A Reggio Calabria non ci si può distrarre neanche un attimo. E quando si scrive un articolo, pur utilizzando la lingua italiana nella narrazione dei fatti, ci sarà sempre un’interpretazione delirante e totalmente inattesa che salterà fuori deviando l’opinione pubblica dal fatto reale. Ecco perchè è doveroso fare chiarezza rispetto a quanto accaduto in città nelle scorse ore: erano le 17:00 in punto di un caldo venerdì pomeriggio di metà settembre quando i Carabinieri sono entrati a Palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria, su richiesta del consigliere comunale di opposizione Massimo Ripepi.
Il consigliere aveva già fatto nei giorni scorsi una richiesta di accesso agli atti per avere chiarezza sull’esito controverso del bando comunale sull’assegnazione della Licenza alla partecipazione al campionato di serie D che la FIGC aveva concesso al Comune di Reggio Calabria dopo l’esclusione della Reggina Calcio dalla serie B. L’intenzione di Ripepi era quella di studiare i documenti e capire in base a cosa Brunetti abbia preferito La Fenice di Ballarino rispetto alla Reggio Football Club di Bandecchi, Myenergy e altri piccoli imprenditori reggini. Il consigliere comunale di opposizione ha denunciato un forte ostruzionismo nell’ottenimento delle carte da parte dell’Amministrazione per tutta la settimana, tant’è che oggi è diventato più pressante nel far valere il proprio diritto di ottenere le carte finché non le ha avute. Dal primo momento, quindi, è stato chiaro a tutti che Ripepi ha avuto le carte: lo ha detto lui stesso! Nessuno ha mai scritto che Ripepi non ha avuto le carte, né lo stesso Ripepi ha mai denunciato di non aver avuto le carte. Anzi, tutto ciò che ne è seguito è scaturito proprio dalla consegna dei documenti! Com’è possibile che qualcuno abbia potuto interpretare che il problema denunciato da Ripepi fosse il mancato ottenimento dei documenti, è uno di quei misteri tipicamente reggini da archiviare nel lunghissimo elenco di anomalie da psicanalisi di questa città.
Quando il Sindaco f.f. Paolo Brunetti alle 19:00 di sera dopo due ore dalla notizia dei Carabinieri a Palazzo San Giorgio invia un comunicato stampa in cui se la cava dicendo che “tutta la documentazione è stata regolarmente consegnata al consigliere di minoranza nella giornata odierna”, sta proprio deviando il problema posto dal consigliere e non sta dando alcuna risposta al tema posto da Ripepi, che ovviamente è un altro e su cui Brunetti non risponde. Lo stuolo di sostenitori del primo cittadino che quindi si agita nel maldestro tentativo di smentire il coraggioso oppositore forte del fatto che “Brunetti ha consegnato le carte” denota il drammatico livello culturale della militanza “brunettiana” evidentemente incapace non solo di comprendere gli articoli di lingua italiana, ma persino di ascoltare quanto lo stesso consigliere aveva denunciato in un video realizzato proprio da piazza Italia nel pomeriggio.
Cosa ha denunciato davvero Ripepi dopo aver avuto i documenti
Chiariamo, quindi, qual è il problema denunciato da Ripepi: secondo la testimonianza del consigliere, nel fascicolo relativo al bando che l’Amministrazione Comunale oggi gli ha finalmente consegnato, non ci sarebbero due documenti determinanti per la regolarità del bando: l’atto amministrativo di assegnazione alla Fenice, e i verbali delle riunioni della commissione che nel pomeriggio del 7 settembre e nella mattinata dell’8 settembre si è riunita per valutare le domande pervenute. Ripepi, quindi, non ha mai detto di non aver ricevuto le carte, ma al contrario ha denunciato che nelle carte avute mancano due documenti fondamentali affinché il bando sia regolare. Da qui l’esigenza di chiedere l’intervento dei Carabinieri con la conseguente verbalizzazione dello stato delle cose, per cristallizzare la situazione ed evitare che questi documenti ad oggi mancanti possano magicamente spuntare in futuro.
Cosa sono l’atto amministrativo di assegnazione e i verbali, e perchè sono così importanti
L’atto amministrativo di assegnazione è un documento fondamentale per l’esito di ogni bando pubblico o manifestazione di interesse: è una scrittura chiave che non può mai mancare in una procedura di questo tipo, ed infatti è stato uno dei principali motivi per cui gli amministratori di questa stessa amministrazione hanno rimediato due pesanti condanne per lo scandalo Miramare, dove l’analogo atto amministrativo non era stato appunto realizzato. E’ proprio in base all’atto amministrativo di assegnazione, infatti, che le parti interessate possono presentare ricorso sull’esito di un bando. L’assenza dei verbali delle riunioni della commissione, inoltre, mina la trasparenza e la regolarità dello stesso bando in quanto mancano i riferimenti sui contenuti di quelle stesse riunioni. Le parti in causa, quindi, non possono conoscere i pareri degli esperti convocati al tavolo, e non possono capire in base a cosa il sindaco Brunetti ha preso la decisione. Ecco perchè si tratterebbe di mancanze davvero gravissime dal punto di vista amministrativo e giudiziario.
