Reggio Calabria: compagni delle elementari si ritrovano dopo 38 anni con la maestra

La V^ Elementare '85 di Gallico Passo Caracciolo spinge il pulsante della macchina del tempo e riabbraccia la sua Maestra

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Riceviamo e pubblichiamo la storia di un incontro tra ex compagni di classe della scuola elementare Gallico Passo Caracciolo.

Facile, di questi tempi, buttare giù un piano dettagliato per organizzare una reunion di ex studenti delle scuole superiori. Anzi, sembra diventato il trend dell’estate 2023, anticipato da pionieri che già in passato, con successo o defezioni, hanno provato ad allestire serate in cui mettere assieme attorno ad una tavola imbandita vecchi ragazzi che, per qualche ora, tornano ad indossare i vestiti e l’animo di un’epoca andata. Difficile, o quanto meno singolare, che a prendere di petto l’iniziativa di pigiare il tasto della macchina del tempo sia stato un drappello di ex alunni di una scuola elementare.

Galeotto fu un incontro, del tutto casuale, risalente ad otto mesi fa, storia del dicembre scorso: un incrocio tra due di loro, lei, Claudia, da anni, tanti, troppi, o forse no, magari è stato un bene, magari è stato meglio, vive a Roma; lui, Giuseppe, che, invece no, lui è qua, lui ha vissuto e vive a Reggio Calabria. Le loro vite a sbattere di nuovo l’una con l’altra, l’occasione propizia per la promessa reciproca di rivedersi e rivivere con gli altri alunni del tempo che fu, il ciclo tra il 1980 ed il 1985, rapporti che sembravano ormai persi, irreparabilmente e definitivamente. E si sa, le promesse tra bambini, non importa se le gambe dell’età hanno fatto il loro sporco, maledetto lavoro, vanno mantenute: è un obbligo morale al quale non ci si può sottrarre, a dispetto degli impegni, a dispetto di incastri esistenziali sempre intricati.

E così è stato: un paio di sere dopo Ferragosto, è quello il momento giusto individuato. La macchina della pianificazione, allora, si è messa in moto, a quel punto era impossibile fermarla. Irresistibile il desiderio di raccontarsi ed ascoltarsi a distanza di 38 anni, una vita, un paio di vite e anche più. L’appuntamento è in un noto locale di Gallico, perché è la sezione A della scuola elementare di Gallico Passo Caracciolo che gli entusiasti allievi hanno frequentato in quella lontana prima metà degli anni ’80. Molti di loro, da allora, non avevano avuto la fortuna di imbattersi, nemmeno una volta, nemmeno per un accidente della quotidianità, in quegli occhi familiari per un quinquennio.

Volti quotidiani che, improvvisamente, da un giorno all’altro, diventano schizzi di memoria per poi, altrettanto improvvisamente, vedersi riconsegnati in un istante una familiarità confidenziale che soltanto i poveri di spirito
possono immaginare smarrita nel vuoto del caos temporale. Nei loro sguardi l’eccitazione, nei loro cuori un benessere istintivo incomprensibile per chi è fuori dal circolo ristretto di una classe che, all’unisono, muove i primi passi per diventare un po’; più grande. Ci sono gli abbracci di esperienze accumulate in luoghi diversi, perché questa è terra di emigrazione; ci sono le risate che aiutano a partecipare le gioie e ad allontanare le fatiche della vita.

C’è la domanda, impossibile da evitare: perché aver lasciato che fossero le spicce faccende quotidiane a separarci così a lungo? Però siamo nel Terzo Millennio e la tecnologia ci viene in soccorso, solcando le onde dei social network e della comunicazione istantanea: spartire i sentimenti è un esercizio che richiede solo volontà, nessun altro ostacolo si frappone. E così è stato: quel gruppo Whatsapp della sezione A della scuola elementare di Passo Caracciolo aveva ormai raccolto una ventina di ex compagni di scuola (ri)diventati amici, di ex bambini fattisi uomini e donne vissuti. Sono momenti che, attimo dopo attimo, stanno rendendo quella idea astratta di qualche mese addietro uno spartiacque indimenticabile. Ma un attimo: è tutto davvero stupendo, è tutto davvero gradevole.

La dimostrazione che, anche a distanza di quasi quattro decenni,
una classe si muove come un corpo unico, che importa la distanza? Però sì, manca qualcosa, anzi manca qualcuno per rendere l’evento altro rispetto alla consueta rimpatriata; di commilitoni; ancora giovani, ma con zaini carichi di esperienze disparate. Per renderlo unico serve una sorpresa, serve il colpo di scena che tutto ribalta, che spiazza il percorso, festoso e, tuttavia, ordinario, di quelle ore strappate dalla spensieratezza al broncio delle angustie quotidiane. Quella tra il 1980 ed il 1985 era ancora l’epoca fortunata della maestra unica: una maestra, come la Maestra Raffaella, che era mamma e punto di riferimento, insegnante di materie e di vita, chioccia e porto sicuro, esempio irreprensibile e raffinata scultrice di caratteri, modello di rigore ed illustrazione vivente di tenacia.

Un peccato che non ci sia, una beffa se si pensa che di una di loro, proprio Claudia, lei la Maestra Raffaella, è mamma per davvero. Ma Claudia aveva pensato al botto, a fare un regalo cumulativo, che colmasse di gioia la Maestra e gli alunni. Ed è così che, senza che nessuno se lo aspettasse, la Maestra Raffaella, 80 anni la settimana scorsa, è sopraggiunta inaspettatamente. Con i sorrisi che in un attimo si sono trasformati in commozione, con l’allegria che si è rivestita d’amore, a quasi 39;anni di distanza, con l’incredulità che ha fatto spazio alla riconoscenza, gelosamente custodita fino a rivelarsi platealmente in una calda serata d’agosto, con la sorpresa che ha preso la forma di una gara a sedersi accanto alla Maestra Raffaella.

Scambiarsi ciascuno, e reciprocamente, il soffio vitale. Un respiro comune che ha ripreso il suo ritmo, lo stesso che aleggiava in quella classe del 1980, salutatasi cinque anni più tardi, per rinnovare il suo patto appassionato da accendere con il fuoco dell’amorevolezza e della consapevolezza che fermarsi accanto alle fondamenta dei progetti umani è un’azione meritevole di essere replicata perché guardare in faccia sé stessi con l’impulso dell’infanzia dona floridezza e delicatezza anche alle sensibilità indurite dagli eventi“.

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