Il Presidente del Pd Sicilia Antonio Ferrante a StrettoWeb: “con Elly Schlein stiamo ritrovando la nostra identità”. E sul Ponte sfida Salvini

Il Presidente del Partito Democratico della Sicilia, Antonio Ferrante, parla ai microfoni di StrettoWeb in un'intervista a 360 gradi sulla situazione politica e i temi più caldi del momento. Sul Ponte sullo Stretto lancia la sfida a Salvini: "crede che si possa fare? Lo faccia. Noi siamo convinti che non si può fare"

StrettoWeb

Antonio Ferrante, Presidente del Partito Democratico della Sicilia, parla a 360° ai microfoni di StrettoWeb in una calda giornata di fine Agosto, verso quello che sarà un autunno caldissimo. “Il governo Meloni continua a fare promesse che sa di non poter mantenere, vedi il taglio delle accise o il blocco navale o adesso addirittura la castrazione chimica. Hanno solo abolito il reddito di cittadinanza che invece, con tutti i suoi limiti, era uno strumento importante per aiutare le persone in difficoltà. Adesso anche Giorgetti ha detto che tante cose non si possono fare, che non ci sono i soldi. La loro era solo propaganda, noi invece pensiamo che bisogna approvare il salario minimo per tutti e defiscalizzare il mondo del lavoro. Per farlo bisognerebbe smetterla di delirare – ad esempio – sul Ponte sullo Stretto”.

Delirare?

Vorrei essere molto chiaro dall’inizio: sul Ponte non siamo contrari a prescindere, non abbiamo un approccio ideologico. Alle infrastrutture non ci si può approcciare in modo ideologico bensì bisogna farlo in modo pratico. Il problema del Ponte è un altro: non si può fare. Almeno noi siamo convinti di questo. Loro ci devono spiegare come intendono farlo. Noi adesso siamo all’opposizione e, così come giustamente non abbiamo fatto nulla per il Ponte quando eravamo al Governo perchè preferivamo usare i soldi per altro, adesso ci opponiamo allo sperpero di denaro pubblico per un’opera che non vedrà mai la luce. Ribadisco che non siamo contrari all’idea del Ponte, ma riteniamo che non si possa fare per questioni tecniche, per motivi oggettivi, geografici e geologici. Se però loro sono convinti di poterlo fare, che lo facciano. Noi ci opporremo perchè vorremmo vedere quei fondi destinati ad altro”.

E se ci fosse il finanziamento dell’Unione Europea?

Se l’Europa vuole finanziarlo, si figuri quanto siamo contenti noi. Il problema è che non si può fare, e anche se lo facessero, come si fa con le altre strade e ferrovie? Vediamo quanti soldi vogliono spendere, vediamo se investono anche nelle infrastrutture secondarie, altrimenti se fanno il Ponte senza quelle ci sarà la fila da Giarre e Cefalù fino a Villa San Giovanni”.

Quali sono le vostre priorità per la Sicilia?

Le cose più urgenti a livello Regionale sono una legge sul lavoro, una legge sul turismo, lo sviluppo di infrastrutture nelle zone interne, importanti novità in termini di prevenzione degli incendi. Abbiamo visto cos’è successo quest’estate con i problemi dell’Aeroporto di Catania. Noi a gennaio chiedevamo di potenziare le strutture anti incendio e invece la Regione a inizio luglio parlava di estate sicura, senza roghi. Abbiamo chiesto dove sono finiti, che fine hanno fatto, i droni promessi da Musumeci per combattere i roghi. Anche sulle tariffe aeree la Regione ha parlato molto e fatto poco, con interventi poco chiari. Dobbiamo valorizzare al meglio le nostre ricchezze, non è ammissibile che un turista perda una giornata di viaggio per visitare una località nell’entroterra”.

Come sta cambiando il Pd dopo la sconfitta delle elezioni politiche?

Quel risultato ci ha fatto capire che il nostro partito deve ritrovate identità. Con Elly Schlein la stiamo ritrovando: adesso siamo chiari sui grandi temi, sui diritti, sul lavoro. I tesserati stanno aumentando e nascono nuove realtà, quindi finalmente il Pd può ripartire da un punto fermo merito del cambiamento dovuto ad Elly Schlein”.

Non è rischioso radicalizzare così il partito che negli ultimi 10 anni è stato il più istituzionale e di governo?

E’ una naturale evoluzione, la considero un passo avanti, senza alcuna contraddizione. Anche perchè non abbiamo quasi mai vinto le elezioni, siamo stati un partito di governo solo per senso di responsabilità, siamo stati la stampella per il Paese, ma non potevamo far emergere i nostri contenuti in governi in cui o c’era Alfano o c’era la Lega. Adesso l’identità del partito è venuta fuori all’opposizione, il momento ideale per ricostruire il nostro programma”.

In competizione o insieme al Movimento 5 Stelle?

Il rapporto con il Movimento 5 Stelle qui in Sicilia è ottimo. Alle elezioni amministrative siamo andati insieme in coalizione quasi ovunque. All’Ars siamo all’opposizione insieme contro il governo Schifani così come lo eravamo contro il governo di Musumeci. Auspico che potremo continuare a lavorare insieme per rafforzarci, condividiamo molte battaglie comuni come quella per la transizione ecologica, quella per il lavoro, quella per la lotta alle diseguaglianze. Contiamo su questi punti in comune, e intanto siamo compatti. Ci divide qualcosa a livello nazionale ma dobbiamo puntare ad essere uniti”.

E con gli altri partiti di opposizione? Quali sono le prospettive in vista delle elezioni Europee?

Le Europee sono elezioni in cui ognuno fa la sua partita per conto suo, non ci sono alleanze. Noi puntiamo ad arrivare primi e superare Fratelli d’Italia: non vogliamo credere che l’Italia sia il Paese dell’omofobia di Salvini o degli estremisti neofascisti che negano le responsabilità della strage di Bologna. Tutte le opposizioni democratiche che non condividono la nostalgia del fascismo, l’omofobia o ad esempio i contenuti scritti in quel folle libro del Generale, possono far parte della nostra squadra per il futuro”.

Cosa auspica per lo sviluppo della Sicilia e del Sud?

Credo che i cittadini e la politica debbano imparare ad eleggere classi dirigenti e non classi dominanti che fanno i loro interessi. I rappresentanti democratici devono fare gli interessi dei cittadini, valorizzare le istanze del Sud. Dobbiamo essere più coraggiosi e fare più rete, senza cercare l’amico dell’amico per scavalcare quello che ci sta accanto. E’ una mentalità che fa male e che poi paghiamo tutti”.

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