Reggina, cosa c’è dietro la bufera tra Ilari e il Comune? I messaggi della Curva e il futuro del club

Reggina, ieri Ilari ha parlato per la prima volta dopo 22 giorni di silenzio assoluto da proprietario del club ed ha scatenato la bufera con il Comune. E sul futuro della società resta l'ombra di Saladini

StrettoWeb

Manuele Ilari ha parlato dopo 22 giorni di silenzio assoluto e ha scatenato un vero e proprio terremoto, che probabilmente avrà anche strascichi penali in Tribunale. “Latella vuole dare la Reggina ai loro amici”, “è tutto falso, non ho mai detto quelle cose, sono accuse gravissime” ha risposto il consigliere delegato del Comune. Che Ilari non abbia un briciolo di credibilità, su StrettoWeb lo scriviamo dal primo giorno in cui ha firmato l’acquisizione della Reggina da Saladini (20 luglio scorso). Ma che quest’Amministrazione sia abituata a gestire i beni pubblici in modo – diciamo – quantomeno “allegro”, non c’era bisogno di Ilari per farcelo notare: ci sono già due sentenze del processo Miramare che la blindano come verità giudiziaria ed è proprio per aver dato un gioiello della città ai “compari” che il Sindaco Falcomatà e i suoi assessori sono tutti sospesi dai loro incarichi da quasi due anni.

Insomma, la Reggina è stretta tra due fuochi: da un lato c’è la speranza di ottenere la riammissione in Consiglio di Stato, che alla luce delle parole di Ilari di ieri è ancora più flebile (“ho scelto un avvocato bravissimo di cui non ricordo il nome”). Significherebbe rimanere in serie B ed avere una proprietà che forse sarà proprio di Manuele Ilari o forse tornerà a Felice Saladini. Dall’altro c’è lo scenario della ripartenza dai Dilettanti, che prevede proprio una scelta dell’Amministrazione Comunale rispetto al nuovo proprietario da individuare tra gli eventuali imprenditori che vorrebbero creare una nuova società e ripartire da zero, esattamente come ha fatto Mimmo Praticò nel 2015, con una nuova matricola, un nuovo nome e un nuovo logo (l’attuale Reggina Calcio 1914 in caso di bocciatura al Consiglio di Stato è destinata al fallimento e non potrà in alcun modo ripartire dalla D).

E’ chiaro che la speranza di tutti i tifosi è quella di riconquistare la serie B, ma è altrettanto chiaro che se le cose andassero bene, i problemi più seri inizieranno il giorno dopo. Chi sarà il proprietario? Ilari o Saladini? Entrambi vogliono rimanere in sella alla guida del club, entrambi si stanno sentendo quasi quotidianamente con Taibi dandogli direttive sul futuro, più o meno con la stessa linea guida: abbattere i costi. Saladini ha ceduto il club a Ilari che oggi è il proprietario del 100% delle quote della Reggina e dovrà restituirla a Saladini soltanto in caso di mancata riammissione in serie B, ma Saladini si sarebbe tutelato inserendo un cavillo su garanzie bancarie che Ilari avrebbe dovuto depositare per rendere effettiva la cessione. Fino ad oggi non l’ha fatto e se non lo farà, la Reggina tornerà a Saladini. E’ verosimile che in caso di riammissione in serie B, il giorno dopo vedremo Ilari e Saladini litigare su chi dovrà essere il legittimo proprietario del club. Eppure ci saranno pochissimi giorni di tempo per ristrutturare la società, che di fatto oggi non esiste più: bisognerà individuare il nuovo Presidente, il nuovo CdA, ma soprattutto il nuovo Segretario Generale che dovrà espletare in pochi giorni tutte le pratiche amministrative e burocratiche necessarie alla partecipazione alla serie B. Bisognerà ristrutturare tutta la società, che ha perso quasi tutti – se non tutti – i dirigenti del settore giovanile. E poi c’è la squadra, che però sarebbe l’ultimo dei problemi perchè Taibi – San Massimo – è rimasto sempre sul pezzo, ha già da tempo (più di un mese) blindato il nuovo allenatore che tra l’altro è un ottimo profilo per la categoria, e ripartirà ovviamente dallo zoccolo duro della squadra attuale. La messa in mora, in questo scenario, si rivelerà un regalo alla società: i calciatori – dopo questa pazza estate – rimarranno senza contratto a fine agosto ed è quindi molto improbabile che trovino un’altra destinazione (tranne i big e cioè Rivas, Di Chiara e Majer) e quindi la Reggina potrà contrattualizzarli nuovamente ma stavolta con ingaggi molto più bassi. Ad ennesima testimonianza della genuinità, tale da sconfinare nell’ingenuità, di questo gruppo di ragazzi finiti nel tritacarne per i problemi societari della Reggina.

