Caso Museo del Bergamotto: la risposta di Angela Martino a StrettoWeb

L'assessore Angela Martino ha risposto all'articolo di questa mattina pubblicato su queste pagine in merito allo sfratto del Museo del Bergamotto

StrettoWeb

In merito all’articolo pubblicato questa mattina su StrettoWeb dal titolo “La guerra del Pd al Museo del Bergamotto di Reggio Calabria: vogliono cancellare l’identità di questa città” riportiamo di seguito la replica dell’assessore comunale Angela Martino:

Per formazione e cultura politica non commento le sentenze, ritenendo sacro il ruolo di ciascuno dei poteri dello Stato; tanto meno vesto i panni della tifosa quando le stesse sono favorevoli all’amministrazione comunale.

Ma innanzi all’articolo di stampa pubblicato da Strettoweb dal titolo “La guerra del PD al Museo del Bergamotto di Reggio Calabria: vogliono cancellare l’identità di questa città”, per favorire una corretta informazione a cui l’opinione pubblica ha evidentemente diritto, sono indispensabili alcune precisazioni: ossia fare riferimento alle azioni processuali dell’Associazione “Accademia del Bergamotto” contro il Comune di Reggio Calabria, precisamente alla sentenza del Tar n. 2758/2022 e a quella del Tribunale civile n. 1453/2023, conclusesi a favore dell’amministrazione comunale che si è finanche vista riconosciuto il pagamento delle spese processuali. Dai contenuti dell’articolo, sorge il dubbio che la giornalista non abbia dato nemmeno una veloce lettura ai due dispositivi. Ma tant’è… Un noto intellettuale francese diceva che la calunnia è l’ultima risorsa dell’impotenza.
Non ritenendo opportuno tediare i lettori con i dettagli dei provvedimenti amministrativi adottati dall’apparato burocratico e impugnati nelle azioni processuali suddette, penso però sia essenziale qualche breve considerazione.

La responsabilità nella gestione dei beni pubblici è puntualmente disciplinata nel nostro ordinamento, come del resto la responsabilità della pubblica amministrazione nei riguardi di quelli che sono beni della collettività dati in concessione o locazione. Il principio della leale concorrenza deve essere debitamente tutelato a garanzia di tutti, in primis degli operatori economici. Nessuno può pensare di ignorare o interpretare a proprio piacimento i contenuti di un contratto, occupando uno spazio pubblico senza versare il dovuto alla comunità.
Concludo con un pensiero di Giacomo Leopardi, che spesso mi soccorre innanzi a parole che non riesco a comprendere: “Il maligno dice male dé buoni; lo stolto or dé buoni, or dé malvagi; il saggio di nessuno mai“.

In merito alle dichiarazioni di Martino, si commenta da sola la parte in cui l’assessorA, come lei stessa si definisce, dice che io, giornalista, non abbia visionato i dispositivi delle sentenze: considerando che fin dalle prime righe del testo scrivo che il Museo del Bergamotto è “sotto sfratto“, non sto di certo riportando parole mie ma l’esito di sentenze. Come dovrebbe essere ovvio ad ogni lettore nemmeno troppo attento. Dunque, il primo punto che ci viene contestato, ovvero l’aver volutamente omesso il contenuto delle sentenze, lo rimandiamo al mittente perché è proprio ciò su cui verte l’articolo.

Seconda riflessione: nessuno commenta la sentenza stessa, anzi, ne prendiamo semplicemente atto. Il fatto però è che nessuna amministrazione che abbia a cuore il proprio territorio doveva arrivare a questo punto. E le pec con le quali, fin da subito, l’Accademia del Bergamotto chiedeva di poter riparare alla situazione debitoria rateizzando i pagamenti le ho visionate io stessa, come ho visionato le risposte degli uffici comunali: tutte disfattiste e con perentori “no” dalla prima all’ultima.

Ora, non ho purtroppo in questo momento citazioni erudite da fare per risultare più credibile agli occhi di chi legge, ma considerando che la replica al mio articolo è arrivata da un assessore allo Sviluppo Economico che fino a pochi giorni fa non aveva mai messo piede nel secondo museo per importanza della città che amministra, direi che la credibilità non sono di certo io, umile giornalista, che devo guadagnarmela. Il mio compito è solo quello di raccontare tutte le parti di una data vicenda, non solo quelle rese pubbliche da chi ha la voce più forte e istituzionali.

Detto ciò, faccio un pronostico: chiuso il Museo messo in piedi egregiamente dall’Accademia del Bergamotto, che mi auguro possa trovare altra collocazione, probabilmente lontano da questa città, sono certa che qualche altro museo simile, sempre in tema bergamotto, spunterà a Reggio, questa volta con il favore di tutti. Invito solo i lettori a prestare attenzione, in futuro, e a vedere chi e quando. D’altronde non è forse questo il compito del giornalista? Ovvero fornire a chi legge gli strumenti per valutare in autonomia le questioni, usando però come metro di valutazione le informazioni complete (non di parte) e il proprio spirito critico?

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