Filippo Salvi: al maresciallo morto per cercare Messina Denaro dedicata aula del Ros

Il maresciallo Salvi, nato a Bergamo il 9 giugno 1971 e arruolatosi nell'Arma il 2 novembre 1992, morì indagando su Matteo Messina Denaro

StrettoWeb

A Filippo Salvi, medaglia d’oro al valore dell’Arma alla memoria, è stata intitolata un’aula multimediale tecnica, dove si svolgono attività addestrative del Ros, nella caserma Manfredi Talamo di Roma, sede del Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri.

Alla cerimonia svoltasi stamattina hanno partecipato il comandante delle Unità Mobili e Specializzate Carabinieri “Palidoro”, generale di corpo d’armata Gianfranco Cavallo, il comandante del Ros, generale di corpo d’armata Pasquale Angelosanto, altre autorità militari e i familiari del caduto, i genitori Lorenzina Vitali e Giannino Bortolo Salvi, le sorelle Giuseppina e Francesca e il piccolo Filippo.

Il maresciallo Salvi, nato a Bergamo il 9 giugno 1971 e arruolatosi nell’Arma il 2 novembre 1992, morì nel corso di attività d’indagine antimafia, il 12 luglio 2007 a Bagheria (Palermo). Il sottufficiale durante le operazioni di installazione di un sistema di videosorveglianza a distanza, nell’ambito delle ricerche del boss latitante Matteo Messina Denaro, dopo essersi arrampicato con eccezionale coraggio su una parete rocciosa del monte Catalfano, precipitò accidentalmente nella scarpata sottostante, e rimase ucciso nell’impatto al suolo dopo una caduta di oltre 40 metri.

Il 26 novembre 2015, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri ha tributato a Filippo Salvi, nel frattempo promosso al grado di maresciallo capo un “encomio Solenne alla memoria“. Il 30 marzo 2023, il presidente della Repubblica gli ha tributato la medaglia d’oro al valore dell’Arma dei Carabinieri alla memoria.

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