Insomma, il campo al momento è ciò che preoccupa di meno. Magari potessimo parlare di serie B, di formazioni e partite del sabato pomeriggio! Anche in quel caso, il focus dovrà essere tutto sulla programmazione societaria. Come può Saladini rimanere alla guida del club dopo tutto quello che è successo? E Manuele Ilari come si presenta a Reggio, con quali intenzioni, programmazioni e credibilità? I tifosi hanno già le idee chiare e le hanno espresse proprio allo stadio Granillo, con cori e striscioni.

Nello scenario opposto, e cioè quello di un’ulteriore – e stavolta definitiva – bocciatura al Consiglio di Stato, il nuovo eventuale proprietario per l’eventuale ripartenza dalla serie D dovrà davvero sceglierlo Brunetti. E già questo non fa dormire sonni tranquilli ai tifosi. Durante la manifestazione del Granillo, parlando della possibilità di ottenere dalla FIGC la ‘wild-card’ per l’iscrizione in sovrannumero alla serie D, Brunetti ha detto: “Abbiamo un’interlocuzione con la Federazione per avere una categoria degna per la città di Reggio Calabria”. Non è noto se considera i Dilettanti “degni per Reggio Calabria” a prescindere, o soltanto per come hanno ridotto la città da quando la amministra lui insieme ai suoi compagni di partito. Ma in ogni caso è raccapricciante, anche perchè pochi secondi prima l’altro facente funzioni, il Sindaco Metropolitano Carmelo Versace, alla domanda di un giornalista “la meritiamo la serie B?” rispondeva tronfio “per quello che siamo noi meritiamo la serie A”. Immaginiamo una città con due sindaci mai eletti che uno ritiene la città da serie A e l’altro individua nella serie D la categoria “degna” al punto da chiederne l’ammissione alla Federazione! Ne abbiamo viste tante nelle ultime settimane ma ogni giorno riescono a sorprenderci sempre di più.

Ma torniamo alla eventuale ripartenza dalla serie D. Diciamo eventuale perchè non c’è nulla di scontato. Che Latella, Brunetti, Versace e Falcomatà stiano lavorando per individuare un imprenditore o un gruppo di imprenditori che possa dare un futuro alla Reggina non solo è assolutamente vero, ma anche legittimo. E’ il loro compito, avrebbero dovuto sentire la stessa responsabilità di controllo anche prima sulla gestione Saladini, anche il 21 giugno all’atto delle dimissioni di Cardona. Invece si sono svegliati soltanto adesso per individuare chi possa ripartire dalla serie D. Ma per farlo non servono compari e amici, bensì figure solide che abbiano almeno 2 milioni di euro da investire per ottenere la promozione in Serie C il primo anno, poi rilevino nome e marchio storico della Reggina e quindi la città si possa ritrovare comunque nel professionismo nel giro di un anno. E una volta lì, serviranno somme ancora più grandi. Di figure appassionate con tanta buona volontà ne stanno emergendo diverse, ma siamo nel 2023 e la buona volontà non basta. Per dare un futuro e avere credibilità nel mondo del calcio servono i soldi. E ne servono tanti. Solo la fideiussione per l’iscrizione in serie D costa 350 mila euro, poi bisogna costruire la squadra e affrontare le spese di gestione senza alcun tipo di ricavo. Insomma, servono figure molto solide che abbiano liquidità importante. Tanto per rendere l’idea, Manuele Ilari – che pretende di guidare la Reggina in serie B! – nei mesi scorsi ha provato a prendere il Catania in D e l’Alessandria e il Messina in C, ed è stato rimbalzato ovunque.

L’unica via positiva per il futuro del club sarebbe quella di un imprenditore forte e solido che decida di rilevare il club da Saladini/Ilari subito dopo l’eventuale riammissione in serie B. Ma al momento questo scenario rappresenta soltanto il sogno più bello nella mente dei tifosi.

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