Il calabrese Misiti riconfermato Segretario alla Presidenza del Collegio italiano dei chirurghi

Massimo Carmelo Misiti, calabrese di Cinquefrondi, ortopedico e già parlamentare della Repubblica, è stato riconfermato Segretario alla Presidenza del Collegio italiano dei chirurghi Massimo Carmelo Misiti, calabrese di Cinquefrondi, ortopedico e già parlamentare della Repubblica, è stato riconfermato Segretario alla Presidenza del Collegio italiano dei chirurghi

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Massimo Carmelo Misiti, calabrese di Cinquefrondi, ortopedico e già parlamentare della Repubblica, è stato riconfermato Segretario alla Presidenza del Collegio italiano dei chirurghi (il Cic), l’associazione che riunisce quasi tutte le società scientifiche d area chirurgica italiane, per un totale di oltre 45.000 medici di tutte le specialità chirurgiche impegnati nelle università e negli ospedali pubblici e privati di tutto il territorio nazionale. Neo presidente è il professore Maurizio Brausi, di Modena, specialista in urologia robotica e oncologica, che subentra al professore Diego Foschi, dell’università di Milano. Alla vice presidenza, un altro calabrese, il professore Giovanni Scambia, originario di Catanzaro, responsabile della ginecologia al “Gemelli”, di Roma. Dottore Misiti, qual è lo scopo del Cic? “Lo scopo associativo – dice Misiti – è quello di contribuire a migliorare i livelli di cura dei pazienti e di promuovere gli interessi scientifici, culturali ed organizzativi dell’area chirurgica, anche attraverso l’organizzazione di eventi formativi nell’ambito del programma nazionale di formazione continua in medicina. Poi, c’è l’azione costante di sollecitazione dell’attenzione che il Cic svolge presso le pertinenti sedi istituzionali con l’intento di migliorare la qualità dei livelli organizzativi, in considerazione della peculiarità del lavoro chirurgico”. Qual è uno dei primi impegni che il Cic intende affrontare?

“Tra gli argomenti che, con il nostro neo presidente Brausi, il Collegio si troverà a discutere nell’immediato futuro, ci sono i problemi della sicurezza dei medici, sempre più sempre oggetti di aggressioni a causa di situazioni di precarietà delle strutture in cui lavorano; ma anche le continue denunce di presunta malasanità che impediscono ai medici di lavorare con quella tranquillità a loro indispensabile per un buon esercizio della propria attività. Ancora, lavoreremo affinché si ottenga la definizione delle prestazioni chirurgiche non codificate per l’aggiornamento dei DRG, cioè il sistema di retribuzione delle prestazioni chirurgiche dei degli ospedali per l’attività di cure erogate”.

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