Campo sportivo di Pellaro, la risposta allo sfogo del rifondatore della società: “vi racconto la mia versione”

La risposta di Roberta Sofi allo sfogo del rifondatore della Pro Pellaro, Salvatore D'Aleo, che ha paventato la possibile scomparsa del club per il problema al campo sportivo

StrettoWeb

Roberta Sofi, figlia di Pietro, storica figura del calcio pellarese nonché fondatore della Polisportiva Pellarese, ha deciso di scrivere alla redazione di StrettoWeb per rispondere pubblicamente allo sfogo del rifondatore della Pro Pellaro, Salvatore D’Aleo, che ha paventato la possibile scomparsa del club per il problema al campo sportivo.

“Premetto – scrive la lettrice – che l’argomento, seppur profondamente sentito dall’autore, non è significativo della realtà di un territorio; probabilmente, e questa è una mia personale risposta alla prima parte delle domande sulle motivazioni che spingono un comune in dissesto finanziario e con un sindaco facente funzioni a posticipare i lavori, l’amministrazione poco reattiva ai cambiamenti, sta affrontando (forse?) problemi più urgenti e gravi rispetto all’investimento in un campo pubblico periferico che, in questo momento e per i prossimi due anni, risulta peraltro regolarmente in gestione ad un’altra società, ugualmente rappresentativa del medesimo territorio e il cui fondatore è stato un grande giocatore, sostenitore e amico della citata Pro-Pellaro”.

“Lo strano caso di Benjamin Button – lo definisce D’Aleo – ovvero della Pro Pellaro che rischia da 103enne di scomparire, facendola diventare, nei tempi biblici della burocrazia, una piccola cellula vagante nel nulla”. Un incipit enfatico ma poco realistico. La storia secolare della Pro-Pellaro è fatta di ricordi, generati da chi è stato protagonista di un grande passato calcistico improntato alla condivisione, all’amicizia, alle relazioni stabili con il territorio. Una squadra di giovani appassionati che ha raggiunto traguardi importanti e formato schiere di calciatori. La storia recente della rifondazione inizia con l’acquisto di un titolo, cambiamenti repentini e il maldestro tentativo di screditare altre realtà locali, ugualmente importanti, pur di emergere, nel segno dell’opportunismo. Lo Stadio Comunale “A. Iaria”, lo sottolineo e lo ribadisco, è stato legalmente concesso nel 2014 alla Polisportiva Pellarese in seguito alla partecipazione, andata praticamente deserta, ad un bando pubblico del 2013″, aggiunge.

“Leggo con ingiustificato disappunto – continua – le seguenti parole: “La squadra locale, che contribuì materialmente a costruire l’attuale campo di calcio e lo calcò per circa 60 anni, da un quadriennio è costretta, pagando, a chiedere ospitalità a società aventi in concessione pluriennale campi da gioco (ed anche questa è un’altra storia di cui un giorno aprirò un bel capitolo)”. La squadra locale non ha pensato di partecipare, dieci anni fa, ad un bando pubblico bandito dal medesimo Comune per la presa in gestione dell’agognato campo, probabilmente perché all’epoca era inagibile, privo di strutture, dotato di impianti senza documentazione e certificazione adeguate fornite dal comune, con un terreno da accatastare ex novo e circondato da una foresta di erbacce: un vuoto a perdere dal punto di vista economico. Dov’era la gloria di quella storia nel 2013? I costi per la riqualificazione, mantenimento e gestione sono stati e sono tuttora, con i lavori promessi ma non ancora realizzati, ingenti ma la Polisportiva Pellarese li ha sostenuti in autonomia senza aiuti economici perché la società nasceva per perseguire un sogno più grande del denaro che spesso manca”.

“Nella visione di mio padre (Pietro Sofi), fondatore insieme a Gianni Imbalzano, della Polisportiva Pellarese, ex calciatore della Pro-Pellaro e costruttore della storia di quella squadra che ha calcato per decenni quel campo in riva al mare, il sogno, realizzato con tenacia e determinazione e il supporto di un incredibile staff è stato ed è ancora oggi quello di accogliere bambini e ragazzi, il futuro della nostra generazione, in un ambiente inclusivo e motivante in cui crescere svolgendo attività fisica”.

“L’obiettivo che ha guidato e accompagnato quest’associazione è stato ed è quello di incentivare le relazioni tra pari per diventare grandi in un contesto amichevole, sano e divertente. La mission è sviluppare i talenti di ognuno per accompagnare e promuovere lo sviluppo dell’identità personale e del benessere psicofisico di tutti attraverso il gioco del calcio, un gioco che educa e forma cittadini attivi, autonomi e responsabili”.

“Avere un campo in gestione pluriennale significa anche mantenerlo finanziariamente. Il sig. D’Aleo, da persona intelligente, conosce benissimo le motivazioni relative al sostenimento dei costi e alla necessità di assolverli rispetto a qualsiasi servizio che viene offerto. La domanda che dovrebbe porsi, senza dare l’impressione che gli altri, di cui non fa i nomi, agiscano contro la centenaria Pro Pellaro per farla scomparire è: “perché non abbiamo pensato e agito diversamente? Kant invitava ad agire in modo che ogni nostro atto fosse degno di diventare un ricordo ma, come sosteneva giustamente José Ortega Y Gasset “Molti uomini, come i bambini, vogliono una cosa ma non le sue conseguenze”, si chiude la nota.

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