solo un esempio: per tutto funzionerebbe così. Dalle aziende che vendono mobili alle ditte che costruiscono infissi, dai ristoranti e pizzerie, dai bar ai panifici, dai pescivendoli ai macellai, dai supermercati ai gommisti, dalle librerie all’abbigliamento. Qualsiasi attività commerciale dovrebbe fare i conti con un mercato stravolto, in cui la concorrenza si sarà immediatamente raddoppiata. E i consumatori avranno il doppio delle opportunità, il doppio della scelta, il doppio delle occasioni.

Il Ponte sullo Stretto consentirebbe ad un’area metropolitana di 500 mila persone di vivere, in un solo giorno con la sua apertura al transito, un vero e proprio shock economico altrimenti irripetibile. Che mondo sarebbe…

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