Reggina, la resa di Brunetti e Latella: “colpo mortale, tuteleremo la maglia in ogni categoria” (come hanno fatto fin qui?)

Reggina, Brunetti e Latella commentano il dispositivo del Tar, chiedendo di accertare le responsabilità ed annunciando l'attivazione delle procedure previste dal diritto sportivo per l'iscrizione della squadra ad un campionato di rilevanza nazionale

StrettoWeb

“La sentenza del Tar rappresenta un colpo mortale all’intero movimento calcistico reggino. Una condizione inaccettabile che penalizza in maniera pesantissima un intero territorio. La nostra comunità paga incolpevolmente una vicenda che di sportivo non ha proprio nulla e che di fatto ha prodotto l’espulsione della nostra Reggina dal sistema calcio professionistico. Un fatto gravissimo, con pesanti ricadute anche sotto l’aspetto economico, sociale ed occupazionale, sul quale chiederemo vengano pienamente accertate tutte le responsabilità, a partire da quelle societarie”. E’ quanto affermano in una nota congiunta il sindaco facente funzioni del Comune di Reggio Calabria Paolo Brunetti ed il Consigliere delegato allo Sport Giovanni Latella. “Da parte nostra – prosegue la nota – da istituzioni responsabili, abbiamo il dovere di tutelare i colori amaranto e l’intero movimento sportivo reggino. Abbiamo già attivato tutte le procedure previste dal diritto sportivo per fare in modo che la squadra della nostra città possa essere iscritta ad un campionato di rilevanza nazionale. E proseguiremo su questo indirizzo con l’obiettivo di tutelare la maglia amaranto a prescindere dalla categoria, nel rispetto dei tifosi e di tutti gli sportivi reggini”.

In che modo intendono tutelare la Reggina, Brunetti e Latella (con Versace) in realtà non lo spiegano. Di fatto si sono subito arresi alla situazione senza muovere un dito per evitare questo disastro. La realtà è che si sono totalmente disimpegnati, a differenza di quanto è successo a Lecco, dove il sindaco si è recato personalmente a Roma per difendere la società che è pur sempre un patrimonio della città. E’ ovvio che la responsabilità è di Saladini, e c’è un velo oscuro rispetto a quanto successo da febbraio in poi, ma le istituzioni locali sono state silenti accettando tutto quanto stava avvenendo supinamente e senza reazione. Non sarebbe cambiato nulla? Forse sì, ma quanto meno ci potevano provare.

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