Messina, il depuratore di Mili non funziona: “casi di malattie respiratorie, allergie e tumori”

I Consiglieri Comunali della Lega, Gruppi Politici "Lega Salvini Premier e Prima L’Italia", intervengono sulla realizzazione del progetto per la costruzione di un impianto di compostaggio nella zona sud

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I Consiglieri Comunali della Lega, Gruppi Politici “Lega Salvini Premier e Prima L’Italia” Giulia Restuccia, Mirko Cantello, Emilia Rotondo, Giuseppe Villari, Amalia Centofanti hanno presentato un’interrogazione inviata al Sig. Prefetto di Messina, all’assessorato della Salute Regione Siciliana (PA), all’assessorato Territorio e dell’Ambiente Regione Siciliana (PA), all’assessorato Energia e Servizi di Pubblica Utilità Regione Siciliana (PA), al Sindaco di Messina Federico Basile, all’assessore ai Lavori Pubblici, all’assessore Politiche Ambientali, all’assessore Politiche della Salute e all’assessore Protezione Civile e Sicurezza avente oggetto: “Segnalazione e Richiesta Urgente di Parere – L.R. 9/2010 – Realizzando Impianto per la lavorazione dell’umido nel villaggio Mili Moleti (o Mili Marina) del Comune di Messina“:

“I Consiglieri Comunali della Lega, Gruppi Politici ‘Lega Salvini Premier e Prima L’Italia’ intervengono sulla realizzazione del progetto per la costruzione di un impianto di compostaggio nella zona sud. Si premette che nel villaggio di Mili Moleti (ME), dal 1994 in pieno centro abitato, è entrato in funzione un Ecomostro chiamato Depuratore di Mili, il quale, non ha mai funzionato correttamente in dispregio ad ogni normativa. Nonostante siano trascorsi quasi 30 anni dalla sua messa in funzione, ancora oggi spesso e volentieri, oltre alle insopportabili folate di odore nauseabondo che la gente è costretta a subire, enormi quantitativi di liquami o liquido tinto di un colore scuro, vengono riversati nel mare circostante, causa questa di una progressiva desertificazione del fondale interessato, con evidenti ripercussioni negative sulla flora e sulla fauna marina” – affermano i consiglieri.

“Gli Abitanti, Commercianti e Imprenditori della zona sud, stanchi, si sono fatti tra l’altro promotori di una Petizione Popolare costituendo una serie di Comitati e raccogliendo migliaia di firme, manifestando la loro piena contrarietà, sollevando una serie di irregolarità amministrative, le anomalie e le criticità ambientali riguardanti sia il depuratore che la realizzazione di un nuovo impianto di compostaggio. In particolare, gli abitanti del luogo sono ormai stanchi e terrorizzati di tutti questi soprusi causati dall’Azienda, gestore del summenzionato impianto, e dei mancati controlli da parte degli uffici comunali preposti, considerato i risultati ottenuti fino ad oggi. Il problema basilare che preoccupa e terrorizza la popolazione circostante, sta nel fatto che negli ultimi anni si stanno manifestando con un aumento esponenziale casi di malattie respiratorie, allergie e ancora peggio “tumori” (naturalmente, il tutto verificabile direttamente presso gli studi dei medici di base della zona in questione)”. 

“Come se non bastasse, l’Amministrazione Comunale pro-tempore in concerto con la S.R. R., ha pensato bene di progettare proprio accanto al depuratore, un altro “Mega Mostro”, denominato “Impianto per la raccolta e contestuale lavorazione della frazione umida”, e tutto ciò ovviamente in pieno centro abitato. Non tenendo conto che a circa 5 metri di distanza vi sono: la S.S. 114, ove a pochi metri dista il Palasport, frequentato giornalmente da un cospicuo numero di bambini, ragazzi ed adulti. Sempre in prossimità del luogo infernale, vi sono civili abitazioni e da oltre ottant’anni circa, due scuole dell’infanzia con annesse elementari. Per non parlare poi dell’aumento demografico che negli ultimi trent’anni si è quadruplicato” – proseguono.

