Cos’è successo davvero nel mare in tempesta di Bagnara domenica: la testimonianza sul salvataggio

Un diretto testimone del salvataggio delle persone in difficoltà domenica nel mar Tirreno in tempesta scrive alla stampa e alle autorità

StrettoWeb

Un uomo di Reggio Calabria di 59 anni, Antonio Minutolo, ha inviato una lettera aperta indirizzata al Capo della Polizia Vittorio Pisani, al Questore di Reggio Calabria Bruno Megale, al Prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani e al Sindaco di Bagnara Calabra Adone Pistolesi, in merito alla notizia diffusa nei giorni scorsi di un salvataggio adoperato da un agente della Polizia proprio a Bagnara.

Nella lettera, inviata anche ai giornali, Antonio Minutolo spiega nei dettagli la ricostruzione dei fatti. Di seguito pubblichiamo integralmente il testo del documento:

Ill.me Autorità ed Istituzioni,

Il sottoscritto Minutolo Antonio, nato a Reggio Calabria il 8/11/1964 ed ivi residente in via ****, snc, n. tel. *****, vuole mettere a conoscenza le Ss. Ll. circa la singolare ricostruzione di un episodio accaduto qualche giorno fa nella mia cittadina, che poteva avere conseguenze tragiche e che si è risolto per il meglio, per fortuna e grazie alla prontezza di azione di alcune persone.

È di qualche giorno fa la notizia riportata da diverse testate giornalistiche locali del salvataggio a mare di un uomo da parte di un appartenente alla Polizia di Stato, pare, effettivo presso il Reparto Mobile di Reggio Calabria. Una notizia, a onore del vero, narrata in maniera totalmente errata e fuorviante: una ricostruzione immediatamente smentita dal sottoscritto nonché dal proprietario dell’imbarcazione, con due dichiarazioni scritte rilasciate al sindaco di Bagnara Calabra.

L’uomo che si trovava a rischio annegamento in mare è stato tratto in salvo con l’intervento immediato di alcuni presenti sul posto, vale a dire la spiaggia di Marinella di Bagnara, Località Cacilì, dove il malcapitato stava facendo il bagno. Mentre un mio congiunto, Carmelo Minutolo, lanciatosi in mare, provvedeva a mantenere a galla l’uomo con l’ausilio di un materassino di piccole dimensioni, subito dopo il padre dell’uomo in difficoltà, a sua volta, si tuffava per prestare soccorso; io scrivente, in quelle fasi presente sulla spiaggia assieme al congiunto, lasciavo immediatamente la battigia in direzione del Porto di Bagnara, distante poche centinaia di metri; giunto al porto, vedendo a bordo di un’imbarcazione un uomo, Giuseppe Dato, e riconoscendolo in quanto proprietario dell’imbarcazione, chiedevo a lui di intervenire immediatamente con la propria imbarcazione per recuperare l’uomo in difficoltà ed il mio congiunto, col terrore che entrambi potessero essere sopraffatti dalle onde. Dato, non esitando un attimo, con a bordo anche il proprio figlio di quattro anni, acconsentiva alla richiesta e lasciava salire sul suo natante il sottoscritto, due ragazzi presenti in loco e residenti a Bagnara, ed un altro uomo, immediatamente non identificato nella concitazione del momento.

Giunti sul posto, rinvenivamo in acqua, attaccati ad un salvagente di grandi dimensioni, cinque persone: l’uomo inizialmente soccorso, il mio congiunto, il padre del primo, nonché altri due ragazzi, residenti a

Marinella, di nome Antonio Velardo ed Alessandro Velardo, i quali avevano lanciato l’ulteriore salvagente, di dimensioni maggiori. Abbiamo dunque provveduto ad issare a bordo tutte le persone in mare, tutte, fortunatamente, coscienti ed in buono stato di salute, facendo immediato ritorno al Porto.

Senonché, giunti al Porto, l’uomo inizialmente salito a bordo con noi, e che ha provveduto durante le fasi concitate dei soccorsi, a quanto da me osservato ed in base ai confronti con gli altri presenti, solo a lanciare un salvagente in mare – peraltro mancando i soccorrendi – ed a realizzare foto e video degli eventi, si è qualificato quale agente di Polizia non in servizio, di nome Massimo Barba, ed ha chiesto ai presenti i documenti per l’identificazione. Alcuni dei presenti hanno fornito quanto richiesto, per la fiducia, a priori, riposta nelle Forze dell’Ordine e nei valori da esse rappresentati, e che dovrebbero essere rispettati sempre anche dai loro appartenenti.

Capirete e comprenderete, dunque, lo stupore suscitato in noi presenti e direttamente coinvolti – a rischio della nostra vita e della vita dei nostri congiunti – nel leggere, sugli organi di stampa, ricostruzioni assolutamente fantasiose e fuorvianti, che identificherebbero come iniziatore, organizzatore e coordinatore delle operazioni di salvataggio il suddetto agente di Polizia, con versioni più volte corrette e smentite dalle testate giornalistiche online le quali a più riprese hanno modificato le loro pagine web, sulla scorta anche delle “proteste” legittime dei lettori, specie del posto, che o hanno assistito alla scena, o hanno potuto averne testimonianza diretta.

Quanto qui ricostruito, è opportunamente documentato dalle telecamere di sicurezza presenti a bordo del natante di proprietà di Dato, nonché dalle numerose testimonianze dirette sul posto.

Tanto si doveva per onore della verità, dei rispettivi meriti – veri o presunti – e per il rispetto e l’onore che si deve alle Forze dell’Ordine ed alla Polizia di Stato.

Cordiali Saluti

Antonio Minutolo”

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