Stop al Reddito di Cittadinanza, Cosenza non ci sta: mobilitazione all’Inps

Lunedì 28 agosto, alle ore 09:30, l'organizzazione politica "La Base" ha organizzato una protesta per difendere il Reddito di Cittadinanza: "nessuno deve morire di fame o essere schiavo"

StrettoWeb

“Il 31 luglio centinaia di migliaia di persone hanno ricevuto un SMS da parte dell’INPS in cui si comunicava ufficialmente lo stop del Reddito di Cittadinanza.
Per tantissime famiglie, in questi anni, il Reddito ha rappresentato una boccata di ossigeno: poche centinaia di euro con cui soddisfare i bisogni fondamentali. Il destino di migliaia di famiglie è ora affidato ai Centri per l’impiego e ai servizi sociali dei Comuni, già afflitti da carenze di personale e competenze. Il Governo Meloni, ma anche i partiti di centro sinistra, non hanno mai smesso di gettare fango sui percettori“. Lo dichiara in una nota l’organizzazione politica “La Base – Cosenza”, pronta ad organizzare una mobilitazione, lunedì 28 agosto alle ore 09:30, di fronte alla sede dell’Inps della città bruzia.

“La televisione ha dipinto chi prendeva il Reddito come fannullone o addirittura come imbroglione, quando i dati parlano chiaro: i “furbetti” sono meno dell’1%. Mentre nel resto d’Europa il Reddito di Cittadinanza viene aumentato, in Italia viene abolito. Perché? Perché, specialmente nel Sud Italia, ci vogliono poveri e ricattabili. Perché per loro dobbiamo essere disponibili ad essere sfruttate per sopravvivere, disponibili ad accettare lavori che assomigliano a schiavitù, senza tutele e senza diritti”.

“Dalla misura era già escluso chiunque avesse precedenti, anche non gravi, con la giustizia; ora i ricatti cominciano per tutte le persone “occupabili”, che dovranno fare i salti mortali per sopravvivere con 350 euro al mese e intanto cercare un lavoro che non c’è, mentre il costo della vita aumenta in maniera insostenibile. Hanno, infatti, abolito il reddito senza né creare posti di lavoro, né intervenire contro l’aumento dei prezzi”.

E se ai poveri tolgono, ai ricchi danno sempre di più. Investono miliardi di euro in armi, vitalizi e politiche fiscali a favore delle grandi aziende private. L’abolizione del reddito di cittadinanza è l’ennesimo attacco ai poveri di questo paese e se non ci ribelliamo il futuro sarà sempre più buio. Vogliamo il reddito di cittadinanza, vogliamo il salario minimo, vogliamo un lavoro dignitoso perché nessuno deve morire di fame o essere schiavo“.

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