“La Reggina poteva passare a un fondo americano: il retroscena sulla trattativa e l’accordo con Philips”

Le parole di Danilo Mariani, consulente finanziario ed ex DG del Livorno, sulla trattativa tra un fondo americano e Saladini

StrettoWeb

Danilo Mariani, consulente finanziario ed ex DG del Livorno, è intervenuto ai microfoni di Radio Febea per raccontare alcuni retroscena relativi a una trattativa di cessione da Saladini a un fondo americano, la Forza Investment Fund, che avrebbe potuto rilevare la Reggina prima di tutte le tristi vicissitudini che hanno accompagnato gli ultimi mesi. A sentire le parole di Mariani, che un anno fa era stato incaricato come DG, per il club è stata un’occasione persa. Riportiamo i passaggi più importanti.

I due DG “per questione politica”

“Saladini non lo conoscevo. Fui contattato dallo studio Tonucci che stava facendo l’operazione di acquisto a favore di Saladini. Io mi occupo di finanza e venivo chiamato spesso per risolvere le situazioni nelle piazze complicate. C’era questa opportunità di avere un nuovo DG con un programma interessante. Accettai ed ero in attesa di iniziare. Poi mi chiamò sempre Tonucci per farmi incontrare con Ivan Rizzuto, che mi disse: ‘io sono uno dei due DG, ma ti dobbiamo chiedere un favore. Siccome per una questione politica dobbiamo fare due DG, uno dell’area tecnica e io dell’area finanza, ti dobbiamo chiedere di accomodarti per fare al momento altre cose, ma sempre dandoci una mano’. Io non l’avevo presa benissimo, ma accettai con la promessa che a gennaio col cambio in corsa si sarebbe potuto ritornare all’accordo iniziale”.

L’azienda Philips, l’illuminazione del Granillo, lo sponsor e gli incontri col Comune e con Saladini

“Cominciai a portar dentro accordi con multinazionali. La prima soluzione da risolvere era sul problema del Sant’Agata, in quanto l’illuminazione in inverno può funzionare fino a un certo orario, poi si devono spegnere le luci perché danno noia all’Aeroporto. E così portai Philips. La presentai come primo incontro direttamente al Comune, dove incontrai i Sindaci f.f. In quei giorni facemmo anche sopralluoghi a Granillo e Sant’Agata e addirittura convincemmo la Philips a farci da sponsor, roba che l’azienda fa a grossi club come il Bayer Leverkusen. Si era arrivati anche a paventare l’ipotesi di tutta l’illuminazione di Cedir, nuoto, Pallacanestro, il Lungomare stesso”.

“Il passaggio successivo fu di incontrare Saladini a Milano. Lo incontrammo ma, roba da ridere, lì ci disse: ‘io sto risolvendo tutti i problemi di Reggio, io sono il Gesù Cristo di Reggio’ e quindi venne fuori questa cosa. ‘Grazie che ci hai presentato il Gesù Cristo di Reggio’ (ride). Questa cosa comunque non andò avanti. Il Comune pretendeva che ci fosse un inizio dei lavori, per mano della società, avendo in pancia tutta la gestione degli impianti. La cosa non andò mai avanti, così come tante altre opportunità che portai avanti io. Noi stavamo portando soldi, però c’erano problemi su problemi. E lì già si sarebbe dovuto capire che forse c’era qualcosa che non andava”.

L’interesse della Forza Investment Fund americana

“La Forza Investment Fund è un fondo che l’anno scorso aveva pianificato e quasi completato l’operazione di acquisto del Palermo, con un contratto preliminare. Poi il proprietario ricevette un’offerta maggiore (City Group, ndr). Dopo tutte le defaillance sopra raccontate con gli accordi presi, lasciai stare, ma mi arrivò attraverso un amico questa lettera della Forza Investment Fund del 14 aprile che mi incaricava di favorire di cercare di acquisire le quote di maggioranza della Reggina. Avevano bisogno di una location sul mare. Io tentai di contattare patron e DG, per iniziare questa trattativa. Non mi rispose mai nessuno, a parte Brunori, che mi disse che la Reggina non è in vendita – parliamo dei primi di maggio – però se ci fosse stata un’offerta congrua si poteva fare, con richiesta di 16 milioni di euro, per i 6 di debiti e altri ragionamenti. Con il Palermo avevano chiuso per 19,5. ‘Datemi i documenti che iniziamo la due diligence’, dissi. Ma loro mi dissero che non si poteva. Non se ne veniva fuori, poi verso il 9 giugno riesco a far arrivare una lettera direttamente a Castaldi. La Forza Investment che scrive a Castaldi e gli spiega quello che era l’interesse nel voler comunque acquisire la società, ma facendo la due diligence, perché al buio non si poteva comprare nulla. ‘Entriamo e facciamo in modo di farlo aiutando agli accordi per la ristrutturazione del debito’ avevano anche detto. Però era passato un mese, niente documenti, la situazione si è persa così e loro si sono diretti su altre questioni. Così è sfumato tutto”.

Mariani: “questione Reggina? Io aprirei un’inchiesta”

“Io sarei per aprire un’inchiesta. E’ sconcertante il fatto che un imprenditore a un certo punto decida di investire un sacco di soldi, faccia un programma devastante, con Inzaghi (lo conosco da anni e lo considero il Mourinho della Serie B), strapagandolo; se fai una cosa del genere devi replicare al programma che hai raccontato a tutti quelli che hai assunto, dal magazziniere all’AD. Non si capisce perché abbia impiegato dei soldi suoi, pochi, per fare qualcosa che ha lasciato andare nel modo in cui l’ha fatto. Per rispetto verso Reggio, io aprirei un’inchiesta. Cercherei di capire le motivazioni vere”.

I ricorsi e il futuro

“Se tu vai a metter su un ricorso al Tar, ma è lo stesso fatto al Coni, e sei già sparito dalla società, da aprile non rispondi al telefono a nessuno, ogni tanto fai degli annunci spot, come un Coni o un Tar possono pensare di ribaltare il Giudizio? Hanno pensato: ‘non esiste una società’. Se oggi dovesse dare l’ok il Consiglio di Stato, a chi la darebbero? Il problema è che loro che si devono porre la domanda, la risposta se la sono già data. Se non c’è una società non possono dare la possibilità”.

“Ora è tardi”

“Per il fondo americano è tardi? E’ tardi nel senso che non ci sono i documenti per capire come, dove e quando investire. Se la documentazione fosse stata ok come si era detto, con quelle caratteristiche che ci erano state raccontate… Brunori venne a un appuntamento prima dell’Ascoli. ‘O qualcuno di voi si fa vedere o stiamo parlando di whatsapp e non si possono trattare operazioni via mail’, spiegai. Loro mi dicevano: ‘col massimo riserbo, perché se il Tribunale sa…’ Ma no, perché se il Tribunale sa che c’è un discorso solido, sarà più favorevole. Invece qui si è lavorato al contrario. Quando si inizia un’attività ci vogliono le competenze. Noi abbiamo incaricato gli Avvocati bravi a cose già fatte, prima non c’erano persone che avevano fatto calcio”.

Guild Capital e Ilari

“Oggi non ci sono tempi e termini, anche se dovessi metter su qualcosa. Con quali calciatori? Dovremmo trovare adesso un imprenditore serio, che abbia una vera volontà di far ripartire il calcio a Reggio, ripartendo da una D. Questo bisogna fare. Chi la prende qui in Serie B con un debito che è cresciuto, perché il ricondizionamento è stato fatto ma bisogna ancora vedere?”.

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