Migranti, si rischia una crisi sociale. Meloni invoca l’Onu: “lotta globale ai trafficanti”

"C'è una tempesta perfetta, rischiamo una crisi sociale". Così il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, in tema di migranti

StrettoWeb

I Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) “aiutano, ma non bastano“. E’ quanto dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera dal presidente della regione Veneto, Luca Zaia, secondo il quale la situazione è “preoccupante se non allarmante“. Il governatore definisce quella in corso riguardo all’immigrazione una “tempesta perfetta” che può rendere necessario rivedere “i nostri servizi sanitari, sociali ed educativi. Che rischiano di aprire una questione sociale vera“.

I Cpr sono indubbiamente un anello della catena di gestione, uno strumento che completa la filiera. Ma nel contempo è doveroso dire che non risolveranno il problema“, sottolinea. La vera questione, secondo Zaia, è quella dei rimpatri. “Quest’anno i rimpatri forzati sono stati 2.270. Nel 2022, sono stati 3.200. La verità è che non siamo in grado di fare rimpatri significativi. Una procedura complicata che prevede passaggi di carte, organizzazione logistica e anche una scorta, a volte in aereo si vedono quattro o cinque agenti per accompagnare un solo migrante. Insomma: è un’utopia pensare di rimpatriare una parte significativa di coloro che sono arrivati senza titolo. È come cercare di svuotare il mare con un secchio“, precisa

Giorgia Meloni all’Onu: “lotta globale ai trafficanti”

La difesa delle nazioni, delle identità, delle patrie, l’uso della ragione e non della forza, come chiavi per affrontare “insieme” le sfide di un’epoca “complessa“, tornando allo spirito dell’Onu delle origini. Non solo per la guerra di aggressione all’Ucraina, di fronte alla quale l’Italia “ha scelto da che parte stare“. Ma soprattutto per governare le migrazioni, un tema che coinvolge tutti e su cui l’Onu non può “voltarsi dall’altra parte“. E’ questo l’appello lanciato dalla presidente del Consiglio nel suo primo discorso al Palazzo di Vetro, che chiude la missione americana. Agire insieme contro “la nuova schiavitù“, quella dei migranti illegali.

La premier, che non è andata al tradizionale ricevimento di Joe Biden ma ha portato lo staff e la figlia Ginevra in una nota pizzeria di Manhattan, non ha parlato al Consiglio di Sicurezza, che vorrebbe riformare per renderlo “più equo e efficace“. Era impegnata, spiega Palazzo Chigi, in una girandola di incontri bilaterali quasi tutti concentrati sull’Africa. E lo staff della Meloni precisa che, dopo aver assistito alla prima parte dello storico dibattito, alla presenza di Volodymyr Zelensky e Serghei Lavrov, nei corridoi del Palazzo dell’Onu la premier ha avuto occasione di parlare con il presidente ucraino. Poi l’incontro con il segretario Antonio Guterres, cui chiede un maggior coinvolgimento delle Nazioni Unite sui migranti, come farà davanti all’assemblea generale.

Rifiutare le ipocrisie in tema di immigrazione

Bisogna “rifiutare le ipocrisie” in tema di immigrazione, che nel tempo hanno “fatto arricchire a dismisura i trafficanti“. E combatterli con ogni mezzo per fermare l’emergenza, da un lato. Mentre dall’altro vanno affrontate “le cause alla base della migrazione, con l’obiettivo di garantire il primo dei diritti, che è il diritto a non dover emigrare“.

Bisogna coinvolgere le nazioni più povere, che subiscono più di tutti il conflitto contro Kiev con quella scelta di creare “il caos” nel quale si “infiltrano i trafficanti di esseri umani“. Con i Paesi africani troppo a lungo “sfruttati” bisogna “invertire la rotta“, insiste la premier. Abbandonare l’approccio “predatorio” e puntare su partnership “alla pari” come vuole fare l’Italia che darà “il buon esempio“, rivendica la premier, con il suo “Piano Mattei“.

L’altra sfida, che sarà tra i temi al centro del G7 a guida italiana, è quella dell’intelligenza artificiale che rischia di avere effetti “devastanti” sul lavoro e non può essere “una zona franca“. Bisogna, dice Meloni, “dare un’etica agli algoritmi“. Non bisogna dimenticare, dice in sintesi chiudendo il suo intervento, quello che proprio all’Onu aveva indicato Papa Giovanni Paolo II, “cioè che l’attività politica, nazionale e internazionale, viene “dall’uomo“, si esercita “attraverso l’uomo” ed è “per l’uomo“.

Condividi