La difesa della Reggina in Consiglio di Stato, i legali depositano l’atto: “la società è tornata a Saladini”

Reggina, la linea difensiva dei legali della società amaranto: sono gli avvocati scelti da Saladini, che rivendicano il passaggio di quote avvenuto ieri con la firma della rescissione da parte di Ilari. Un dettaglio da far valere contro le memorie del Brescia: i dettagli

StrettoWeb

E’ la giornata decisiva per la Reggina al Consiglio di Stato. Nell’aula di Palazzo Spada la società amaranto è difesa dall’avvocato Donato Patera, reggino molto esperto di diritto amministrativo e patrocinante in Cassazione, e dall’avvocato Fabio Cintioli, luminare tra i più importanti a livello nazionale, professore ordinario di diritto amministrativo di ruolo presso l’Università degli studi internazionali di Roma. Patera e Cintioli sono i legali della Reggina per conto di Saladini, che li ha scelti e che con loro sta gestendo tutta la difesa della società amaranto nel contenzioso per l’iscrizione alla serie B 2023/2024.

La linea difensiva della Reggina sarà fondamentalmente imperniata sul pagamento dei 757 mila euro dello stralcio debitorio previsto dall’omologa al piano di ristrutturazione del debito avuta dal Tribunale di Reggio Calabria il 12 giugno. E’ questo l’unico cavillo con cui il TAR, nelle motivazioni della sentenza del 3 agosto, ha bocciato il ricorso della Reggina confermando l’esclusione dal campionato. Il TAR ha sostenuto che non c’era alcun conflitto tra la norma della legge ordinaria e quella sportiva e che la Reggina avrebbe dovuto pagare regolarmente quella cifra il 20 giugno così come previsto dai regolamenti della FIGC che in alcun caso entravano in conflitto con quelli dello Stato.

La linea difensiva dei legali della Reggina in Consiglio di Stato

Oggi gli avvocati della Reggina al Consiglio di Stato sottolineano come quello della scadenza del pagamento dello stralcio debitorio previsto dall’omologa al piano di ristrutturazione del debito era un caso senza precedenti nella storia e quindi senza alcuna giurisprudenza in merito, chiarendo che la società non ha pagato il 20 giugno in forza al titolo giudiziario che le consentiva di pagare quella cifra entro il 12 luglio, mentre lo stesso 20 giugno pagava regolarmente circa 5,5 milioni di euro rispettando tutte le altre scadenze federali richieste per l’iscrizione al campionato. L’interpretazione della norma avuta dalla società, in assoluta buona fede, era quella di considerare prioritaria la scadenza data dal Tribunale e quindi di poter pagare quei 757 mila euro entro il 12 luglio. Gli avvocati batteranno molto sul punto della buona fede, ribadendo che comunque la Reggina ha versato 5,5 milioni di euro il 20 giugno e soprattutto si è poi adeguata all’interpretazione federale anche sui 757 mila euro. Infatti, una volta che la Covisoc il 30 giugno decideva di escludere la Reggina interpretando diversamente dalla società calabrese la norma e considerando perentoria la scadenza del 20 giugno, proprio a conferma dell’assoluta buona fede la società amaranto si prodigava a pagare immediatamente quella cifra, versando l’F24 con i 757 mila euro di tasse all’erario (si badi bene, non erano soldi dovuti alla federazione ma allo Stato!) nell’arco di 48 ore lavorative, ben prima del successivo step del Consiglio Federale.

In sostanza, gli avvocati della Reggina dicono di fronte ai giudici del Consiglio di Stato quanto segue: “il Tribunale ci diceva che potevamo pagare entro il 12 luglio e secondo noi era l’ordinamento superiore e supremo, così lo avevamo interpretato, non essendoci alcuna giurisprudenza in merito. Poi, però, non appena la Covisoc ci ha comunicato che loro interpretavano diversamente e che avremmo dovuto pagare prima, allora abbiamo pagato subito senza battere ciglio, adeguandoci anche all’interpretazione federale, dimostrando la nostra totale buona fede. In sostanza la Reggina per iscriversi al campionato di serie B ha versato oltre 6 milioni e 200 mila euro di denaro sonante, che nessuno le tornerà indietro in caso di conferma di esclusione provocando un enorme danno economico e finanziario, ed è stata esclusa ad un campionato a cui aveva diritto a partecipare soltanto per una differente interpretazione di una norma nuova che non aveva alcuna giurisprudenza. E’ assurdo, per questo chiediamo la riammissione immediata per una società che ha onorato tutte le scadenze e se ha interpretato diversamente i tempi relativi a un versamento comunque marginale rispetto alla cifra principale, l’ha fatto soltanto seguendo una norma dello Stato“.

Depositato anche l’atto che certifica il ritorno della società a Saladini

Inoltre i legali della Reggina hanno anche depositato il documento firmato da Manuele Ilari che ieri finalmente ha ceduto la società, dieci giorni dopo averlo promesso, vidimando la rescissione contrattuale dall’atto con cui 39 giorni aveva acquisito il controllo della Reggina. Durante l’udienza, Patera e Cintioli sottolineano con particolare veemenza l’importanza di questo passaggio, arrivato proprio ieri sera dopo l’intervento dell’On. Francesco Cannizzaro, evidenziando come non ha alcuna sussistenza la difesa legale del Brescia che è totalmente ed esclusivamente incentrata sulla circostanza che la Reggina aveva cambiato società e quindi con Ilari non avrebbe potuto onorare gli impegni in precedenza assunti con Saladini. Saladini che ieri sera ha detto: “Ho assunto nuovamente il controllo della Reggina 1914 con l’obiettivo di mettere ordine. È un atto doveroso nei confronti di Reggio Calabria” e che oggi in aula, tramite i propri legali, in sostanza prende una posizione netta: “Io ho fatto concordato io mi riprendo l’onere giuridico di portarlo avanti e onorarlo“.

Condividi