“La suddetta progettata struttura di raccolta e lavorazione dell’umido, è da considerarsi un’opera la cui realizzazione è in violazione della Normativa Regionale ed in particolare dell’O.P.C.M. n° 2983 emessa il 31.05.1999 dalla Regione Siciliana “Linee Guida per la Progettazione, la Costruzione e la Gestione degli impianti di Compostaggio”, laddove prevede l’obbligo di una distanza di almeno 200 metri da insediamenti abitativi. Orbene il sito prescelto per l’opera in questione, è proprio a confine del Palazzetto dello sport e a pochi metri dal centro abitato. Inoltre, non solo gli Enti preposti non hanno provveduto alla copertura delle vasche di decantazione e lavorazione dei liquami del depuratore, e, in un certo qual modo, una sorta di messa in sicurezza dell’impianto stesso, ma hanno pensato di costruire quest’altra infernale Megastruttura. La suddetta, oltre a provocare possibili malattie infestanti alla popolazione, avrà un impatto negativissimo anche sulla viabilità, dato che l’unica Via che collega l’uscita dall’autostrada a Mili, è proprio la Strada Statale 114, la quale verrebbe invasa giornalmente da una miriade di camion diretti verso l’area in questione”.

“A tutto ciò si unirebbe l’ingente traffico del gommato pesante e leggero che si genererà una volta ultimato il porto di Tremestieri, coinvolgendo negativamente con file incessanti tutta l’utenza della zona ionica che da “Tremestieri a Itala, o viceversa” è giornalmente costretta, per vari motivi, a raggiungere Messina. Un’altra forma di disagio da non sottovalutare assolutamente, a causa delle problematiche sopra esposte, è la questione Pronto Soccorso, in quanto andrebbero notevolmente limitati i possibili interventi sia da parte delle Forze dell’Ordine che delle Ambulanze, e cosa ancor più grave anche (e aggiungerei “soprattutto”) dei Vigili del Fuoco”.

“Alla luce delle possibili Catastrofi Ambientali ed Emergenziali in genere, si chiede al Sindaco di provvedere all’identificazione di un’altra zona più idonea per la messa in opera di tale impianto, in particolare riguardo all’ipotesi di violazione della Normativa Regionale suindicata che costituisce motivo di assoluta antigiuridicità. Si evidenzia altresì che tale impianto, alla luce delle nuove normative non sarebbe autorizzabile”.

“La Legge Regionale n. 9/2010 con il comma 3 dell’articolo 17, vieta la costruzione di impianti di gestioni dei rifiuti e delle opere connesse a distanza inferiore a 3 km dal perimetro del centro abitato. La Legge Regionale 23 Luglio 2023 n. 9, all’articolo 15, ha modificato il succitato comma 3, introducendo, fra l’altro, la prescrizione che le opere di cui alla succitata L.R. 9/2010 non si applicano alle modifiche dimensionali degli impianti e discariche in attività alla data di entrata in vigore della presente Legge. Ciò premesso, si chiede alle autorità competenti in indirizzo di chiarire se i lavori relativi all’impianto oggettivato rientrano fra le “modifiche dimensionali” di cui è stato fatto cenno nell’art. 15 della succitata L R. 9/2023, ovvero se i lavori da realizzare non possono considerarsi tali”.

“Invero, a parere degli scriventi, rientrano nelle modifiche dimensionali tutti quei lavori di ampliamento direttamente collegate alle strutture preesistenti. Nel caso che ci occupa la progettazione dell’impianto dell’umido risulta essere ubicato ad una distanza superiore a metri 20 dall’impianto di depurazione esistente (tenuto conto anche che fra i due manufatti esiste una stradella interpoderale carrabile a servizio dei fondi agricoli di proprietà privata siti nella zona interessata)”.

“Per i suddetti motivi considerato che l’impianto rappresenta un grosso rischio per l’ambiente e per la popolazione si chiede con estrema urgenza alle Autorità in indirizzo se non si ritenga opportuno procedere all’effettuazione di controlli finalizzati a verificare se siano state rispettate tutte le prescrizioni e se persistono tutte le autorizzazioni previste dalle normative vigenti regionali, nazionali ed europee” – concludono i Consiglieri Comunali della Lega

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