Strade reggine teatro di morte, ma Versace strumentalizza le vittime e se la prende con Salvini

Versace: "Il Governo dia risposte sui trasferimenti delle risorse per le manutenzioni stradali sul territorio metropolitano"

StrettoWeb

Scaricabarile, vittimismo. E’ sempre colpa degli altri. A Reggio Calabria, che sia il Sindaco o i “suoi” f.f., ormai siamo abituati. Immondizia ovunque, Aeroporto spento, mancanza d’acqua e di servizi essenziali, strade da terzo mondo. Ma non è mai colpa loro, è sempre colpa di qualcun altro. Dei poteri forti del Nord, del Governo, della Regione, dei lordazzi. L’ultimo comunicato è quello del Sindaco metropolitano Carmelo Versace. Argomento? La manutenzione stradale, che nelle ultime settimane ha prodotto vittime. Anziché un briciolo di responsabilità, Versace strumentalizza pure i morti e attacca Salvini chiamando in causa, guarda caso, il Ponte sullo Stretto.

“Il Ministro Salvini si attivi immediatamente per il trasferimento delle risorse richieste dalla Città Metropolitana – si legge – Le nostre strade necessitano di interventi urgenti, ancora di più oggi alla luce dell’ipotesi ormai concreta di chiusura della Jonio-Tirreno. Sulle vie alternative ed in generale sull’intero reticolato delle strade metropolitane e di competenza Anas è necessario programmare immediatamente interventi di messa in sicurezza e di ripristino dei tratti pericolosi. Non possiamo continuare a piangere morti a causa della mancanza atavica di risorse per le manutenzioni straordinarie delle nostre strade. Abbiamo avanzato formalmente delle richieste in questi mesi, purtroppo ad oggi rimaste completamente inascoltate. Il Ministro Salvini ha appena annunciato un intervento su una strada provinciale in provincia di Bologna. Se può farlo per l’Emilia, ben venga il suo interesse, perché non si occupa anche della Calabria”, aggiunge.

E poi il Ponte. “Il Ministro Salvini non può pensare di assolvere i compiti del Governo con la pantomima del Ponte sullo Stretto. Il nostro territorio necessita di attenzioni differenti. Sul tema dell’Alta velocità ferroviaria, sulla parte bassa della SS106, sull’Aeroporto dello Stretto ed anche sulle strade interne”. Versace ribadisce dunque che tutte queste problematiche abbiano sempre una matrice politica e siano collegate alla poca volontà del Governo nazionale o regionale di muovere un dito per Reggio. Però si contraddice da solo. “Nel 2011, circa 12 anni fa – continua – il Governo trasferiva alla vecchia Provincia di Reggio Calabria circa 20 milioni l’anno per la manutenzione delle sue strade. Oggi questi trasferimenti sono sostanzialmente pari a zero”. Si faccia due domande se 12 anni fa il Governo si impegnava per Reggio.

“Il Ministro Salvini affermi chiaramente le sue intenzioni – continua Versace – il ponte non può essere un alibi per annientare completamente le aspettative e le necessità di mobilità del nostro territorio. Tra l’altro siamo ancora in attesa dell’incontro con il Ministro per la definizione delle opere complementari del Ponte, cosi come ci domandiamo come mai non si stia procedendo alla sottoscrizione del protocollo con Anas per la manutenzione delle strade che in passato erano di loro competenza”.

“Come mai il Ministero non risponde sulle nostre schede di progettazione che darebbero grande respiro alla viabilità sul territorio, un tema sul quale il Governo Draghi ci aveva finanziato più di 15 milioni in meno di un anno. E’ ora di smascherare questa condizione di assurda ipocrisia. Lo dobbiamo a chi in queste settimane, sulle nostre strade, ha perso la vita a causa di incidenti stradali. A queste famiglie, cui va la nostra piena vicinanza, pensiamo che il Governo debba delle risposte. Se in altre Regioni il ministero programma interventi perfino sulle strade provinciali perché in Calabria pensa di autoassolversi esclusivamente con la favola del ponte sullo Stretto?”, conclude.

Insomma, la solita “poesia”. L’ipocrisia che chiama in causa, strumentalizzando, i morti nelle strade, quando sappiamo che anche quelle di competenza comunale sono ridotte malissimo, come se fossero luoghi di guerra. Come se non bastasse, poi, ecco la solita propaganda anti-Ponte, a cui aggiungerci il solito pizzico di benaltrismo e vittimismo che non fa mai male.

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