Perchè l’iscrizione in serie D della Fenice Amaranto non è mai stata a rischio, neanche per un secondo
L’assenza di questi documenti denunciata oggi da Ripepi è una vera e propria bomba sulla vita politica di Palazzo San Giorgio: se davvero il Comune non ha realizzato l’atto amministrativo di assegnazione e non esistono i verbali delle riunioni, si tratta di una gravissima mancanza che non potrà non determinare pesantissime ripercussioni giudiziarie sui protagonisti di questa vicenda. Ecco perchè tutta l’enfasi legata ad una notizia che è dirompente sulla città, nonostante Brunetti avrebbe voluto silenziarla al punto che nel comunicato “stigmatizza l’enfasi data ad una “non notizia”” minacciando le solite querele temerarie con parole volte ad intimidire i giornalisti scrivendo che “l’Ente tutelerà la propria immagine e reputazione nelle sedi competenti“. Se davvero Brunetti volesse tutelare la reputazione e l’immagine del Comune di Reggio Calabria, dovrebbe semplicemente operare in modo virtuoso.
Tutto quello che è successo nelle scorse ore non significa, e infatti mai nessuno l’ha scritto né detto, che l’iscrizione in serie D della Fenice Amaranto possa essere a rischio: non lo è mai stato neanche per un secondo. La Fenice Amaranto è stata iscritta in serie D lunedì dalla FIGC, che ha ricevuto tutta la documentazione necessaria. Tra i documenti richiesti dalla FIGC, infatti, non c’è l’atto amministrativo di assegnazione del bando né tantomeno i verbali delle riunioni di Palazzo San Giorgio: quello è un problema burocratico del Comune che alla FIGC non interessa affatto. Alla FIGC, da parte del Comune, servivano una serie di documenti fondamentalmente relativi all’utilizzo dello Stadio, e un pezzo di carta in cui c’erano scritte due righe, anche sottoforma di scarabocchio, in cui il Comune comunicava di aver assegnato alla Fenice la Licenza di partecipazione. Se poi il Comune l’ha fatto con un bando, se ci sono state due, tre o dieci domande, se il Comune ha fatto quel bando regolarmente o meno, alla FIGC non interessa affatto e quindi in ogni caso – anche qualora in futuro le irregolarità oggi soltanto presunte e ipotizzate fossero certificate da un giudice – non ci sarebbe alcuna conseguenza per la Fenice bensì ne pagherebbero il caro conto con la giustizia gli Amministratori che hanno commesso questi eventuali illeciti.
Ecco perchè le preoccupazioni della tifoseria rispetto al rischio di compromettere la serie D sono completamente infondate: si tratta di qualcosa di molto più importante, e cioè della correttezza degli amministratori pubblici e del rischio che sia appena iniziato un altro grande scandalo analogo – se non peggiore – a quello del Miramare. Di questo, tuttavia, la città non sembra particolarmente preoccupata: basti pensare che tre anni fa eleggeva trionfalmente e a grande maggioranza democratica questa stessa Amministrazione nonostante il grande scandalo del Miramare fosse già esploso da tempo, e infatti dopo le elezioni sono arrivate le due condanne con le relative sospensioni di tutti i protagonisti senza che gli elettori di quegli stessi personaggi abbiano mai provato vergogna per questo. La città è molto preoccupata di poter disputare la serie D con la Fenice Amaranto, al punto da dire “basta, lasciateli lavorare” ribaltando la realtà ed individuando nel comprensibile disappunto di chi non accetta di essere preso in giro, le cause del problema quando in realtà il malumore diffuso è soltanto l’effetto di scelte incomprensibili e surreali che hanno prodotto questa situazione. Non ci risulta che ci sia alcuno, che siano tifosi, politici o tantomeno giornalisti, che stia placcando i vari Pellegrino, Bonanno, Ballarino e compagnia nella loro virtuosa attività di costruzione della squadra. Non c’è nessuno che gli sta impedendo di acquistare i calciatori, di portarli ad allenarsi, di preparare le partite, di scegliere uno sponsor tecnico che fornisca divise e palloni. Nessuno glielo sta impedendo. E’ invece la Fenice che, dopo otto giorni, si sta dimostrando totalmente inadeguata alle aspettative della città e a quanto promesso nell’ormai famoso business plan che aveva così tanto impressionato Brunetti, il quale ha garantito che poi avrebbe “vigilato” sull’effettiva realizzazione di quel piano ma al momento non ci sembra stia vigilando molto se il presidente del Bocale, Filippo Cogliandro – tra l’altro da sempre su posizioni politiche non certo distanti da quelle di quest’Amministrazione – ha dovuto denunciare come un suo calciatore sia stato contattato dalla dirigenza della Fenice chiedendogli di andare a giocare gratis per due settimane e che poi sarebbe potuto rimanere soltanto se avesse portato uno sponsor. E’ questa la nuova Reggina che Brunetti ha scelto per rappresentare la città? E’ questa la nuova Reggina che Brunetti rivendica di aver scelto perchè “è meglio fare dieci anni di serie D ma con dignità, anziché finire come è successo con Gallo e Saladini?”. Cosa c’è di dignitoso di andare a cercare calciatori dell’Eccellenza chiedendogli di portare sponsor se vogliono giocare?
