L’Area Metropolitana dello Stretto scelta consapevole di due città gemelle, non ripiego della disperazione

L'Area dello Stretto come scelta consapevole di una comunità condivisa: perchè non deve essere il ripiego della disperazione

StrettoWeb

Nel dibattito estivo è sempre più prepotente la triste vicenda della Reggina che fa discutere non solo gli appassionati di calcio, ma un po’ tutti i cittadini reggini in modo particolare e più in generale calabresi e siciliani, interessati in modo diretto o indiretto alle dinamiche della squadra amaranto e al tessuto socio-economico di una delle principali città dell’Italia meridionale. E’ stata molto apprezzata la lettera di un messinese che ha voluto esprimere solidarietà ai dirimpettai reggini: parole sentite e genuine che confermano la storica vicinanza tra le due città dello Stretto. A Reggio, inoltre, c’è da sempre un forte mal di pancia nei confronti del resto della Calabria: un malessere che ha profonde radici storiche e che basta poco per riacutizzare, a volte anche in modo strumentale e pretestuoso. La costituzione delle altre 18 squadre di serie B nel ricorso al TAR ha scatenato le ire dei reggini contro Cosenza e Catanzaro, che in realtà altro non hanno fatto che uniformarsi alla posizione della Lega sul format del campionato esattamente come avrebbe fatto certamente anche il Messina se fosse stato in quella situazione. E’ bastato, però, a risvegliare un sentimento di vicinanza con Messina, ritenuta più solidale.

Eppure Reggio e Messina sono davvero due città gemelle, a prescindere dalla rivalità sportiva sempre pronta a trasformarsi in solidarietà nei momenti più difficili. Le radici della comunità dello Stretto sono storiche e si riconoscono persino nel Dna comune degli abitanti di quest’area, oltre che nella memoria condivisa dei grandi eventi come terremoti e altre catastrofi naturali. La vicinanza geografica rende Reggio e Messina gemelle anche per tradizioni e costumi, lingua e accento che sono molto più simili tra le due sponde dello Stretto di quanto ognuna lo sia con quelle delle altre città della propria regione, ma anche usanze, modi di fare e di dire, abitudini, gastronomia. Ecco perchè, da sempre, un reggino a Messina si sente a casa sin dal primo giorno e viceversa.

Ecco perchè l’Area Metropolitana dello Stretto deve essere una scelta consapevole di due città gemelle, non ripiego della disperazione. Un’unione voluta e convinta, non spinta dall’emotività del momento in cui ci si sente traditi dagli altri corregionali. E’ facile, oggi, sentirsi vicini tra Reggio e Messina per la lettera di un tifoso maturo ed equilibrato dopo la convinzione (per giunta erronea) di essere stati traditi da Cosenza e Catanzaro. Ma l’Area dello Stretto va costruita ogni giorno, con una forte accelerazione che non può che passare dalla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Reggio e Messina non potranno mai essere due quartieri di un’unica grande città finché non ci sarà un collegamento stabile che consentirà a tutti i residenti di entrambe le sponde di spostarsi in libertà, con qualsiasi mezzo privato, a qualsiasi orario di qualsiasi giorno, da un lato all’altro dello Stretto. Soltanto in quel momento la Città dello Stretto potrà davvero essere sancita, mentre intanto c’è molto da fare per unire Reggio e Messina sotto l’aspetto culturale, sociale ed economico.

Di Area Metropolitana dello Stretto si parla ormai da oltre 70 anni. Molto famosa in tal senso l’Assise dello Stretto del 1956.

