Incertezza Reggina e incubo Serie D, Pedullà attacca Gravina: “eviti…”

L'attacco frontale in un editoriale del giornalista Alfredo Pedullà nei confronti di Gabriele Gravina, Presidente Figc

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“Gentile Presidente Gravina, pochissime righe perché non servono giri di parole. E lo diciamo con il massimo rispetto per la persona. Non certo con la soddisfazione per il lavoro del numero uno FIGC, siamo delusi e rassegnati. I suoi predecessori hanno fatto meglio di lei, è un nostro giudizio in piena libertà, non se la prenda. A parte la “medaglia al petto” dell’onta mondiale, quella resterà a vita, a parte le riforme (a proposito, quando? Nel 2072? Le aveva promesse dopo la suddetta onta…) vorremmo chiederle: ma lei ha approvato ad approfondire, tramite i suoi uomini di fiducia, cosa volesse dire Cellino quando parlava di “faldoni bruciati”? Lo stesso Cellino che fa la morale sugli altri e non racconta la storia dei faldoni”. Comincia così l’attacco frontale di Alfredo Pedullà nei confronti del Presidente della Figc Gabriele Gravina.

“Peggio ancora: nessuno glielo chiede, signor Presidente, non le sembrava un atto dovuto per la salute del calcio italiano? Nulla. Lei parla di stadi, di singole situazioni, ma sui discorsi di carattere generale, sui problemi atavici e irrisolti zero virgola zero. Ci faccia solo una cortesia: eviti di occuparsi della prossima categoria della Reggina, consigliando la Serie D, il riferimento alle parole di Gravina di qualche giorno fa.

“Non tocca a lei. La Reggina può ripartire anche dalla “Serie Z”, lo tenga bene a memoria, ma conserverà l’orgoglio, la dignità e la passione. Nel frattempo, sia gentile, lasci in pace migliaia di tifosi amaranto che hanno vissuto e stanno vivendo giorni tremendi. Consigliare la Serie D immediatamente è un atto senza un minimo di rispetto, non se ne avverte il bisogno. Il calcio italiano invece sì, da anni ha necessità calpestate. E aspetta. Anzi, aspetterà in eterno. Buona domenica dai faldoni di Cellino. Proprio vero: il calcio italiano è un falò”, conclude il suo editoriale.

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