Reggina, il messaggio di speranza del Parroco. E quella riflessione sulla bestemmia…

La riflessione del Parroco Don Zampaglione sulla Reggina e sulla bestemmia, alla luce della squalifica all'ex portiere amaranto Stefano Turati

StrettoWeb

“Oggi non posso essere presente fisicamente al S. Agata in quanto impegnato pastoralmente, ma sono “idealmente “vicino alla squadra”. Così Don Giovanni Zampaglione (Parroco di Masella, direttore dell’Ufficio sport turismo e tempo libero dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova e anche tifoso amaranto) in questi momenti difficili legati alla squadra amaranto.

“Speriamo che dopo tanta tempesta di “parole” ci sia un po’ di calma e di sole e soprattutto di… chiarezza!!! Reggio Calabria è una città stupenda che merita rispetto (RISPETTO) sotto tutti i punti di vista. La Reggina merita rispetto… Spero che venga riammessa in Serie B. Invito la squadra a ritornare ad allenarsi, a stare UNITI, COMPATTI, a remare tutti da una stessa direzione. Mi rivolgo ai tifosi: il 29 si avvicina. LA REGGINA MERITA LA B in quanto è stata ottenuta sul campo… È stato bello aver visto la città intera “tappezzata” di striscioni… continuate così… e speriamo!!!”, aggiunge.

“Non perdete la Speranza!!! Anche le stesse istituzioni locali stanno facendo la loro parte… Tutti UNITI per un unico obiettivo: LA B!!! Mi auguro che anche a Roma capiscano la situazione e riammettano la squadra in Serie B. Tantissimi padri di famiglia rischiano di perdere il lavoro (che tristezza!!!) se la Reggina dovesse fallire o altro… Reggio Calabria non merita questo… La città inizi a SVEGLIARSI e a chiedere i propri diritti per ogni cosa. Come tanti sono scesi in “campo” per la Reggina così si deve scendere in campo per tutte le problematiche presenti nella nostra città”.

La riflessione sulla bestemmia

Poi, continua Zampaglione, “c’è un’altra riflessione che vorrei fare ed è inerente la bestemmia. Il mondo del calcio si è macchiato di un episodio di espressione blasfema. Si tratta del portiere Stefano Turati del Frosinone che è stato squalificato per un “espressione blasfema al 15° del primo tempo”. Spesso mi capita di essere “scosso” dai tanti insulti contro Dio. Nel passato si aveva maggior rispetto per colui che aveva donato la vita. La nostra società purtroppo non aiuta, perché non ha molti punti fermi e spesso i giovani e anche gli adulti smarriscano la bussola. Si preferisce essere libertini, concetto molto diverso rispetto alla libertà, perché la libertà arriva fino alla libertà dell’altro, essere libertini invece significa fare ciò che si vuole con sé stessi, con gli altri e con Dio. Oggi presso i giovani (anche presso gli adulti) è diventata una “moda” offendere Dio. Non smetterò mai di richiamare un giovane o un adulto se lo sento bestemmiare o offendere Iddio. Non bisogna vergognarsi mai di riprendere chi bestemmia. Un vero e autentico cristiano lo si vede anche da questi piccoli gesti o dalla testimonianza che si dà nel quotidiano. Mi auguro che in futuro (anche nell’ambito calcistico) si capisca da parte dei calciatori e da parte di tutti che bisogna aver il massimo RISPETTO per chi ci ha donato la vita. Iddio va Amato, rispettato e…. pregato!!!! La persona civile NON BESTEMMIA”, conclude il Parroco.

Condividi