L’Assise dello Stretto del 1956

Nel Dicembre del 1956, le due Città dello Stretto hanno vissuto un forte momento di vicinanza ricordato come “L’Assise dello Stretto”. Il 28 dicembre 1956, infatti, a Palazzo Zanca, il Municipio di Messina, si è tenuta una riunione cui partecipano tutti i Consiglieri comunali delle “città gemelle”, i prefetti, i ministri e parlamentari Siciliani e Calabresi, i presidenti delle Amministrazioni Provinciali, la stampa e tutte le autorità delle due città. L’incontro, promosso dai due sindaci delle Città, Domenico Spoleti (Reggio) e Michelangelo Trimarchi (Messina), si concentrava sulla situazione economica di Reggio e Messina che, dopo il terremoto del 1908 ancora non erano riuscite a sollevarsi dalla tragedia. La data del 28 dicembre, infatti, evoca proprio il giorno del disastro del 1908, e l’Assise dello Stretto inizia proprio nel 48° anniversario della terribile catastrofe naturale. Reggio e Messina hanno affidato all’Assise le loro uniche speranze di rinascita, infatti gli argomenti trattati in modo principale sono stati quelli del risanamento dei bilanci e l’autonomia finanziaria.

assise dello stretto 1956

Il momento è stato denso di passione, su tutta la stampa Reggio e Messina erano un soggetto unico: “le due Città Sorelle”, ed è stato probabilmente il momento di massima vicinanza e risonanza a livello nazionale di quella realtà che è l’Area dello Stretto con la conurbazione di Reggio e Messina. Reggio e Messina avevano deciso di riunirsi in un’Assise per cercare sinergie per risolvere i gravi problemi che causavano disagi in entrambe le Città, perché, come sempre nella storia, i problemi erano gli stessi.

Michelangelo Trimarchi, Sindaco di Messina nel 1956, fu il principale sostenitore dell’Assise dello Stretto

L’Assise dello Stretto , però, è stata sabotata. Il 28 dicembre 1957, secondo i lavori dell’Assise del Dicembre ’56, in una seconda riunione si sarebbe dovuto sottoscrivere il progetto di legge speciale che nel corso di quei 12 mesi doveva venir formulato per andare incontro alle esigenze di Reggio e Messina, progetto che poi i parlamentari si sarebbero impegnati a sostenere. In realtà la seconda Assise dello Stretto non è stata mai realizzata perché pare sia stato “consigliato” ai parlamentari di dimenticare l’esistenza dell’Assise dello Stretto, per non porre in difficoltà il Governo. E così, ancora una volta, Reggio e Messina hanno subito un torto rispetto a quello che era un diritto, il diritto di avere sostegno per rialzare la testa. Ma oggi lo possiamo dire con ferma convinzione, anche quell’episodio è stato positivo e ha contribuito a dare un’identità all’Area dello Stretto, a eliminare le barriere che ci sono tra Reggio e Messina, e ad avvicinare ancor di più le due “Città sorelle” fino ad essere “Città gemelle”. Due quartieri di un’unica, grande, area metropolitana con ancora tante criticità, a partire dai trasporti, ma un’identità e una cultura comune.

Molto è stato fatto anche negli anni successivi, i due Protocolli d’Intesa tra le due Province nel primo decennio degli anni duemila, il più recente accordo tra le due Regioni del 2019, ma fin qui è rimasto tutto su carta. L’Area dello Stretto è stata in un guazzabuglio di fronzoli legali e amministrativi, sommersa dalla burocrazia. Il rilancio dell’idea del Ponte è quanto di più concreto e fattivo possa davvero realizzare l’Area Metropolitana, trasformando Reggio e Messina in un’unica grande città, la sesta città d’Italia per popolazione, uno dei poli più attrattivi del Sud in fase di rilancio con la Zes unica e tutta la rete infrastrutturale che farà sistema intorno al Ponte, e cioè il Porto di Gioia Tauro per le merci, il porto di Messina per il turismo, l’Aeroporto di Reggio per i collegamenti a lungo raggio, l’alta velocità ferroviaria e la metropolitana di superficie (già prevista nel progetto definitivo del Ponte) per i pendolari.

E’ questo il futuro dello Stretto. E’ questo il futuro di Reggio e Messina. Città gemelle, con una rivalità calcistica da stracittadina.

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