Reggina, i commoventi saluti di Giusva Branca in un VIDEO da brividi: “ho visto le lacrime nel disastro, grazie a tutti”

Reggina, anche Giusva Branca annuncia i saluti e lo fa con un video commovente che testimonia cos'è stato questo club nell'ultima stagione e cosa poteva essere se non avessero distrutto tutto...

Reggina, il commovente video di saluto di Giusva Branca
StrettoWeb

Anche Giusva Branca lascia dalla Reggina: il Team Manager che accanto a Pippo Inzaghi ha vissuto da grande protagonista una stagione ad altissima tensione, lascia la squadra della sua città con un video commovente pubblicato sui social network. Dopo Conti, Sapienza, Geria, Zito, Mazzù e Rovito è il 7° dirigente che lascia il club, oltre a Pippo Inzaghi che ieri ha annunciato per la prima volta pubblicamente le dimissioni già certe da tempo.

Il video con cui Giusva Branca lascia la Reggina è bellissimo e trasmette a tutti i tifosi un senso enorme di rammarico per una società straordinaria, un gruppo fantastico che era stato costruito con anni di sacrifici e che adesso è stato distrutto e dilapidato, così, in poche settimane. Poteva essere l’inizio di una nuova grande epoca amaranto, e invece è stata la fine.

Particolarmente emblematico il commento di Pippo Inzaghi al video di Giusva: “Numero 1,Grande uomo e grande professionista che peccato“.

NON SO COSA ACCADRÀ, MA RINGRAZIARVI TUTTI, UNO PER UNO, È D’OBBLIGO

Il tempo passa e, come diceva il Maestro, i figli crescono e le mamme imbiancano.
E i contratti scadono.
Quello che mi legava alla Reggina è scaduto lo scorso 30 giugno e da allora nessuno, nè appartenente alla vecchia, nè alla nuova compagine societaria mi ha contattato per alcuna comunicazione.
Ho atteso, atteso e ancora atteso.
Invano.
Ho continuato, da abusivo, a essere presente al Sant’Agata, per oltre un mese; l’ho fatto per amore verso la Reggina e per forte legame affettivo nei confronti di squadra, staff e miei colleghi. Tutti uomini e donne straordinari.
Ho continuato mentre le vicende del club si attorcigliavano su se stesse come in un incubo, ma rispetto al quale, sono convinto, ancora la parola “fine” debba essere scritta.
Siamo, dunque, ai saluti e ai ringraziamenti perchè, come detto, i contratti scadono e lo spirare degli stessi è cosa naturale e va accolta con serenità.
È stato un anno intenso e caratterizzato – per il mio lavoro – da una fortissima empatia e condivisione di valori con i miei compagni di viaggio.
Oltre a chi del club, un anno fa, mi ha dato fiducia, non posso che rivolgere un pensiero carico di affetto e riconoscenza all’intero comparto tecnico: il ds Taibi, mister Inzaghi e tutti i suoi collaboratori.
Un gruppo di lavoro nel quale spendersi è sempre stato un privilegio e mai un sacrificio, in una squadra composta da uomini per bene, leali e altamente professionali, nella buona e nella cattiva sorte.
È stato bello essere gruppo tutti assieme, spesso contro tutti. È stato bello al gol di Canotto al 94°dell’ultima giornata di campionato, ma lo è stato altrettanto nello spogliatoio del dopo Reggina-Cagliari 0-4, quando è toccato guardarsi in faccia, da soli, per cercare lo specchio del baratro nel quale eravamo caduti e che necessitava di essere attraversato. Senza scorciatoie.
Anche in quel momento ci siamo sentiti gruppo ed anche in quel momento sono stato fiero di esserne parte, non meno di quando, poco più di un mese dopo, a Bolzano, siamo scesi in campo per il primo playoff amaranto 12 anni dopo.
Nonostante tutto.
Lascio la Reggina per la terza volta dopo le prime due esperienze (1996-2003 e 2018-2019) e non è mai un’uscita a cuor leggero. Non può esserlo.
Negli occhi e nel cuore porto la gente entusiasta che ci aspettava (in casa ma soprattutto in trasferta) scendere dal pullman per manifestarci amore purissimo.
Alla maglia, certo, ma anche a noi, interpreti di quella maglia.
Avrei voluto abbracciarvi tutti, uno a uno, e lo faccio oggi, in questo modo.
Non vi ringrazierò mai abbastanza.
Personalmente – come tutti – ho fatto il massimo, non sono certamente esente da errori e il giudizio sul mio operato non tocca comunque a me.
Le autocelebrazioni, l’autoreferenzialismo li lascio volentieri ad altri…
Personalmente mi basta l’abbraccio col quale mi sono congedato, uno a uno, con tutti, calciatori e staff. Un abbraccio, vero, sincero, forte, di quelli che sugellano una squadra, un gruppo, che, pur smembrandosi, sarà eternamente legato nei rapporti interpersonali e nei ricordi condivisi. Alcuni pubblici e altri privati, alcuni noti e altri top-secret.
Infine, volutamente in coda perchè voglio che il dolce ci rimanga in bocca, mando un caro e affettuoso saluto a tutte le signore e i signori che – a decine e a vario titolo – hanno condiviso con me un anno di lavoro al Sant’Agata. Tutti, nessuno escluso. E li abbraccio tutti anche perchè mi hanno gratificato di una stima e riconosciuto un’autorevolezza unanime che non credevo di meritare.
Al di qua di quel cancello del Sant’Agata eravamo davvero uno straordinario gruppo di lavoro, in campo e negli uffici, con la tuta, la divisa o gli arnesi da lavoro.
Peccato che sia andata così.
Peccato davvero.
Ed è – in estrema sintesi – solo alla gente, ai nostri tifosi e a tutti quelli che siamo stati al Sant’Agata con ogni clima (atmosferico e figurato), tutti visti in lacrime nel momento del disastro, ma comunque presenti, che dico grazie dal profondo del cuore.
Forza Reggina

Condividi