Reggio Calabria, carenza di sangue dopo il grave incidente. Il primario: “è un’emergenza perenne, e la donazione ha regole precise”

Reggio Calabria, il primario Alfonso Trimarchi spiega perchè è possibile donare soltanto al mattino e perchè l'emergenza è cronica

StrettoWeb

Come sempre, l’emergenza improvvisa scatena una grande gara di solidarietà e anche un trasporto emotivo tale da determinare reazioni scomposte e irrazionali. Il grave incidente della scorsa notte a Gallico e l’appello per la donazione del sangue necessario alle cure del 18enne ricoverato in prognosi riservata al GOM ha scatenato una vera e propria corsa al centro Trasfusionale del Morelli. A tal proposito, è doveroso approfondire i meccanismi che regolano la donazione del sangue: il primario, dott. Alfonso Trimarchi, chiarisce ai microfoni di StrettoWeb innanzitutto che “è possibile donare il sangue soltanto al mattino, dalle 8 alle 11, per questioni organizzative e perché la normativa lo impone. Il sangue – infatti – va verificato attraverso procedure complesse e lunghe per garantire sicurezza e qualità. Infatti le provette per la successiva validazione vanno inviate al trasfusionale di Catanzaro che è l’unico centro di validazione regionale per poi essere disponibile il giorno dopo. Quindi è inutile donare dopo tali orari o il pomeriggio. È così in tutto il Paese. L’appello per questo povero ragazzo non è arrivato dal Gom che invece giornalmente invita la cittadinanza a diventare donatori per soddisfare l’esigenza di tutti i pazienti. Non c’è mai stato il rischio e mai ci sarà che qualcuno muoia per mancanza di sangue perché le priorità sono quelle di garantire le emergenze. E in tal senso il Gom e il Trasfusionionale è organizzato per fronteggiare nei limiti del possibile, tutte le emergenze. La carenza cronica pero ci costringe in questi casi a ridurre le prestazioni ai pazienti cronici e a sospendere gli interventi in elezione. Ecco perché si deve donare a prescindere“.

Proprio per questo l’appello che i medici da anni rivolgono al territorio è quello di diventare donatori: “non è una cosa che si può gestire facilmente in emergenza.. Ognuno si rende conto del problema solo quando lo vive da vicino, quando un parente ha bisogno di sangue o quando c’è un episodio clamoroso come un incidente a un giovane e i relativi disperati appelli . Ma è un problema perenne che si può risolvere soltanto trasformando la solidarietà emotiva del momento in impegno civico strutturato“. L’invito, quindi, è quello a diventare donatori stabili affinché problemi di carenza di sangue non ce ne siano più per ogni evenienza.

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

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