Nessuno sta impedendo alla nuova società di fare il proprio lavoro. Nessuno gli sta vietando, ad esempio, di allenarsi in uno dei tanti campi da calcio della città: la luce staccata al Centro Sportivo Sant’Agata è l’ennesima scusa per prendere tempo, perchè di calciatori ancora non ce n’è neanche uno. E l’attività può iniziare anche fuori dal Sant’Agata: campi di allenamento ce ne sono così tanti in città… Attenzione proprio al Sant’Agata: lunedì potrebbe riaprire con un generatore elettrico portatile che la Città Metropolitana ha deciso di noleggiare alla cifra di 700 euro + IVA al giorno, per consentire alla Fenice di allenarsi. Ma a che titolo la Fenice entrerà al Sant’Agata, che è di proprietà dell’Ente? Perchè la Fenice sì e le altre squadre reggine no? Verrà realizzato un bando o un regolamento di affitto che valga per tutte le società sportive? E perchè l’energia elettrica del generatore portatile la pagherà la Città Metropolitana – cioè tutti i cittadini reggini – e non le società che usufruiranno del servizio pubblico? Anche su questo bisognerà realizzare i dovuti documenti amministrativi, altrimenti il rischio di ulteriori irregolarità è molto elevato: la vecchia Reggina aveva avuto il Sant’Agata in concessione vincendo un bando pubblico, e finché non verrà fatto un nuovo bando a cui la Fenice dovrà partecipare, sarà particolarmente complesso realizzare un sistema che consenta alla squadra di avere pieno possesso del Centro Sportivo.
Com’è possibile vedere, i problemi sono tanti e ne vanno distinti i livelli: da un lato c’è il tema della squadra che interessa principalmente i tifosi preoccupati rispetto a chi scenderà in campo indossando quali maglie. Ad oggi non ci sono né calciatori né maglie, e non è chiaro se la società aspetta di fare prima lo sponsor tecnico per ricevere divise e palloni da dare ai calciatori (altrimenti che li prendiamo a fare i calciatori se poi devono stare in mutande) o al contrario se vuole prima trovare i calciatori per poi acquistare maglie e palloni (altrimenti che lo facciamo lo sponsor tecnico se non abbiamo i calciatori). In questo cane che si morde la coda, nessuno sta intralciando il lavoro del nuovo club che paga soltanto la propria incapacità: probabilmente calciatori, maglie e palloni li stanno cercando da otto giorni. Il problema è che non li trovano.
Dall’altro lato c’è il tema – molto più importante – di come il Comune abbia gestito tutto l’iter di affidamento della Licenza. Ed è su questo, ed esclusivamente su questo, che si rivolge l’attività politica del consigliere Ripepi e dell’opposizione, ed è su questo ed esclusivamente su questo che si focalizzerà l’eventuale inchiesta della Procura che scatterà a seguito degli esposti in arrivo. Senza minimamente poter mai condizionare il futuro percorso della Fenice, dentro e fuori dal campo, ma accertando i fatti e facendo chiarezza su quanto accaduto in questa folle estate reggina, con l’augurio che possa bastare a restituire giustizia e verità ad una città che non potrà mai darsi pace senza avere le risposte a tutte le domande che da troppo tempo sono senza risposta. Su tutte:
- Chi hanno incontrato i Sindaci il 19 agosto a Catania oltre a Manuele Ilari?
- Qual è il rapporto tra Manuele Ilari e i Ballarino, legati da un doppio filo tramite Maurizio Pellegrino?
- Chi ha realizzato il business plan della Fenice e quando ha iniziato a lavorarci?
- Che ruolo ha in tutta questa vicenda il consigliere comunale di Italia Viva – stesso partito di Brunetti – Gianluca Califano, già dirigente calcistico nelle categorie minori e grande appassionato di Reggina?
- Come mai la sede sociale della Fenice Amaranto è proprio nel civico dell’ente di formazione della moglie del fratello di Califano?
- Come mai il Presidente della nuova società, Virgilio Minniti, è un tecnico radiologo dell’Ospedale di Melito di Porto Salvo che non ha mai avuto particolare interesse nel calcio né alcuna esperienza calcistica, ma è il fratello della cognata di Califano?
- Chi ha telefonato al calciatore del Bocale Nunzio Tripodi per chiedergli di andare alla Fenice, presentandosi come “carissimo cugino del Presidente Minniti“?
- Come mai la famiglia Ballarino era già a Reggio quando ancora Brunetti non aveva dato l’esito del bando?
- Come hanno fatto ad organizzare una conferenza stampa in città in meno di 30 minuti dopo l’annuncio di Brunetti?
- Chi ha prenotato l’albergo e quando lo ha fatto?
- A che titolo i dirigenti della nuova società hanno alloggiato al Centro Sportivo Sant’Agata nei giorni scorsi?