Il comune di Reggio Calabria sbatte le porte in faccia ai turisti: il Treno degli Dei, l’ennesima occasione persa

Il Treno degli Dei, ovvero quell'occasione persa che Reggio Calabria non ha saputo o voluto cogliere per incentivare il turismo

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StrettoWeb

Reggio Calabria, come il resto della regione d’altronde, potrebbe vivere di turismo. Potrebbe fare del comparto turistico il suo fiore l’occhiello. Il settore trainante di tutta l’economia. Quante volte abbiamo sentito queste parole da questo o quel politico di turno? In campagna elettorale, soprattutto. Ma poi, all’atto pratico, cosa si fa in tal senso?

Quali sono le azioni politiche che le amministrazioni mettono in campo affinché questo tanto paventato sviluppo turistico diventi realtà? Ovviamente, dipende dalle amministrazioni e a Reggio la risposta è tanto semplice quanto drammatica: questi non si rendono conto nemmeno quando una ghiotta opportunità turistica viene loro fornita su un piatto d’argento.

Ed è da qui che parte la vicenda che vi raccontiamo oggi. E’ la storia, o una delle tante prove se vogliamo, di quanto l’attuale amministrazione reggina sia poco lungimirante e poco attenta alle reali potenzialità di un territorio che quella benedetta vocazione turistica ce l’ha davvero. Andrebbe solo saputa individuare e valorizzare.

Il Treno degli Dei

Molti nostri lettori sapranno già cos’è il Treno degli Dei. “Un viaggio d’altri tempi sulle rive del Tirreno con il Treno degli Dei. A bordo delle vetture anni ’30 della Fondazione FS, lungo la panoramica Ferrovia Tirrenica meridionale, alla scoperta dei tesori di Tropea e della Costa Viola“, si legge sul sito web dedicato. Si tratta della brillante iniziativa di Ferrovie in Calabria, un’associazione culturale di promozione del trasporto ferroviario nella nostra regione.

Si tratta, in estrema sintesi, di un giro turistico su strada ferrata che tocca in particolare quattro località della costa tirrenica calabrese: Tropea, Bagnara Calabra, Scilla e Reggio Calabria. I turisti salgono a bordo del treno storico e decidono a quale fermata scendere, per poi tornare indietro sempre a bordo del suggestivo treno.

Partenariato tra comuni

Quella del Treno degli Dei è un’iniziativa già realizzata nel 2021. “Abbiamo pensato di costruire un partenariato tra tutti i comuni interessati dall’itinerario del treno. Abbiamo inviato una pec alle amministrazioni chiedendo di costruire una rete, ma non attraverso finanziamenti. Abbiamo solo invitato i comuni a sfruttare l’arrivo del treno per organizzare eventi di accoglienza“.

Dunque, oltre un anno fa, l’associazione presieduta da Roberto Galati, ha preso contatti con le amministrazioni dei comuni interessati. Lo scopo era quello di ricevere, da parte delle stesse, il patrocinio gratuito all’iniziativa e, magari, l’organizzazione da parte dei comuni di attività ed eventi di accoglienza per i turisti in arrivo. Tropea e Bagnara hanno accettato di buon grado, intravedendo nell’iniziativa un’ottima opportunità di promozione turistica ai fini dello sviluppo del territorio. Scilla, purtroppo commissariata da mesi, non ha aderito alla proposta. Reggio Calabria, dulcis in fundo, non ha nemmeno risposto.

Bagnara Calabra al top: Reggio non pervenuta

Io sono sconcertato da un simile disinteresse da parte della Città Metropolitana di Reggio Calabria“, ci dice il presidente dell’associazione Roberto Galati. “Il Treno degli Dei nasce per due motivi: dare la possibilità di fare un’esperienza in treno storico d’epoca e favorire la mobilità sostenibile, visitando le località di interesse senza toccare la macchina“. Per questo motivo, per i tour, sono state scelte le ‘date di fuoco’ della movida: il treno arriverà a Reggio Calabria in cinque date, ovvero 10 e 11 agosto, poi 16, 18, 19. A bordo del treno vi saranno turisti che arrivano anche da Pizzo, Capo Vaticano, Ricadi, Lamezia e diversi altri luoghi.

Quando il treno si fermerà a Tropea e Bagnara Calabra, i turisti saranno amorevolmente accolti grazie ad iniziative che li intratterranno per tutto il corso della loro permanenza. A Bagnara, per esempio, il comune ha stanziato 5 mila euro destinati alle associazioni per organizzare eventi in corrispondenza dell’arrivo del treno. Le ‘bagnarote‘ in costume d’epoca accoglieranno i turisti e offriranno loro una degustazione, con una vera e propria cena. Foti Crociere ha messo a disposizione una mini crociera sullo Stretto, della durata di un’ora e mezza in notturna. Giusto per fare qualche esempio. Ma sono molti gli operatori e commercianti che a Bagnara hanno deciso di rispondere alla chiamata del comune, contribuendo alla buona riuscita dell’iniziativa.

Allo stesso modo, “il Comune di Reggio doveva solo fare da intermediario tra le attività locali e noi organizzatori per proporre pacchetti e prodotti ai turisti“, ci raccontano dall’associazione. Ma non ha voluto. Eppure, il Treno degli Dei porta con sé una doppia promozione del territorio: oltre ai 2600 viaggiatori si promuovono anche le località toccate. Dunque ci sono sia persone fisiche che arrivano, che promozione allo stesso tempo.

Per chi scende dal Treno degli Dei a Reggio Calabria solo passeggiata sul lungomare e visita al bunker

Dunque che faranno questi turisti una volta giunti a Reggio Calabria? Il comune non ha colto l’occasione: ad attenderli non ci sarà alcuna iniziativa enogastronomica o culturale. “Faranno solo quello che siamo riusciti ad organizzare noi – ci spiegano ancora dall’associazione – dunque visiteranno il bunker antiaereo sotterraneo grazie all’autorizzazione di apertura notturna di RFI e visiteranno la città con passeggiata sul lungomare“.

Siamo alle solite, quindi, e guai a dirlo ad alta voce: l’amministrazione migliore che Reggio abbia mai avuto ha ancora il coraggio di dire che si stanno occupando della città. Oltre all’acqua che non scende dai rubinetti, ai rifiuti che pullulano, ai topi, alle blatte, ora possiamo dare un altro motivo ai turisti per stare purtroppo lontani da questa città: non siete graditi da chi la governa.

Qualcuno fermi tutto questo, perché sbattere le porte in faccia anche al turismo gratuito è come avere un piede, o forse entrambi, nella fossa.

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