Reggina, ufficiale la messa in mora. Le ragioni dei calciatori

Reggina, i calciatori hanno firmato la messa in mora del club: la decisione era nell'aria da tempo

StrettoWeb

La Reggina è messa in mora. Ad avviare la procedura sono stati i calciatori, i 20 rimasti tesserati, che dopo una serie di pressioni ricevute in tal senso dall’Associazione Calciatori hanno preso una scelta sofferta e combattuta. Perché significa compiere un gesto contro se stessi, loro che pochi giorni fa hanno pianto di rabbia e delusione per la sentenza del TAR. Ma hanno la necessità assoluta di pensare alla loro carriera e al loro futuro: alla Reggina sono in una situazione particolarissima di cui dovrebbero rimanere letteralmente ostaggio per un altro mese, compromettendo la possibilità di disputare la prossima stagione. Alla fine i dirigenti se ne sono andati quasi tutti: dal Presidente al Segretario Generale, dai responsabili di settore giovanile e comunicazione a Team manager e allenatore che hanno dato i saluti nelle scorse ore.

Tanti altri dipendenti stanno annunciando l’addio: perchè i calciatori e solo i calciatori sarebbero dovuti rimanere inermi ostaggio di Saladini compromettendo la loro carriera? Con la messa in mora potranno ottenere lo svincolo e quindi accasarsi altrove in tempo utile per l’inizio del campionato. Altrimenti arriverebbero a settembre completamente fuori forma, atleticamente impresentabili e con le altre squadre non solo già costruite ma anche rodate e con 4 giornate di campionato oltre a un paio di turni di Coppa Italia già disputati. Questa è l’unica ragione della messa in mora.

Un gesto che a qualcuno non è piaciuto ma che non si può che comprendere sia sotto l’aspetto umano che professionale. In queste condizioni, altri professionisti che non fossero di questo gruppo fantastico, il 18 luglio al Sant’Agata non si sarebbero neanche presentati o sarebbero scappati a gambe levate dopo due giorni. Pretendere oltre da parte di questi ragazzi sarebbe davvero troppo.

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